Roma, 12 ott – I migliori fotografi, i migliori truccatori, i migliori parrucchieri, vestito Nike su misura, orologio Audemars Piguet e si va a dare lezioni di vita. Questo, in breve, l’assaggio dell’intervista di Serena Williams in uscita nel prossimo numero di Vogue, dove la tennista milionaria, attivista Black lives matter e cocca dei vip pontifica sull’uguaglianza e sul razzismo.
Voce (privilegiata) delle minoranze
Serena Williams è indubbiamente una delle tenniste più forti della storia, ma negli ultimi anni – complici anche ragioni anagrafiche – sembra essersi più concentrata sull’aspetto politico del suo personaggio pubblico. La Williams, infatti, non ha mai fatto segreto della sua forte antipatia per Donald Trump ed è molto attiva nel circuito Black lives matter dello spettacolo. Non a caso, è molto amica della cantante Beyoncé, che l’ha anche voluta in uno dei video estratti dal visual album Lemonade. Nel tipico sfoggio di personalità da ricchi e famosi, ora su Vogue Uk ci dice di voler combattere per le minoranze di cui anche lei farebbe parte.
Basta essere di colore per dirsi “minoranza”?
Donne, persone di colore e body positivity, la solita solfa politicamente corretta. “In questa società non ci si aspetta che le donne possano essere le leader del futuro o le Ceo del futuro. Questa narrazione deve cambiare. E forse non migliorerà in tempo per me, ma chi è nella mia posizione può mostrare alle donne e alle persone di colore che noi abbiamo una voce, perché dio sa che io uso la mia. Adoro difendere le persone e supportare le donne. Essere la voce che milioni di persone non hanno”. Ma rimane umile.
Un’atleta che soffre il body shaming
“Quando ero ragazza quello che veniva celebrato era diverso. Venus (sua sorella, ndr) assomigliava di più a ciò che era considerato accettato: ha gambe molto lunghe ed è molto molto magra. Io non vedevo persone come me in televisione, persone grosse. Non c’era un’immagine positiva del corpo, era un’epoca diversa”: inutile dire che nonostante – anzi, proprio grazie – alla muscolosità e all’imponenza del suo fisico la Williams ha avuto una carriera splendida. Di certo una lanciatrice del peso non si lamenta di non essere una libellula, come a una ciclista non importerà di avere le cosce grosse e a una nuotatrice di avere le spalle larghe.
Sponsor Nike e battaglie femministe
La Williams può talmente permettersi tutto grazie ai suoi successi sportivi e al peso del suo personaggio che persino coi suoi completi da tennis ha lanciato rivendicazioni femministe ma sempre molto “privilegiate”. Nel 2018, al ritorno sul campo dopo la gravidanza, la Nike ha disegnato apposta per le una tuta che la aiutasse coi coaguli. Nel 2019 il designer della Nike Virgil Abloh le ha disegnato un completo con su scritto “Madre, Campionessa, Regina, Dea”. “Come atleta, imprenditrice, figlia, sorella, moglie e mamma, so che non si tratta sempre di essere perfette, ma di essere preparate a quello che la vita ci scaglia addosso. Ogni successo di una donna dovrebbe essere d’ispirazione per un’altra. Siamo più forti quando ci sosteniamo a vicenda”. Siamo anche più forti se ci sostiene la Nike, per cui il messaggio della Williams si perde un po’ nelle nebbie dell’ipocrisia vituperata da Ricky Gervais a proposito dei vip: “Non sapete niente della vita comune, la maggior parte di voi è andato a scuola meno di Greta Thunberg. Non siete nessuno per darci lezioni“.
Ilaria Paoletti