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Alla scoperta del movimento ultras greco: intervista a Konstantinos Boviatsos

by Roberto Johnny Bresso
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movimento ultras greco

Roma, 4 mag – Oggi torniamo ad occuparci della sottocultura ultras, intervistando l’amico ed esperto di tifo calcistico Konstantinos Boviatsos, che ci accompagnerà in un viaggio attraverso il folle movimento ellenico.

Il movimento ultras greco: intervista a Boviatsos

Raccontaci brevemente la storia del movimento ultras greco. Come è nato e come si è evoluto?

Allora, prima di tutto grazie per l’ospitalità. I primi gruppi ultras in Grecia sono nati verso la fine degli anni ’60, precisamente nel 1966, con il primo gruppo organizzato del Panathinaikos, il Gate 13. In Grecia gli ultras occupavano di solito le curve e dal settore nel quale entravano prendevano il nome. E così è nato il Gate 13. Poi negli anni ’70 sono seguiti le altre grandi squadre, come l’AEK con Gate 21, Olympiakos con Gate 7 , Paok con Gate 4 , Aris con Gate 3, Iraklis con Gate 1 etc.

Queste sono le grandi squadre ma devo aggiungere anche una città della provincia, Larissa, che ha vinto uno Scudetto negli anni ’80. Una cosa miracolosa per la Grecia, che una provinciale vinca lo scudetto. Ha avuto un buon seguito di ultras con i Monsters ed anche gravissimi incidenti e un morto contro il Paok. Di solito sono le squadre di Atene e Salonicco a vincere. E questa è anche la particolarità del mio paese. Cioè, la gente tifa per le grandi che ho scritto prima, e quelle “piccole” purtroppo non hanno un tifo organizzato. La cosa bizzarra è che mentre ci sono degli ultras nelle piccole realtà, tifano solo le grandi e tutte le città hanno molti club delle grandi squadre. Per esempio nella mia città, Lamia, che milita nella massima serie, tutti tifano Panathinaikos, Olympiakos o altre e nello stadio della città vanno solo per fare casino. E abbiamo anche tanti club, anzi avevamo una volta, ora tutti diffidati! Piano piano si sono formati anche altri gruppi, a parte i famosi Gate, ma tutti sotto il comando della curva centrale. Ovviamente avevano i loro striscioni ma al centro della curva figurava quello della Gate.

Quali sono le principali rivalità e le tifoserie più calde?

Come ho detto prima, due sono le grandi città con le squadre forti e fra di loro esiste la classica rivalità fra nord, Salonicco, e sud, Atene. Ma qui è tutto un po’ complicato. Tutti odiano tutti. Non si capisce quale rivalità sia la più pesante. Forse direi la più classica è quella fra Panathinaikos e Olympiakos, che esiste da molti decenni, ma è peggiorata tantissimo dopo gli anni ’80. Gravissimi incidenti, incendi, molotov, accoltellamenti, spranghe e tante altre “belle cose” sono all’ordine del giorno, non solo il giorno della partita (quando uno poteva andare anche in trasferta, ma da anni non si può più). E siccome si trovano nella stessa città, Atene, il Pireo per l’Olympiakos (la zona del porto) allora è tutto più facile ritrovarsi anche nelle scuole, nelle piazze e nei vari club sparsi nella grande città. Lo stesso vale per Salonicco, dove esistono sempre tantissimi problemi fra Aris e Paok, ma anche Iraklis. Si odiano fra di loro, come ad Atene. E ovviamente lo stesso come ho detto accade fra le due città. Praticamente non esiste nessun gemellaggio.

Il grande appuntamento degli anni 2000, nella periferia di Atene fra quasi 500 ultras del Panathinaikos e quasi lo stesso numero dell’Olympiakos, è finito con centinaia di feriti da coltelli, spranghe e altre armi e con l’assassinio di uno dei capi del Panathinaikos, ma anche un camerata purtroppo. È stato proprio massacrato. Ci sono stati anche altri morti negli anni, come due anni fa a Salonicco, in un quartiere dell’Aris, in un giorno senza partita. Cinque ultras del Paok hanno assassinato a sangue freddo con un coltello un tifoso dell’Aris… La situazione è veramente molto pericolosa da molti punti di vista. E siccome le squadre in Grecia hanno anche altri sport, come la pallacanestro, la pallavolo, la pallanuoto etc., gli appuntamenti non mancano mai.

Ultras e politica. Come è il rapporto in Grecia?

Qui le cose sono più semplici direi. La politica non è presente nelle curve, almeno come in Italia. Mi spiego. Negli anni ’80 esisteva qualcosa di organizzato, come nella mia squadra, il Panathinaikos, dove a parte il Gate 13, che era diciamo di destra, si era formato un altro gruppo con il nome leggero… NOPO, organizzazione nazista dei tifosi del Panathinaikos. Un nome chiaro. Quelli dell’Olympiakos direi apolitici con una tendenza verso sinistra, lavoratori del porto e operai. AEK apolitica ma con una bella presenza del Gate 21 nazionalista, poi è cambiato tutto e sono diventati la squadra degli antifa. A Salonicco quelli dell’Aris fino agli anni 2000 erano di destra e quelli del Paok apolitici ma con un gruppo di antifa molto attivi. Nel sud, nel Peloponneso, la città di Kalamata ha una forte presenza di nazionalisti.

Poi le cose sono cambiate dopo gli anni 2000. L’AEK come ho detto è diventata la roccaforte dell’antifascismo militante, l’Aris anche loro con tantissimi autonomi e l’Iraklis pochi ma validi di sinistra. Panathinaikos una delusione purtroppo: dopo la disfatta degli ultras anni ’80 e ’90 è diventata una curva apolitica ma con odio verso la destra. E tutto questo perché tantissimi ragazzi di destra radicale che facevano parte del gruppo negli anni ’80 sono stati arrestati e poi piano piano la curva ha cambiato gestione. Gli ultimi presenti erano il gruppo Cockneys e i Mad Boys, tutti di destra, ma poi sono andati via anche loro.

Olympiakos direi che hanno una tendenza per il nazionalismo, con presenza di vari piccoli gruppi, ma anche là ufficialmente si dichiarano apolitici. Ho lasciato per ultimo il Paok perché è una situazione particolare. Paok era sempre… Paok. Niente politica, a parte qualche piccolo gruppo di sinistra. Ma negli ultimi anni, grazie alla questione della Macedonia, unica e sempre greca, gli hooligans del Paok si sono spostati verso quello che definirei un nazionalismo locale. Ma anche dei camerati validi si sono organizzati ultimamente e ora la situazione non è male. Ogni tanto spunta anche qualche bandiera anarchica ma sparisce subito. Ora tantissimi ultras giovani fanno parte dei piccoli gruppi autonomi di destra e si sono dimostrati molto bravi anche durante gli ultimi cortei per la Macedonia, nei quali mi ricordo tre anni fa durante un loro corteo hanno bruciato una casa occupata degli antifa perché avevano avuto l’idea sbagliata di mettere uno striscione fuori dalla loro occupazione con la scritta: MACEDONIA NON È GRECA… uno sbaglio fatale!

Ultras e sottoculture. Quali sono state negli anni quelle più rappresentate nelle curve?

Nei primi Ottanta gli ultras greci hanno iniziato a seguire varie sottoculture musicali ma hanno anche cambiato il modo di vestirsi negli stadi. Soprattutto in quel famoso decennio la maggioranza assoluta degli hooligans in Grecia erano metallari. Andavi nelle curve e credevi di essere ad un concerto heavy metal, anzi trash metal. Era veramente una cosa bellissima. Nella mia squadra del Panathinaikos abbiamo avuto anche tantissimi rockabilly, psychobilly, new wave e skinheads: era direi la caratteristica della nostra curva. Quelli dell’Olympiakos erano quasi tutti metallari ma anche con un bel gruppetto di skins e nell’AEK era più o meno la stessa cosa. Nel Panionios, un’altra piccola squadra di Atene di un quartiere, tantissimi rockabilly e skins. Gli scontri proseguivano poi, sia calcistici sia fra diverse sottoculture, anche fuori dagli stadi.

Ad Atene esistevano almeno dieci discoteche heavy metal e tantissimi bar e club. Poi dipendeva in quale quartiere ti trovavi, così vedevi anche ultras delle varie squadre. Ovviamente era difficile per un metallaro dell’Olympiakos andare un sabato sera a divertirsi in un club frequentato da quelli dell’AEK o del Panathinaikos. Rischiava letteralmente la pelle. Lo stesso accadeva fra gli altri stili musicali direi. Praticamente era tutto diviso. Non mancavano gli assalti e gli scontri nei concerti fra i tifosi. Mi ricordo anni fa, primi anni ’80, io ascoltavo metal da giovane, ed ero andato a vedere i Saxon che suonavano in un piccolo stadio di Atene. È veramente successo di tutto, altro che concerto. Tutti gli hooligans di Atene, metallari ovviamente, aspettavano i metallari del Paok che venivano per il grande evento con un treno speciale da Salonicco… è stata una guerra. Senza calcio però. Perché anche al nord quelli del Paok erano sempre duri e metallari, invece nell’Aris più new wave, skins e punk. Sono stati loro i primi a vestirsi con il bomber al contrario, arancione, tutta ma proprio tutta la curva. Ad Atene non si vedeva mai nessuno così con il bomber. Guai a chi osava a farlo, anche perché a chi piaceva indossare in questo modo anche senza essere un ultras andava molto male!

Poi con gli anni lo stile è cambiato un po’ tutto senza qualcosa di particolare. Gli ultimi vent’anni la maggioranza segue uno stile semplice, tutto nero per motivi che potete intuire. Non posso dire che esista uno stile casual come in Inghilterra, Italia, Francia etc. È uno stile più “sporco” direi, più anarchico senza identità. Come anarchico è tutto il tifo greco e intendo come mentalità. Esistono anche dei gruppi casual ma sono molto pochi.

La nazionale ellenica non è mai stata molto seguita a livello ultras. Come mai? Raccontaci del breve tentativo di creare un gruppo che la seguisse.

Purtroppo è vero. Non esiste tifo organizzato e qualsiasi tentativo di farlo è finito presto. A parte qualche partita calda, tipo contro la Turchia o la Bosnia, mai è stato creato qualcosa di bello e duraturo. Ma anche in quel caso i problemi non sono mancati mai. Mi ricordo anni fa durante una partita contro i turchi al Pireo allo stadio dell’Olympiakos. Noi, nazionalisti di varie squadre, c’era ancora Alba Dorata allora, avevamo fondato dopo la vittoria degli Europei del 2004 (quel miracolo degli dei) un gruppo ultras al seguito della nazionale. Allora si chiamava Armata Biancoazzura. È stato bello veramente. Ma durante quella partita come ho detto è successo di tutto. Abbiamo perso 3-0 e all’intervallo quelli dell’Olympiakos ci hanno caricato… ed erano anche loro nazionalisti, ma noi eravamo del Panathinaikos ed altre piccole squadre. Non si capiva niente. O un’altra volta che giocavamo contro la Croazia sempre al Pireo. Potete immaginare che noi del Panathinaikos siamo stati con i croati contro quelli dell’Olympiakos che erano con i serbi della Stella Rossa che erano venuti per affrontare i croati… cose complicate. Per finire, il nostro gruppo nazionalista è stato sciolto dalla polizia, per motivi che potete ben capire…

Dopo il tifoso dell’AEK ucciso durante gli scontri di questa stagione con la Dinamo Zagabria la repressione si è fatta ancore più pesante. Ci puoi raccontare cosa è successo?

È vero. È stato l’inizio della fine di molte cose. Quel giorno è andato tutto male da molti punti di vista. Quell’appuntamento, perché era un appuntamento, è stato organizzato tra Panathinaikos e AEK. I croati, amici del Pana, erano venuti in 150 per scontrarsi insieme con i verdi del Pana, fuori dallo stadio dell’AEK. Non era una cosa politica, perché come ho detto i nostri del Pana non hanno ormai nulla più a che fare con la politica. Ma ovviamente poiché i croati erano tutti camerati e quelli dell’AEK compagni, il regime ha potuto approfittare e strumentalizzare questa situazione. È scappato un morto, ma fatto da un tifoso del AEK, per errore contro un altro suo amico… e poi tutti cercavano il drago della favola… cioè il fascista croato che è venuto in Grecia per uccidere greci. Non potete immaginare quello che dicevano le TV e i giornali. Parlavano solo di fascisti criminali, non di hooligans. 105 ragazzi arrestati e trattenuti per quasi quattro mesi nel carcere e poi lasciati liberi così, in un giorno senza che nessuno dicesse niente. Ma la cosa triste era che tanti patrioti neonazionalisti si sono messi contro i ragazzi croati… il perché è un mistero, lo sanno solo loro!

Quale è la situazione attuale del movimento ultras in Grecia? Raccontaci un po’ della tua esperienza personale ultras

Ora esiste solo un caos. Dopo la morte del tifoso dell’AEK abbiamo avuto un aumento di violenza soprattutto da parte degli hooligans dell’Olympiakos che per molto tempo erano stati molto tranquilli. Così prima del Natale scorso, dopo una partita di pallavolo femminile, ultras dell’Olympiakos si sono scontrati con la polizia. Un poliziotto è morto colpito da un razzo. Questo è stato l’inizio di una persecuzione allucinante che è durata fino a pochi giorni fa. Hanno arrestato il responsabile subito, ma si vede che per motivi un po’ strani è iniziata la caccia al tifoso. Hanno arrestato più di duecento ultras dell’Olympiakos, anche in questa settimana una sessantina, facendo irruzioni nelle loro case. Le accuse sono accuse gravissime, che ricordano molto quelle di Alba Dorata… organizzazione criminale, banda armata etc! Si basano esattamente sul processo del movimento nazionalista, del quale tutti ben conoscete la fine! E ovviamente gli arresti toccano anche altri ultras di varie squadre. Club chiusi, striscioni, sciarpe, magliette dei gruppi vietate e tante altre belle cose democratiche. Fino a pochi giorni fa gli arresti erano quotidiani e ripeto che gli assassini sono stati arrestati quello stesso giorno di dicembre del 2023. La mia esperienza è stata sempre con Panathinaikos fin da piccolo. Organizzato ovviamente negli anni di gloria, di bellezza dello stile. Ho vissuto trasferte europee bellissime e non tranquille negli anni ’80 e ’90 in tutta l’Europa, che rimangono sempre nel mio cuore. Facevo parte del Gate 13 e quando c’erano i Mad Boys ero onorato di portare la loro maglietta e la sciarpa ovunque, con la calma ma anche con le tempeste!

Spazio finale per saluti e per dire quello che vuoi

Che potrei dire? La situazione è triste, come succede anche per il resto del paese. Tutta una decadenza e viviamo ormai sotto una dittatura democratica pesante… Il tifo greco è stato sempre un tifo caloroso, aggressivo e violento, ma mai molto organizzato. Questo dipende dalla nostra mentalità, un po’ anarca, come dice Junger, un po’ su ogni cosa. Quindi non poteva mancare nel calcio. Chiusi qui, in un angolo dell’Europa, ma lontani dal resto dell’Europa, circondati da popoli feroci e abbastanza barbari, no non è facile vivere. Quindi si cerca di fare delle cose da soli… Come ho detto viviamo in un epoca dei Titani e tutto è controllato in ogni cosa. Ma almeno certi di noi rimarranno sempre fedeli, fino ala fine. Un saluto caloroso a tutti voi ultras e con il ricordo di tantissime e bellissime giornate calcistiche da ultras durante i miei anni in Italia, a Verona e a Brescia. Ormai è quasi tutto finito ma soprattutto è finito il romanticismo e la vera mentalità ultras. Fa anche questo parte della decadenza del nostro mondo!

Roberto Johnny Bresso

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