Roma, 10 lug – Italia ’90, Europei 2021: ne è passata di acqua sotto i ponti, calcisticamente e non. Eppure, nonostante tutto, c’è una colonna sonora che accomuna le due competizioni: Un’estate italiana , forse la più bella canzone composta per una competizione calcistica, interpretata dal duo rock Gianna Nannini ed Edoardo Bennato. All’epoca i due erano sulla cresta dell’onda, ma non tutti forse sanno che il compositore dietro l’ormai leggendario (e tradizionale) pezzo è Giorgio Moroder.
Il titolo originale è To Be Number One, il testo era scritto da Tom Whitlock, e fu incisa dal compositore sotto la dicitura Giorgio Moroder Project. La versione originale venne usata come sigla d’apertura dei programmi televisivi dedicati al torneo trasmessi dalla Rai. Per l’edizione italiana, Moroder scelse come interpreti Gianna Nannini e Edoardo Bennato. I due riscrissero il testo e il resto è storia: è stato il singolo più venduto in Italia nel 1990 ed ha scalato le classifiche di mezza Europa. In breve, andò meglio della Nazionale stessa, eliminata in semifinale del Mondiale “casalingo” dall’Argentina. Ma ci sono molte altre cose che rendono il nostro Moroder leggendario: andiamo a leggerne alcune.
5) Da Ortisei alla Disco music
Giovanni Giorgio Moroder nasce a Ortisei, in Val Gardena, nel 1940. A tutto può farvi pensare Ortisei tranne che alla disco music, allo Studio 54, zeppe e lustrini. Invece Moroder è uno degli artefici del sound “ballabile” di metà e fine settanta. Nel 1971 a Monaco dove fonda Musicland Studios, e quando nel 1972 si sposta negli Stati Uniti arriva a collaborare con quella che sarà poi la star della disco music, Donna Summer: sue sono le intuizioni dietro Love to Love You Baby, I feel love, Hot stuff. Moroder ha parlato del lavoro con la Summer come “l’inizio della musica elettronica”.
4) Il Duca Bianco e il “suono del futuro”
La leggenda vuole che Brian Eno e David Bowie erano a Berlino nel 1977 per registrare nello studio di registrazione Hansa Tonstudio il leggendario album Heroes. Incuriosito da ciò che accadeva tra i mixer di Moroder, Eno entrò in studio e dopo aver ascoltato, disse. “Ho sentito il suono del futuro”. A quanto pare l’ex Roxy Music ebbe modo di ascoltare I Feel Love di Donna Summer. Lanciò una previsione: “Eccolo qui, non cercate oltre. Questo disco cambierà la musica da discoteca per i prossimi 15 anni…”. Bowie e Moroder collaboreranno poi nel 1982 per la colonna sonora de Il bacio della pantera . La canzone che nacque dal connubio fu Cat People (Putting out fire). Il singolo raggiunse la posizione numero 26 in Gran Bretagna e la numero 67 in America, miglior risultato per Bowie sin da Golden Years del 1975. Nel 2009 il brano è stato inserito nella colonna sonora di Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino.
3) Un trentino da Oscar
Quando parliamo di artisti italiani premiati col premio Oscar spesso anche gli articoli degli “addetti ai lavori” rimuovono, colpevolmente, quelli vinti da Giorgio Moroder. Perché il nostro Giovanni Giorgio di statuette ne ha portate a casa ben 3: uno nel 1979 per la migliore colonna sonora col film Fuga di mezzanotte e altri due alla migliore canzone. Il primo nel 1984 per Flashdance… What a Feeling e nel 1987 per Take My Breath Away, colonna sonora di Top Gun. Ma le colonne sonore di Moroder, anche quando non hanno vinto premi, sono comunque entrate a far parte della storia del cinema. solo per nominarne qualcuna, val la pena di elencare American Gigolò di Paul Schrader (1980, per la quale collaborò anche con i Blondie), Scarface di Brian De Palma (1983), La storia infinita di Wolfgang Petersen (1984, ci torneremo) e Over the Top di Menahem Golan (1987).
2) Moroder e i teenager, Una storia infinita (letteralmente)
Come già detto, Moroder si occupò anche del brano che accompagnò l’uscita del film fantastico La storia infinita del 1984. Il resto della colonna sonora fu invece curata dal compoitore Klaus Doldinger, anche se in una specifica sequenza di apertura gli fu preferita la canzone di Moroder perché meno “inquieante” di quella originale. The NeverEnding Story è stata composta da Giorgio Moroder, che ne ha scritto la musica, insieme a Keith Forsey, che ne ha scritto il testo. E’ stata poi cantata dall’interprete britannico Limahl. Fu un immediato successo, sia per l’orecchiabilità sia per quell’atmosfera di “magia” implementata dall’uso della dissolvenza sia all’inizio che alla fine, elemento che riprende il concetto, appunto, di “infinito”. Il brano è diventato così leggendario da essere insieme al film un simbolo degli anni ’80, così tanto da essere ripreso e cantato dal cast di Stranger Things nella stagione 3 (2019). E’ protagonista assoluta di una scena tenera, romantica e diventata anch’essa un instant classic per i teenager di oggi.
1 L’eredità e l’omaggio del Daft Punk
Se qui da noi in Italia non sono molti gli artisti “giovani” che menzionano pubblicamente un mostro sacro come Moroder tra le loro ispirazioni, all’estero non è così: i Daft Punk lo amavano così tanto da averci collaborato una manciata di anni fa dedicandogli (in tutti i sensi) un pezzo. Il titolo? Giorgio by Moroder. Inserita nel loro quarto album in studio, Random Access Memories (2013), il pezzo canzone presenta un monologo del musicista italiano Giorgio Moroder, che parla dei suoi primi anni di vita e carriera musicale. La loro è stata una collaborazione “atipica”: i Daft Punk hanno chiesto a Moroder di intervistarlo per poi usare alcuni estratti del suo parlato per una canzone. Per il duo francese, Giorgio by Moroder doveva essere una metafora sulla libertà musicale, poiché i Daft Punk credevano che un monologo di Moroder sulla sua carriera sarebbe servito come analogia per la storia della musica per quanto riguarda l’esplorazione di generi e gusti. Il compositore italiano, tuttavia, ha messo in chiaro di non sapere cosa avrebbero fatto delle sue parole “Non mi hanno assolutamente coinvolto nella composizione. Le mie parole? Potrebbero trasformarle in un rap“. Non è stato così: è stato un pezzo in stile Moroder. L’ennesima consacrazione.
Ilaria Paoletti
2 comments
Giorgo Moroder non è trentino, ma altoatesino (o sudtirolese come preferite)
altoatesino non trentino