Roma, 30 mag – Neanche il tempo di festeggiare il risultato raggiunto – o al contrario, di leccarsi le ferite – che, in attesa degli imminenti campionati europei, tutte le società hanno iniziato a muoversi per pianificare la stagione 2021/22. In un sessione che si prospetta ancora una volta a bassa movimentazione di capitali, saranno le idee e le intuizioni degli addetti ai lavori a fare la differenza. Per il momento più di qualcosa si è mosso sul calciomercato degli allenatori delle squadre che il prossimo anno rappresenteranno la nostra nazione in Europa.
Roma e Lazio: entusiasmi e mezze rivoluzioni
Salutato senza tanti rimpianti il portoghese Paulo Fonseca, la lupa capitolina ha accolto a braccia aperte il clamoroso ritorno in Italia del connazionale José Mourinho. Lo Special One – e non poteva essere altrimenti – ha riacceso l’entusiasmo della piazza giallorossa che cerca il riscatto dopo diversi anni passati lontani dalle posizioni di vertice. I 30 punti dall’Inter campione d’Italia sono una distanza importante da colmare. Si partirà dalla ricerca di un numero 1 affidabile e si cercherà di convincere il gallo Belotti per l’attacco. Il salto di qualità può comunque passare anche dall’assalto alla Conference League.
Sull’altra sponda del Tevere l’addio di Simone Inzaghi – da 6 stagioni sulla panchina biancoceleste – è una mezza rivoluzione. Una volta deciso il successore, saranno innanzitutto da valutare i rinnovi di tre senatori. Se Parolo e Lulic sembrano ai saluti, qualche possibilità in più di permanenza dovrebbe averla il romeno Radu, che nella stagione appena conclusa è diventato il calciatore più presente nella storia delle aquile romane.
Conferme eccellenti a Zingonia e Milanello
Il calciomercato degli allenatori non tocca l’Atalanta: confermatissimo il Gasp, in sella dal 2016. Massima attenzione al bilancio – i sicuri riscatti di Barrow (Bologna) e Ibanez (Roma) porteranno comunque un tesoretto di 20 milioni abbondanti – e, se arrivasse la giusta offerta, nessun incedibile. Come da prassi la rosa verrà puntellata con giovani di prospettiva.
La seconda forza dello scorso campionato torna a fare… il Milan. Ci riferiamo naturalmente al caso Donnarumma, con la società rossonera che ha ristabilito le gerarchie tra chi decide e chi, invece, scende in campo. A tal proposito è stato piazzato il primo colpo: la porta del diavolo sarà infatti difesa dal fresco vincitore della Ligue 1 Maignan. Ma ci riferiamo anche al ritorno in Coppa dei Campioni, da sempre habitat della più antica squadra di Milano. Ora la palla passa a Maldini e ai suoi uomini-mercato per consegnare a Stefano Pioli una squadra che possa correre su tutti e tre i fronti.
La Juventus torna al passato
Al “maestro” non sono bastate Coppa Italia, Supercoppa e quarto posto. Dopo l’esperimento Sarri e l’azzardo Pirlo la Vecchia Signora vira sull’usato garantito. A Massimiliano Allegri il compito di riprendere il comando in patria e di arrivare in fondo in Europa, traguardo sfuggito in finale già nel 2015 e 2017. Conosce già ambiente e squadra, che perderà un paio di senatori ma – al netto di CR7 e delle ipotesi di mercato (Donnarumma? Pogba? Icardi?) – rimane una delle migliori rose per qualità ed ampiezza.
Calciomercato degli allenatori: cosa faranno Napoli e Inter?
Cambio di allenatore anche all’ombra del Vesuvio. Fuori Ringhio Gattuso – alla Fiorentina, dove vorrebbe farsi seguire da Bakayoko e Politano – dentro Luciano Spalletti. Fermo da un biennio, il tecnico di Certaldo porterà all’ombra del Vesuvio il suo caratteristico 4-2-3-1 attraverso il quale proverà a far passare al caloroso ambiente napoletano l’amarezza per la mancata qualificazione Champions. E perché no, puntare forte sull’Europa League.
Terremoto – prevedibile – in casa dei campioni d’Italia. Tra i tagli messi in conto dalla proprietà cinese (attivo sul mercato di almeno 80 milioni, taglio costo del lavoro pari al 15%) e le volontà – da sempre al rialzo – di Antonio Conte si è consumato un amaro divorzio. Scelta ripiegata sull’ex tecnico laziale che continuerà con l’impostazione tattica del predecessore.
Dall’incontro tra tifoseria organizzata e dirigenza è filtrato che si farà il possibile per sacrificare un solo big. Una provocazione: e se sull’altare dell’austerità venisse sacrificato il bomber Lukaku? Perdere un giocatore – per quanto importante – è sempre preferibile alla cessione di 2/3 colonne portanti. Inoltre sappiamo che i “giocatori di Conte” sotto un’altra guida tecnica non sempre hanno lo stesso rendimento, anzi. Infine, se il tecnico leccese dovesse realmente trovare squadra (Real Madrid, PSG o Tottenham) farebbe carte false per poter continuare il rapporto lavorativo con BigRom. Il cui cartellino, già ammortizzato per il 40%, vale ora – per l’appunto – almeno 90 milioni di euro.
Marco Battistini