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Calcio d’autunno, si fa sul serio. La Serie A ha già trovato i suoi padroni?

by Marco Battistini
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Roma, 14 set – Ufficialmente iniziato nella settimana di ferragosto, come da tradizione il campionato di Serie A comincia a “fare sul serio” solamente dopo la prima sosta riservata alla nazionale. L’antipasto del massimo campionato ci introduce quindi al ben più corposo calcio d’autunno. E se la classifica, com’è giusto che sia, ancora non può far testo, i primi 270’ di gioco – più recupero, visti i tempi – ci hanno già riservato utili appunti per (provare a prevedere) il futuro prossimo dell’alta classifica. Ma andiamo nel dettaglio.

La falsa partenza del Bologna

Con due soli punti racimolati nelle prime tre gare di campionato Roma, Milan e Bologna si ritrovano mestamente nella parte destra della classifica. Nulla di cui preoccuparsi ma, mai come in questo caso, le prospettive sono davvero differenti. La compagine rossoblu, vera sorpresa dello scorso campionato, rischia infatti di ridimensionarsi immediatamente. Perso lo sceneggiatore (Thiago Motta) i felsinei hanno fatto cassa con le cessioni di Calafiori e Zirkzee, protagonisti assoluti del ritorno in Europa. Tra i pochi investimenti, uno – Cambiaghi – salterà causa infortunio metà stagione. Piove sul bagnato insomma per Italiano: l’ex viola dovrà riguadagnare subito terreno giocando ogni tre giorni. La bassa età media (24,4) potrà garantire vigore fisico. Ma, rovesciando la medaglia, alla lunga sul piano mentale può diventare – soprattutto a certi livelli – uno svantaggio non di poco conto.

Milan e Roma: limiti e punti di forza

Sta virtualmente meglio la Roma, nonostante il sanguinoso passo falso interno patito a favore dell’Empoli. Se Mancini e soci sono davvero la realtà compatta vista a Torino i giallorossi faranno strada, però – secondo chi scrive – non si può prescindere dall’estro di Dybala. Ovviamente De Rossi ha bisogno dei gol del finora deludente Dovbyk. Senza dimenticare il potenziale (ancora inespresso) di Soulé e Baldanzi. Dal Tevere ai Navigli, delusione palpabile in casa Milan. Con la peggior difesa al pari di Lecce e Atalanta, Fonseca sembra non avere ancora il polso della situazione: la fase di non possesso fa acqua da tutte le parti e pure lo spogliatoio ha “qualche” problema da risolvere (leggere alle voci Theo Hernandez e Leao). Note positive le risorse dell’attacco, rinforzato sia nella prima scelta che in panchina – Morata, Abraham. Per fare il salto di qualità ci vorrebbe un Ibrahimovic… in campo: il peso specifico dello svedese in versione dirigente sembra non avvicinarsi minimamente al carisma infuso dallo Zlatan-giocatore.

Calcio d’autunno, ambizioni europee

Se l’ambiziosa Atalanta sembra uscita parecchio ridimensionata dal recente 4-0 di San Siro, la Lazio rimane un punto interrogativo. La Fiorentina è partita con il freno a mano tirato (e che fatica in Conference). Sì, perché nonostante due cessioni eccellenti – la colonna Milenkovic e un giocatore da quaranta reti in tre anni come Nico Gonzalez – la società viola ha messo a disposizione di Palladino tanti validi profili che, particolare non da poco, conoscono il campionato italiano: Pongracic, Cataldi, Bove, Adli, Gosens, Colpani, Kean e – soprattutto – Gudmundsson.

Si è ripreso – dopo la partenza da film dell’orrore di Verona – il Napoli di Antonio Conte. Analogamente al Diavolo gli azzurri hanno mostrato limiti dietro e spunti interessanti davanti. L’entusiasmo di certo non manca, ma la sensazione dopo le primissime giornate è che sia ancora troppo presto per tornare a parlare di proiezioni scudetto.

Una “nuova” Juve contro la “solita” Inter?

Eccoci a loro, Juventus e Inter, eterne duellanti del calcio nostrano. Nuova negli uomini ma ancora saldamente “allegriana” nell’interpretazione, la compagine bianconera ha investito parecchio – circa duecento milioni – per ridurre la distanza dai campioni d’Italia in carica. Finora è stata la Vecchia Signora dei giovani (Savona, Cabal, Fagioli, Mbangula, Yildiz), arriverà ben presto il momento dei nuovi pezzi da novanta, in campo per un totale di soli duecento minuti. Koopmeiners e Nico Gonzalez dovranno però dimostrare di essere pronti per fare il salto di qualità, mentre l’impatto dei vari Douglas Luiz, Khéphren Thuram, Francisco Conceição sarà da valutare nel pur sempre difficile campionato italiano.

Due vittorie “dovute” – Como, Verona – e qualche difficoltà nel trovare le giocate giuste quando, contro la Roma, l’asticella si è alzata. Ad oggi quindi neanche Madama può spaventare il Biscione nerazzurro. Forti di consolidate certezze gli uomini di Inzaghi hanno già digerito il mezzo passo falso di Genova, facendolo sembrare una semplice casualità. È solo l’inizio, è vero, tuttavia con un Lautaro che deve ancora sbloccarsi tutto sembra convergere verso il bis. Eppure le previsioni, si sa, sono fatte proprio per essere smentite. Il calcio d’autunno con i suoi punti pesanti saprà dirci qualcosa di più…

Marco Battistini

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