Roma, 28 set – Undici punti nelle prime cinque giornate di campionato e un rotondissimo zero – al pari dei cugini juventini – alla voce sconfitte. Statistiche alla mano non il miglior attacco del campionato e nemmeno la difesa meno perforata. Ecco il Torino allenato da Paolo Vanoli, ovvero la classica capolista che non t’aspetti. Una squadra che – appunto – è appena passata dal cambio di guida tecnica e ha perso una paio di pedine importanti (Buongiorno, Bellanova). Ma che ha già iniziato a girare nel migliore dei modi: tra i segreti dei granata, rivoluzionati più nelle idee che nel freddo schematismo del modulo, c’è appunto la zona nevralgica del campo. Ovvero la scelta di posizionare il giovane Samuele Ricci in cabina di regia.
Un azzurro in rampa di lancio
Sì, perché sotto la gestione Juric il classe 2001 originario di Pontedera – dove ha tirato i primi calci prima di passare nelle giovanili dell’Empoli – si è fatto conoscere al grande pubblico piuttosto come prototipo del centrocampista moderno. Box to box, direbbero gli inglesi. Tecnicamente dotato per natura, il numero ventotto granata è il classico giocatore pulito ed essenziale nelle giocate che difficilmente salta all’occhio superficiale del tifoso medio.
Così non è stato per diversi addetti ai lavori. Se d’altronde, come insegna Giorgio Armani, “l’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”, per Johan Cruijff “giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia”. Dopo aver assaggiato l’azzurro sul finire del regno di Roberto Mancini, Samuele Ricci ha giocato la prima da titolare in nazionale con apprezzabile personalità nel recente 3-1 rifilato ai cugini d’oltralpe.
Dettare i tempi e impostare il gioco, la fine intelligenza calcistica come peculiare caratteristica che andrà ad integrare il nostro centrocampo del presente e del futuro. Con l’archiviazione dell’ormai compassato capitolo Jorginho serviva una nuova bussola: se il buongiorno si vede dal mattino dovremmo averla già trovata. Insieme a Barella, Tonali, Frattesi e Fagioli è già un bel pacchetto, non c’è che dire.
Samuele Ricci: ora il salto di qualità
Per ritrovarlo mediano basso dobbiamo tornare quindi ai tempi di Empoli: il campionato vinto in Serie B (2020/21) e il convincente approccio con la massima competizione nazionale. A Torino dal gennaio ‘22 diventa ben presto un punto fermo, ruolo centrale che ora avrà l’opportunità di ritagliarsi anche con la maglia dell’Italia. “Se continua così, può essere uno dei top player mondiali nel ruolo” ha sentenziato a tal proposito il cittì Luciano Spalletti.
Intanto sta facendo viaggiare il suo Torino ad un’interessante velocità di crociera, il primato impreziosito dalla bella prestazione di San Siro contro il Milan (parziale di 0-2 fino a poche battute dal termine) e dalla vittoria sulla comunque ambiziosa Atalanta.
Senza fretta, senza tregua
Ad ogni modo il percorso di crescita del nostro sembra davvero essere di quelli giusti. Senza fretta, senza tregua: manca forse ancora qualcosa in interdizione. E, magari, bisogna crescere nella fase conclusiva dell’azione – anche a livello realizzativo. Tempo e mezzi ci sono. Escluso all’ultimo dalla spedizione tedesca di Euro 2024, Samuele Ricci avrà sicuramente l’occasione per rifarsi.
Marco Battistini