Milano, 28 mag- Quel 28 maggio del 2003 a Manchester il clima era caldo, cosa strana a quelle latitudini, ma a renderlo ancora più bollente ci ha pensato il destino quando ha deciso di scrivere la storia del calcio europeo con una finale di Champions League tricolore: la famosa sfida fra Milan e Juve giocata all’Old Trafford e vinta ai rigori dai rossoneri. Partita decisamente poco spettacolare che si protrae fino ai calci di rigore con Shevchenko che trasforma quello decisivo con spietata freddezza mandando in visibilio il popolo rossonero. Sono due squadre di enorme spessore con nomi ormai parte della leggenda. Uno di questi, Gigi Buffon, giocherà un’altra finale fra pochi giorni.
Da quella finale molto è cambiato e le possibilità di rivedere un derby tutto italiano per salire sul tetto d’Europa sono ben sotto lo zero. Fatta eccezione per la Juve, vicinissima al Triplete, potremmo citare una nota canzone: tutto il resto è noia. La Roma viene eliminata ai preliminari dal Porto, squadra decisamente alla portata dei giallorossi mentre il Napoli è stato fatto fuori dal Real Madrid, uscendo comunque con onore. Per quanto riguarda l’Europa League, appena conclusasi con il successo del Manchester United di Mourinho, abbiamo assistito ad una vera e propria ecatombe delle italiche sorti.
Il successo del Milan in quella storica finale tutta italiana – l’ennesima persa dalla Juve – resta comunque da celebrare, consci che il ritorno delle nostre squadre alla grandezza europea è molto lontano. Eppure quell’anno il Milan partì proprio da lontano, dai preliminari, per poi alzare la coppa al cielo inglese.
Giacomo Bianchini