Cesena, 30 apr – E sono tre. Dopo aver colpito in rovesciata Cagliari e Torino, Mauricio Pinilla regala un’altra perla al Manuzzi di Cesena. Il minuto è l’82, mancano pochi minuti alla fine della partita che l’Atalanta sta perdendo per 2-1, quando un tiro rimpallato lascia la sfera sospesa in aria per qualche secondo. Siamo all’interno dell’area dei romagnoli, Pinilla non ci pensa un secondo, si coordina e rovescia in rete. L’impatto col pallone è più vicino alla punta che al collo del piede destro, e il gol è di quelli da raccontare. Atalanta quasi sicuramente salva e Cesena quasi sicuramente in B.
La rovesciata, d’altronde, Pinilla ce l’ha nel sangue. E non potrebbe essere altrimenti, visto che fu proprio un cileno, Ramòn Unzaga, ad eseguirla per la prima volta nel 1914 nello stadio “El Morro”, situato nei pressi del porto di Talcahuano . Ma fu un altro cileno, David Arellano, a rendere questa giocata famosa in Europa, quando il suo Colo-Colo fece una tournèe in Spagna. E’ il 1927 e da quel momento in poi da quelle parti la rovesciata verrà chiamata chilena o chilenita.
A consacrare definitivamente questa giocata fu in seguito il brasiliano Leonidas, protagonista del calcio carioca anni’30, la cui naturalezza ed elasticità con cui era in grado di rovesciare la palle in rete gli valse il soprannome di “uomo di gomma”. In Italia la rese immortale Parola, quello delle figure Panini (anche se in realtà quella famosa immagine ritrae una semi-rovesciata non una rovesciata).
Insomma, antenati illustri per Pinilla che se non riuscì a entrare nella storia per colpa della traversa nel mondiale di un anno fa in Brasile, sarà comunque ricordato per le sue rovesciate, un gesto tecnico che farà sempre sobbalzare l’amante del beau geste calcistico.
Rolando Mancini