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Domenico Durante: portiere, pittore e campione d’Italia

by Marco Battistini
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Domenico Durante portiere pittore

Roma, 21 lug – Quello dell’estremo difensore, si sa, è un ruolo abbastanza particolare. Talmente tanto diverso dalle altre dieci posizioni di movimento da “meritarsi” un tecnico – e con esso una preparazione e un allenamento – specifico. In una delle sue cinque poesie sul gioco del calcio il triestino Umberto Saba dedicò gran parte dell’ultimo scritto (Goal) proprio alle due figure contrapposte che vivono all’ombra di pali e traverse. Arte e pallone d’altronde si sono incontrate molto più spesso di quanto si possa pensare. Come nel caso di Domenico Durante, portiere e pittore. Nonché campione d’Italia con la maglia della Juventus.

Il primo titolo della Juventus

Siamo a cavallo tra il secolo del Risorgimento e quello bagnato dal sangue delle due guerre mondiali. Il nostro nasce sul finire del 1879 nel piccolo centro cuneese di Murazzano, in passato “scudo e chiave del Piemonte”, oggi neanche novecento abitanti. Si appassiona fin da giovane alla nascente pratica del calcio, rinforzando così ad inizio ‘900 le fila della Ginnastica Torino.

Sapeva usare egregiamente le mani Durante, portiere nel tempo libero, pittore e ritrattista per professione. Con la maglia bianconera vinse il primo campionato nazionale della lunga storia bianconera. 1905, ottava edizione della Prima Categoria: sei sole squadre tra Liguria, Piemonte e Lombardia, ma qualche nome ancora oggi presente nell’olimpo dell’italica pedata. Oltre alla Vecchia Signora, Genoa e Milan. E poi l’Andrea Doria, il Torinese e l’Unione Sportiva Milanese, antenate – tra fusioni e incorporazioni – di Sampdoria, Torino e Inter.

Tarchiato e baffuto, si dice non avesse un ottimale rapporto con i direttori di gara. Anzi, secondo un collega, “quando non gli andava una decisione dell’arbitro, si girava verso il pubblico, sventolava il berretto ed urlava: mi appello al popolo!”. Champagne nello spogliatoio, originale integratore decisamente in anticipo rispetto alle moderne bevande fosforescenti (ma qui siamo vicini alla leggenda). Sentinella della porta juventina per undici stagioni, capostipite di un lungo elenco tricolore: Combi, Sentimenti, Zoff, Tacconi, Peruzzi, Buffon. E domani, chissà, Di Gregorio.

Domenico Durante, portiere e pittore bianconero

Con lo pseudonimo di Durantin fu anche disegnatore, collaborando a carriera conclusa con Hurrà! Nato come bollettino ufficiale della squadra per alimentare i contatti con i soci impegnati al fronte, è lo storico mensile che proseguirà l’avventura editoriale sotto il nome di Hurrà Juventus.

Dal pallone al pennello. Cresciuto in una famiglia agiata, Domenico Durante studia all’Accademia Belle Arti dell’odierno capoluogo piemontese. Dipinge (anche nello stesso periodo in cui gioca) in maniera eccellente, tanto che può far mostra delle sue opere a Firenze e Venezia – oltre che a Torino. Conquista, tra gli altri, anche il re Vittorio Emanuele III. Proprio sulla laguna dal 1907 è ospite della Biennale.

Tra Verismo e Simbolismo, è artista certamente più tradizionale rispetto ai futuristi. In mezzo a tantissimi volti femminili, spesso sorridenti, un autoritratto del pittore quasi cinquantenne con la divisa juventina. “Ombroso e intenso”, per dirla con Vittorio Sgarbi. «Domenico Maria Durante, campione di calcio et pittore» recita la dicitura posta in basso. Segni particolari dell’opera? Uno scudo, ovale e tricolore, completato dal fascio littorio dorato e la sigla Fic. Un omaggio al campionato vinto con la Vecchia Signora, certo. Ma forse, correndo l’anno 1926, anche ai fasci italiani di combattimento…

Marco Battistini

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