Roma, 5 giu – L’avventura degli Azzurri all’ormai imminente Europeo di calcio inizia come peggio non si potrebbe. Oltre a infortuni vari e a una rosa decisamente sotto gli standard tecnici della nostra Nazionale, oltre all’affronto simbolico del 10 che fu di Rivera, Baggio, Del Piero, Totti dato a Thiago Motta, anche la colonna sonora sembra adeguarsi a quest’alone di sfiga.
Sky Sport ha infatti ideato una sigla per accompagnare gli Europei. Si tratta di “Happy”, il nuovo singolo dell’ultimo album di Luca Carboni, “Pop-Up”. Non si tratta, però, della stessa versione presente nell’album, ma di un testo riveduto e corretto con delle banalità calcistiche al posto delle banalità generiche presenti nel brano originale: “Non chiedermi perché passo l’estate con un pallone”, “Sono 40 nazionali, la palla al centro, chi vincerà?”. Cose così. A parte la palese forzatura di voler inserire temi calcistici nel brano e l’imbarazzo raggelante che ne scaturisce, quello che stupisce è però la lettura del testo originale. Nel brano presente nell’album, infatti, leggiamo questi due versi: “Odio i confini nazionali, odio la loro sacralità”.
È davvero curioso scegliere un brano così spiccatamente anti-nazionale per presentare un evento che vede, per l’appunto, “40 nazionali” contendersi la coppa, ognuna con i propri simboli, le proprie bandiere, i propri inni, la propria tradizione calcistica che esprime il proprio carattere nazionale (stravolgimenti multirazziali permettendo). Se non ci fossero i confini nazionali non ci sarebbero neanche le nazioni, cosa che avrebbe come ultima delle conseguenze anche la cancellazione di competizioni come gli Europei. Forse quelli come Luca Carboni dovrebbero cominciare a essere coerenti: se non ti piacciono i confini, intanto non seguire la Nazionale. E poi magari vattene pure dalla nazione.
Giorgio Nigra
7 comments
Non pensavo che Luca Carboni cantasse ancora. Da giovane le sue canzoni erano ottime come lassativi! Poi, niente di nuovo, che sia il solito canterino che ci invita ad abbracciare i “fratelli migranti”. Questi canterini vivono in un’esistenza dorata e fluida e possono contare che ci siano tanti cretini che pendono sulla bocca delle loro canzonette. D’altronde se si esprimessero in maniera diversa, la loro carriera sarebbe stroncata (ma guadegnerebbe in vera dignità).
Qualche buona canzone di Carboni l’ho ascoltata in vita mia, ma lui come persona è il classico radical chic bolognese ignorante e presuntuoso, di quelli che frequentano il Calice e fanno birignao sui culi dei piccioni. Io, comunque, cerco sempre di ragionare diversamente dai compagni, quindi separo l’artista dall’uomo e seguo due ordini di giudizio diversi. Stavolta, però, l’uomo Carboni ha invaso il campo del cantante Carboni – cosa tipica degli artisti che stanno invecchiando – e il risultato è quello che è: merda.
Pienamente concorde sia con l’ articolo, sia con i commenti precedenti.
A mia volta però, vorrei cogliere l’ occasione per sottolineare – tema che, mi pare, non sia ancora stato adeguatamente dibattuto – come il calcio, questo fenomeno ormai mediatico che non ha assolutamente più nulla dello sport vero (almeno per me, ed ovviamente mi riferisco al “grande calcio” delle nazionali e dei club miliardari) costituisca un vero e proprio fenomeno “trasversale”, utilissimo come arma in mano a chi – dagli anni ’90 ad oggi – ha cominciato a sdoganare poco per volta il concetto dell’infarcire le squadre di stranieri (a totale scapito dei “vivai” e delle giovanili nazionali) perchè senza stranieri non si vince, senza stranieri non si conclude nulla, non si va da nessuna parte, e poi vuoi mettere il richiamo mediatico che esercita un cognome straniero rispetto a quelli “semplicemente” italiani?
I tempi in cui si sentiva suonare l’Inno Nazionale, seguito poi da una teoria di cognomi come potevano essere Combi, Meazza, Schiavio, Ferrari (di cui mi onoro essere concittadino) ed il cuore di ascoltava si infiammava di vero orgoglio e spirito patriottico, non torneranno più. Quelli erano atleti che nascevano dal nostro stesso paese, dal nostro stesso contesto, e come tali a buon diritto erano (ed erano percepiti) come i portatori fulgidi del meglio del nostro sport, delle nostre virtù nazionali. Erano – come si usava dire sin dal MedioEvo – a tutti gli effetti i Campioni della Nazione, e come tali erano sentiti.
Adesso, sono solo nomi. E’ vero, si sentono ancora strimpellare gli inni nazionali, ci sono ancora bandiere che sventolano e magliette multicolori. Ma sono solo, appunto, colori, tinte, come costumi di carnevale, non più simboli ed emblemi, come un tempo.
Quello che voglio dire è che il calcio, tra tutti gli sport di massa – e come tale fenomeno mediatico a tutti gli effetti – per la sua fluidità di fondo, è stato il primo (ed è sfruttato accanitamente tutt’ ora in questo senso) a cristallizzare e privare di significato emblemi come bandiere, divise, spirito nazionale, sostituendoli gradatamente con quella atmosfera da “embrassons nous” generale, come un gigantesco (ed altrettanto promiscuo) carnevale di rio.
In linea e non gli do una lira né su sky né su premium
Se le mandano gratis bene altrimenti se la guardino gli schiavetti della tv ,ormai non interessa più la gente che và allo stadio
Meglio il Volo ,altro che carboni , oppure Povia al limite
“Leggo l’articolo e rido, leggo i vostri commenti e piango”! Mi rendo conto come l’Italia ogni giorno arretra culturalmente e mentalmente. A parte il calcio, l’ideologia politica e le visioni del mondo, la musica resta la musica. A prescindere dai gusti e dalle valutazioni “ad personam”, l’articolo è l’esempio calzante del riferimento alla frase “odio i confini nazionali, odio la loro sacralità”. I commenti rappresentano appunto (la chiusura mentale dei confini della critica). Da parte mia : Amo la musica e la libertà di pensiero, Amo il dialogo e soprattutto il pensiero di Luca.
Ma quell idiota che ha scritto l articolo oltre a scrivere cazzate ha pure dimostrato quanto questo articolo sia stato scritto esclusivamente per fare polemiche stupide e inutili, perché almeno poteva evitare di fare la figura del cioccolataio dicendo che all europeo partecipano sono 40 ,solo perché lo dice la canzone, andandosi ad informare 2 minuti per scoprire che in realtà sono 16, e 24 da quest edizione. Ma dato che i pirla che hanno polemizzato nei commenti sono più ignoranti di quel coglione che ha scritto l articolo, vi lascio nel vostro brodo. Pensateci prima di scrivere sta immondizia. Nel mondo non sono tutti ignoranti e fessi!