Napoli, 9 mar – Napoli-Inter, la partita più interessante della 26° giornata della serie A giocata al San Paolo. L’ultima sfida tra le due squadre era stata disputata in Coppa Italia poco più di un mese fa, il 4 febbraio: in quell’occasione gli azzurri partenopei erano riusciti a guadagnarsi il passaggio del turno grazie ad un gol allo scadere di Higuain, bravo a sfruttare un errore di Ranocchia.
Anche nella partita di ieri sono stati molti gli errori banali fatti dai nerazzurri, sbagli che continuano a complicare il cammino verso la qualificazione in Europa League. Così come rimane in discussione la qualificazione alla prossima Champions League per il Napoli, incapace di gestire il doppio vantaggio ottenuto grazie ai gol di Hamsik ed Higuain.
Analisi tattica Napoli-Inter – Le squadre scendono in campo schierate dai due allenatori con i moduli abituali, 4-2-3-1 per il Napoli e 4-3-1-2 per l’Inter. Più che i numeri, però, è il modo di sviluppare il gioco che differenzia i partenoperi dai neroazzurri: da una parte fase di non possesso più attendista, con il centrocampo come zona di riferimento per dare inizio al pressing, e contrattacchi rapidi sfruttando la velocità di Mertens, Callejon, Higuain e Hamsik, dall’altra pressing ultraoffensivo ed una fase di possesso palla che ha come obiettivo quello di portare molti uomini nella metà campo avversaria per poi cercare gli spazi giusti per la rifinitura attraverso molteplici cambi di gioco.
Nonostante le aspettative potessero essere alte, il primo tempo della partita delude gli spettatori, a causa dei troppi errori e del poco spettacolo. Il secondo tempo, invece, risulta molto più piacevole, anche grazie ai quattro gol. Ed è proprio in questa seconda frazione che si notano in modo evidente pregi e difetti delle due squadre.
Dopo due minuti, Mertens recupera palla su Guarin nella propria metà campo e gioca un 1-2 nello spazio con Hamsik riuscendo con due passaggi ad arrivare in area di rigore: molto bravo in questo caso Ranocchia a fermare l’attaccante esterno belga.
Passano altri tre minuti e il risultato si sblocca. David Lopez, con la complicità di Inler, recupera palla al limite della propria trequarti campo e la gioca subito su Hamsik che scarica su Callejon, che avanza palla al piede sfruttando lo spazio creato dall’attacco della profondità del capitano del Napoli. Nel frattempo il terzino destro Henrique si muove sul suo settore destro a gran velocità sovrapponendosi sulla destra di Callejon: il difensore brasiliano riceverà palla dallo spagnolo e la crosserà per la testa di Hamsik che, libero all’interno dell’area di rigore, non avrà problemi a segnare il gol dell’1 a 0.
Gli errori dell’Inter in questa azione sono molteplici. Il primo viene fatto da Santon che non accorcia lo spazio in avanti per chiudere su Callejon, come chiede il suo allenatore, ma inizia subito a scappare per coprire la profondità. Il secondo viene fatto da D’Ambrosio che non rientra alla massima velocità in linea con i compagni di reparto. Il terzo errore – quello più grave – è opera di Ranocchia il quale si lamenta della presenza di due giocatori in area di rigore ma poi fa la scelta sbagliata: in questi casi il capitano nerazzurro avrebbe dovuto posizionarsi molto più vicino a Juan Jesus, secondo la disposizione a zona chiamata “a castello” con la quale le squadre di Mancini difendono da cross laterale. Ranocchia invece, andando a marcare ad uomo Higuain, ha lasciato molto spazio a Hamsik che ha potuto colpire di testa senza contrapposizione.
Come si evince da quanto spiegato, tutto il reparto difensivo non ha dato l’idea di grande organizzazione, come si può ben vedere dalla seconda immagine, d’altronde.
Passa appena un minuto e l’Inter rischia di subire un nuovo gol. Il Napoli riconquista palla nella propria metà campo, Inler si appoggia a Higuain che scarica su Hamsik, lo slovacco effettuerà un lancio per il veloce inserimento di Callejon il quale non riuscirà ad agganciare la palla solo davanti ad Handanovic. Anche in quest’occasione sono chiare le grosse difficoltà difensive dell’Inter: Ranocchia è troppo basso, i nerazzurri concedono quindi troppi spazi tra le linee agli attaccanti del Napoli che possono così mettere in mostra tutte le loro qualità.
Il 2-0 arriverà al diciassettesimo in modo molto simile alle azioni precedenti: palla regalata in maniera elementare da Guarin a Mertens che si accentra e serve sulla sinistra Hamsik, il quale a suo volta gioca a Higuain. L’argentino è bravissimo a saltare Juan Jesus con un ottimo controllo orientato e a segnare con un gran tiro sul secondo palo. Anche in questo caso, però, l’atteggiamento di Ranocchia è rivedibile: appena intercetta palla Mertens inizia a scappare, concedendo così troppo spazio ad Hamsik, quando riceve palla lo slovacco si abbassa eccessivamente in protezione di Guarin, andato ad affrontare l’avversario, e concede troppo spazio e libertà ad Higuain.
Sotto di due gol l’Inter inizia finalmente ad applicare quei principi di gioco chiesti da Mancini. Al minuto 25.30 l’Inter dà via all’azione che porterà un minuto dopo al gol di Palacio: i nerazzurri occupano con quasi tutti gli effettivi la metà campo avversaria, i due terzini si alzano nella trequarti avversaria, la squadra effettua cambi di fronte di gioco per preparare l’affondo ed allargare la difesa avversaria, viene portata una forte pressione in zona palla appena viene perso il possesso.
Il secondo gol dell’Inter arriverà a cinque minuti dalla fine su rigore: la partita finirà in parità, un risultato che non accontenta nessuno.
Per concludere, il Napoli ha fatto emergere la sua incapacità cronica di difendere e portare a casa un risultato che sembrava acquisito: è vero come dice Benitez che vanno dati sempre i giusti meriti agli avversari, ma nei 20 minuti finali di arrembaggio nerazzurro, la squadra partenopea è sembrata rinunciare a quella che è la sua forza, ovvero i contrattacchi rapidi. Per quanto riguarda l’Inter, le ultime partite hanno segnato un’involuzione per la squadra di Mancini: certo, la distanza dalla zona europea rende difficile la situazione della squadra di Milano, sempre obbligata a vincere. Sarà necessario ricaricare le batterie e ritrovare la lucidità per applicare con maggior efficacia i principi di gioco richiesti dall’allenatore e per provare a concludere in modo positivo una stagione che ancora vede l’Inter in corsa per un buon piazzamento in campionato nonché per la vittoria finale in Europa League.
Renato Montagnolo