Roma, 5 ott – Torino, durante la conferenza di oggi un giornalista dal pubblico, rivolgendosi al mister Mihajlovic, affronta l’argomento Benassi in merito al suo gol che ha determinato il 2-1 contro la Fiorentina. “Penso che non sia facile a ventidue anni indossare la fascia di capitano del Torino..” non si fa attendere la risposta dell’allenatore serbo il quale non lasciando il tempo di finire la frase incalza dicendo: “Non è facile alzarsi alle 4 per andare a lavorare alle 6 senza riuscire ad arrivare a fine mese. Questo non è facile.” Tornando a Benassi il mister continua: “Deve solo essere felice, essere orgoglioso di avere ventidue anni e giocare nel Torino, di essere capitano del Torino perché è una persona fortunata come tutti noi che facciamo questo lavoro.”
Perché ci colpiscono le parole di Mihajlovic? Siamo abituati a un mondo, quello calcistico, dove il giocatore viene tirato fuori dal suo ruolo, dove si è persa la genuinità e la dedizione che ha sempre contraddistinto questo sport. Il “modello Balotelli”, il giocatore marchettaro e altri esempi del genere hanno preso il sopravvento sul gioco stesso e sullo spirito di sacrificio, ed è così che un semplice gol diventa un’impresa titanica. Mihajlovic non ci sta. Se per alcuni vestire i panni di capitano a ventidue anni è un peso, per il mister ciò non può che essere un onore da non dare per scontato e l’esempio che ci ha dato oggi il club granata dovrebbe far riflettere le altre squadre: solo con un lavoro di umiltà e con la riscoperta di questo spirito torneremo a vedere nella maglia qualcosa di più che un semplice sponsor.
Antonio Pellegrino