Roma, 5 dic – Ci avviciniamo al solstizio d’inverno e, tra letture e lampade di Yule, i più appassionati ai miti antichi, in particolare alla mitologia nordica, probabilmente sono ancora in febbrile attesa per l’uscita della seconda parte della sesta stagione di Vikings. Il trailer ufficiale dell’ultima stagione della fortuna serie gira infatti già da un po’ di tempo sul web, pubblicizzandone l’uscita negli Usa trasmessa in anteprima su Amazon Prime Video.
Amazon «esclude» l’Italia da Vikings
Il «fortunato» magnate statunitense Jeff Bezos però, sempre più sotto attacco per le sue avide politiche di strangolamento del commercio di vicinato, ancora sta escludendo l’Italia e altri paesi europei dalla disponibilità dello show di History su Amazon, che sarà comunque trasmesso più avanti, nonostante questi paesi abbiano un accordo con l’etichetta di distribuzione. È proprio per bocca del vicepresidente della sezione Cotent Licensing di Amazon a spiegare che gli accordi presi con History, validi solo per gli States e poche nazioni europee, escludono la nostra nazione dall’anteprima della serie «norrena». I diritti di Vikings in Italia sono infatti esclusività di Tim Vision la quale, come accaduto con la prima parte della sesta stagione, la distribuisce agli utenti a pagamento appena il giorno dopo della prima visione su Amazon Prime Video.
Probabilmente ci toccherà attendere fino al 2021 per iniziare a vedere gli ultimi dieci episodi della saga scandinava, entrata in collisione con i Rus ucraini plagiati da Ìvaar Senz’ossa, per comprendere il destino di Kattegat. Intanto però, possiamo già annunciarvi che Netflix è al lavoro con la produzione di una nuova serie sequel dal titolo Valhalla e che ci riporterà in un’epoca vissuta tra i fiordi scandinavi, anche se girata in Irlanda, un secolo dopo rispetto al termine della sesta stagione di Vikings. La serie Valhalla narrerà quindi in digitale le antiche storie dei vichinghi William il Conquistatore, Leif Erikson, Herald Harada e Fredys, ambientate all’alba del Secondo millennio.
Allora torniamo a leggere
Nell’attesa però di farci rincoglionire nuovamente dalle multinazionali cinematografiche, stando agli interessati comodi di popoli senza storia, possiamo sempre impiegare al meglio il nostro tempo lontano dagli schermi, tornando al profumo antico della carta stampata nei vecchi libri che, senza odiose pubblicità o problemi di connessione, narrano ancor più fedelmente miti e leggende proprie della nostra civiltà europea.
Andrea Bonazza
5 comments
Si tengano pure le loro distorte versioni storiche e la propaganda infilata in ogni angolo di televisione. Spazzatura
Senti caro andea, so che sei di bolzano. Lì la roba nei negozi costa, con la stessa marca, il triplo rispetto ad amazon. E questo perchè giustamente amazon non paga le tasse. Se i negozietti del cazzo, che tra l’altro si fanno sempre i cazzi tuoi, si decidessero anche loro a non pagare le tasse, allora vedrai che la gente tornerà ad acquistare da loro. Invece voi italiani siete sempre i soliti mandolinari del cazzo. Vi lagnate ma non vi ribellate. E l’unica cosa che sapete proporre è far pagare le tasse comuniste ad amazon. Così da far alzare i loro prezzi e a far svotare le nostre tasche. Avevano ragione i superstiti della rsi. Voi di caccapound non siete FASCISTI. MA COMUNISTI TRAVESTITI.
Vai tranquillo che tasse o non tasse, A. una volta conquistato il mercato, i prezzi li alzerà comunque.Che poi ci sia solo una guerra tra comunisti, caro Andrea, lo vedremo alla fine… degli illusi atei!
(“Piccola” nota: tra chi si è ribellato, anni fa, sono fioccati anni di isolamento, persino galera e morti…, insomma ci andrei molto cauto con certe affermazioni)
Il Solstizio d’ Inverno è nel ns, cuore, non ha bisogno di film, anzi è proprio un appuntamento ciclico, simbolico, naturale che ci rende liberi da qualsiasi malefica e degenerante strumentalizzazione. Chi crede negli alti valori e sentire, non può non rapportarsi che ad esso. Cristianesimo-cattolicesimo compreso.
ma dove vivete? Quasi tutto quello che comprate su amazon è venduto da venditori che con amazon hanno poco a che fare. Persino i prodotti “venduti e spediti” da amazon, nella maggior parte dei casi sono prodotti di piccoli imprenditori che affidano i pacchi ad amazon per snellire la gestione logistica. Quindi amazon non paga le tasse? ok! MA tutti i piccoli imprenditori che vendono su amazon le tasse le pagano, e pure belle profumate dato che loro il nero non lo possono fare….
Se a bolzano un paio di scarpe costa il triplo che sul marketplace di pinco pallo, evidentemente il commerciante di bolzano o è una pippa o è un ladro, e internet non fa prigionieri…