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Clamoroso (non solo) al Cibali: quella vulcanica rimonta del Catania

by Marco Battistini
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Roma, 17 set – Eruzioni e terremoti. Ma anche gli appellativi di Sicula Atene – per via della vivace attività universitaria – e Milano del Sud (negli anni del boom economico). Da qualunque lato la si voglia guardare quella di Catania, è una storia mai banale. La protettrice dei re, affacciata sulle acque dello Ionio e sorvegliata dal vulcano più attivo d’Europa. L’azzurro crespato del mare e il rosso vivo del magma che si uniscono, anche cromaticamente, nei destini calcistici della città etnea.

Zenga saluta, arriva Atzori: una falsa partenza

Correva l’annata 2009/2010, correva – per lo meno da dicembre in avanti – l’elefante con un pallone di cuoio tra i piedi. Dopo l’addio di Walter Zenga il presidente Pulvirenti sceglie per la panchina catanese l’emergente Atzori. L’ex difensore di Perugia, Ravenna ed Empoli (già vice di Baldini proprio in Sicilia) nella sua stagione d’esordio si è messo in mostra con i giallorossi di Romagna, cogliendo un buon terzo posto nel campionato di Lega Pro. Il salto è di quelli importanti ma la squadra che solo pochi mesi prima festeggiava il record di punti in serie A sembra un lontano ricordo. Subito tre sconfitte, il primo pareggio arriva nella seconda metà di settembre. La vittoria, invece, si fa attendere fino al 18 ottobre, giorno in cui al Massimino capitola il Cagliari.

La colonia argentina

Il successo sui sardi è un’illusione che svanirà nelle seguenti gare. Due punticini racimolati in sette turni fanno sì che il cambio di guardia sia inevitabile. Sinisa Mihajlovic – il nuovo tecnico in sede di presentazione si dice sicuro della salvezza – ci mette due settimane a ribaltare l’ambiente. Per Natale si regala una prestigiosa quanto storica affermazione (dopo quasi mezzo secolo) in casa della Juventus. L’orgoglioso serbo chiude poi le feste superando di misura il Bologna: la società apprezza e contraccambia tesserando Maxi Lopez.

Il centravanti – oggi proprietario del Birmingham – va a infoltire la già numerosa colonia argentina (nazione fortemente eurodescendiente: si stima che quasi l’80% della popolazione abbia origini europee, in particolar modo italiane), rivelandosi decisivo sin da subito. Sua la rete che permette ai rossazzurri di espugnare un altro campo importante, quello della Lazio. Dal pareggio di Cagliari fino all’ultima vittoria contro il Genoa, le sue altre 10 reti porteranno punti pesanti all’ombra dell’Etna.

Clamoroso al Cibali: Catania – Inter 3-1

Ma il vero capolavoro Mihajlovic lo confezione in un venerdì sera di fine inverno. In Sicilia ospitano quell’Inter – stessa avversaria del giugno ‘61, quando le orecchie degli italiani ascoltarono il debutto radiofonico dell’oggi iconico “clamoroso al Cibali!” – che di lì a poche settimane si appresterà a vincere tutto. Nonostante un ravvicinato impegno continentale, Mourinho schiera la formazione migliore. Frizzante come l’aria della primavera in arrivo, la gara è giocata alla pari. Equilibrio spezzato a inizio ripresa dal “solito” Milito. Ma i padroni di casa – come se avessero assorbito il carattere fiero del proprio allenatore – incassa il duro colpo e rimane in partita. E nell’ultimo quarto d’ora la ribalta.

Prima del folle minuto (scarso) di Muntari, è lo stesso Maxi Lopez a sorprendere Lucio e fulminare Julio Cesar. Poi – appunto – il neoentrato ghanese si fa espellere causando un rigore. Mascara con il cucchiaio firma il sorpasso. Il 3-1 finale porta la firma di Martinez, che sulla sinistra scappa non lasciando scampo alla difesa nerazzurra.

Nonostante il grave ritardo iniziale gli etnei si salveranno con una giornata d’anticipo. Raggiungendo quota 45 punti. Ennesima impresa di un Catania clamoroso…non solo al Cibali.

Marco Battistini

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