Roma, 17 mag – Di Pompei abbiamo già scritto innumerevoli volte nella nostra rubrica, ma oggi torniamo nell’antica città campana per una nuova straordinaria scoperta archeologica. Quando Pompei venne investita dalla più devastante eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., il 15-20% degli abitanti morirono ricoperti da cenere e lava, ma anche schiacciati dalle macerie degli edifici, crollati a causa delle scosse di terremoto provocate dalla furia del vulcano. A confermare quest’ultimo aspetto, è l’ultima scoperta avvenuta nell’Insula dei Casti Amanti, dove sono stati rinvenuti due scheletri sepolti dalle macerie di un muro crollato per l’eruzione. Stando alle prime verifiche, si tratterebbe di due uomini sui 55 anni.
Due scheletri sotto le rovine
Gli archeologi hanno trovato i due scheletri accovacciati, riversi su un lato, in un ambiente di servizio dell’ex edificio. Insieme ai resti, sono stati rinvenuti anche diversi oggetti, tra cui delle monete risalenti al principato di Vespasiano e vari vasi, brocche e ciotolame. Per i ricercatori, i due pompeiani si rifugiarono nella stanza per cercare di di salvarsi, trovando però la morte. “Il ritrovamento – spiega il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – dimostra quanto ancora vi sia da scoprire riguardo alla terribile eruzione del 79 d.C. e conferma l’opportunità di proseguire nelle attività scientifiche di indagine e di scavo. Pompei – continua – è un immenso laboratorio archeologico che negli ultimi anni ha ripreso vigore, stupendo il mondo con le continue scoperte portate alla luce e manifestando l’eccellenza italiana in questo settore”.
Pompei archivio di storia
Documentato anche dalle lettere di Plinio il Giovane a Tacito, come vi abbiamo già in precedenza riportato su il Primato Nazionale, l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. iniziò verso l’ora di pranzo del 24 agosto o 24 ottobre (date ancora da verificare da parte della comunità scientifica). Dalla colonna eruttiva alzatasi sopra il vulcano fuoriuscirono grandi quantità di pietra pomice. In questa specifica fase, anche detta “pliniana”, ne seguì una seconda caratterizzata da una serie di correnti piroclastiche, ovvero un insieme di gas ad alte temperature e materiale magmatico rovente. Nella devastante eruzione perirono migliaia di persone, 1.500 circa quelle trovate dai ricercatori, a causa quindi non solo dei fenomeni vulcanici, ma anche dei forti terremoti che fecero crollare diversi edifici di Pompei. Questa nuova scoperta ci aiuta ad investigare ancor meglio sui tragici fatti di quel lontano 79 d.C., aprendo nuovi studi sulla portata dell’antica catastrofe. Pompei, così come la vicina Ercolano, ancora una volta rivela all’Italia e al resto del mondo la sua storia, lasciando ai posteri le tracce indelebili dei nostri antenati.
Andrea Bonazza