Roma, 16 dic – Elodie se la prende con Gino Paoli per una frase del cantautore che aveva criticato la deriva del mondo dello spettacolo: “Oggi emergono le cantanti che mostrano il culo”
L’intervista di Gino Paoli al Corriere
C’è un po’ di tutto nella lunga intervista concessa da Gino Paoli al Corriere della sera. Tra confessioni personali e retrospettive finisce per essere uno spaccato dell’Italia che fu. Nel quadro c’è anche il ritratto crudo della Seconda guerra mondiale, dal quale emerge prima il dramma delle Foibe che colpì la famiglia della madre di Paoli: “Brave persone che non avevano fatto nulla di male, sacrificate alla pulizia etnica dei titini. Di loro non è rimasto niente: non un corpo, non una tomba”. Poi anche il ricordo delle violenze partigiane: “La mia maestra, accusata di collaborazionismo, fu ammazzata dai partigiani, dopo essere stata rasata e condotta nuda per strada, tra due ali di folla che le sputava addosso”. Ammissioni che devono aver sorpreso l’intervistatore, tanto da fargli chiedere: “Lei Paoli non era comunista?”. Non a caso il cantautore più avanti rivendica la presenza in strada durante gli scontri a Genova contro il governo Tambroni. Ma poi c’è anche il giudizio negativo del ’68: “Era una falsa rivoluzione. Non mi apparteneva”.
La frase “incriminata”
Nel flusso dei ricordi ogni tanto trova spazio anche l’attualità, come nella frase “incriminata”, quando alla domanda “perché scrive che lo spettacolo è un mondo di merda?”, risponde: “Perché è tutto apparenza. Oggi peggio di ieri. Ieri avevamo Mina e la Vanoni. Oggi emergono le cantanti che mostrano il culo”. La prima a scattare è stata Elodie: “Ci sono artisti che hanno scritto capolavori, ma nella vita di tutti i giorni sono delle merde, è così. Io preferisco essere una bella persona”. Le ha fatto poi eco Emma Marrone: “Secondo me stiamo regredendo. Adesso criminalizzano Elodie o me per una culotte o perché metto i cerotti sul seno. Dove sta la libertà di esprimersi anche attraverso il corpo?”. È quantomeno curioso che questa polemica emerga da un’intervista in cui Paoli più volte lancia qualche sviolinata (anche eccessiva) al mondo femminile, tanto da definire le donne “più intelligenti” degli uomini, o nella quale non mostra chissà quali pruderie puritane. Insomma, il più classico dei dialogo tra sordi. Ma appunto è la conferma che dietro la rivendicazione dell’uso e della sessualizzazione del corpo femminile, non ci sia altro che un guscio vuoto.
Michele Iozzino