Roma, 26 mag — Arbitro, non arbitra (che, questo lo aggiungiamo noi, è pure orrendo da sentire): non ha dubbi né remore Maria Sole Ferrieri Caputi, 32 anni, la grande favorita per l’esordio da primo direttore di gara donna del campionato di serie A 2022/23. «Per merito e non per privilegio», tiene a sottolineare il presidente dell’Associazione italiana arbitri Alfredo Trentalange.
L’arbitro Ferrieri debutterà in A?
E Ferrieri, stando a quanto emerge dai suoi parametri, ha tutte le carte in regola per un debutto in A. Niente corsie preferenziali o quote rosa per lei, e nemmeno assurde storpiature boldriniane di linguaggio tanto caro al femminismo un tanto al chilo di stampo odierno. Tanta attenzione alle desinenze, direttamente proporzionale al silenzio sulle questioni fondamentali. Ferrieri si sente l’avanguardia di un fenomeno in aumento costante. «Io sono soltanto la punta dell’iceberg di un movimento in crescita. Sono soddisfatta, ma ho tanto da imparare», spiega. Le fa eco Trantalange, che aggiunge: «Il mondo degli arbitri ha bisogno di belle storie».
Niente quote rosa o storpiature boldriniane
Maria Sole Ferrieri si era già distinta nel dicembre di un anno fa, quando fu la prima donna arbitro a dirigere il Cagliari in Coppa Italia, sedicesimi di finale. «Non chiamatemi arbitra, ma arbitro — dichiarò all’epoca in un’intervista al Corriere — Novanta volte su cento quando mi dicono arbitra è per sottolineare che sono una donna. Quindi preferisco arbitro. Credo che quando non ci sarà più l’esigenza di sottolinearlo, allora vorrà dire che ci sarà davvero parità». Che sia arbitro, allora, e non diversamente: viene da chiedersi, a questo proposito, perché le maggiori testate — citiamo Repubblica e il Corriere — si rifiutino di chiamarla così come lei vuole, e preferiscano titolare i loro articoli con la denominazione «arbitra». Scontrandosi con la precisa volontà di Ferrieri e ottemperando ad altri diktat. Che evidentemente cadono da un’altezza maggiore.
Cristina Gauri