Roma, 6 dic – Ormai siamo arrivati alla follia. Le società di Milan e Roma hanno emesso un vero e proprio editto bulgaro contro i giornalisti del Corriere dello Sport. I cronisti del quotidiano romano, in sostanza, non avranno più accesso ai centri sportivi delle due società calcistiche. Il motivo? La copertina che il giornale diretto da Ivan Zazzaroni ha pubblicato ieri per presentare la gara Inter-Roma di questa sera: in prima pagina campeggiava infatti il titolo Black Friday tra il centravanti nerazzurro Romelu Lukaku e il difensore giallorosso Chris Smalling. Entrambi neri e, quindi, in linea con la promozione commerciale lanciata in tutta Italia. Un gioco di parole, se vogliamo, anche brillante, che però è costato caro al Corriere dello Sport, che non solo ha ricevuto l’accusa di razzismo, ma addirittura è stato escluso dalle strutture sportive di Roma e Milan.
La cultura del piagnisteo
«La Roma e il Milan hanno deciso di negare al Corriere dello Sport l’accesso ai centri di allenamento per il resto dell’anno e hanno stabilito che i rispettivi giocatori non svolgeranno alcuna attività mediatica con il giornale durante questo periodo», si legge infatti nel comunicato congiunto diramato ieri sera. Anche i due diretti interessati, Lukaku e Smalling, hanno aspramente criticato il titolo del quotidiano, dichiarando di essersi sentiti offesi. L’attaccante belga, in particolare, sul tema «razzismo» è sempre stato un vero e proprio snowflake, come si usa dire oggi. Un «fiocco di neve», uno che si offende per un nonnulla. Tipo un titolo che, ovviamente, non è razzista per niente.
Titolo non razzista, ma ti punisco lo stesso
Che il titolo fosse tutt’altro che discriminatorio non era solo lampante a qualsiasi essere umano normodotato, come ha spiegato benissimo il direttore Zazzaroni già ieri, ma lo hanno riconosciuto le stesse Roma e Milan: «Entrambi i club – si legge sempre nel comunicato – sono consapevoli che comunque l’articolo di giornale associato al titolo “Black Friday” contenga un messaggio antirazzista ed è questa la ragione per la quale sarà vietato l’accesso al Corriere dello Sport solo fino a gennaio». Insomma, il titolo non era razzista, ma il quotidiano va comunque punito. Questa vicenda grottesca ricorda molto da vicino quello che è successo a Bernardo Silva: l’ala portoghese del Manchester City, infatti, è stata squalificata per una giornata in Premier League per un tweet scherzoso rivolto al suo amico e compagno di squadra Benjamin Mendy.
Solidarietà al Corriere dello Sport
Ad ogni modo, non si può che esprimere massima solidarietà ai colleghi del Corriere dello Sport, messi alla gogna per aver semplicemente sfoderato un titolo simpatico e d’impatto. Forse, l’unica loro «colpa» è stata quella di averlo fatto ai tempi della Commissione Segre, dei «fiocchi di neve» milionari e di un antirazzismo piagnone e miserabile. E contro questi spietati inquisitori, per ora, non c’è abiura che tenga.
Valerio Benedetti
4 comments
La parola, da sola, non ha mai ucciso nessuno! Lo vogliamo capire?
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[…] singola iniziativa politicamente corretta. Dalla collaborazione con l’Unhcr sui rifugiati ai cancelli chiusi per il Corriere dello Sport (reo di aver realizzato una prima pagina “razzista”), dalle parti di Trigoria sembra […]
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