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E’ morto Ruggero Deodato. Con Cannibal Holocaust riscrisse l’horror e raccapricciò il mondo

by Cristina Gauri
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deodato

Roma, 29 dic — Monsieur Cannibal si è spento oggi: muore a 83 anni il regista e sceneggiatore italiano Ruggero Deodato, maestro del cinema che regalò al pubblico cinematografico capolavori quali Ultimo mondo cannibale del 1977 e soprattutto Cannibal Holocaust, (1980). Nato a Potenza, iniziò la sua carriera nel cinema con commedie e polizieschi, ma lasciò un segno indelebile soprattutto come regista di film horror, sempre alle prese con la censura con la quale tuttavia non scese mai a compromessi.

Si è spento il registra horror Ruggero Deodato

Cannibal Holocaust, il suo masterpiece, risale al 1980, ma Deodato iniziò tre anni prima ad esplorare il mondo cannibale e trasporlo su pellicola. Nel 1977 dirigerà Ultimo mondo cannibale, inizialmente concepito come sequel di Il paese del sesso selvaggio di Umberto Lenzi. Cannibal Holocaust, considerato uno dei film più agghiaccianti e controversi della storia del cinema, racconta della spedizione intrapresa da un gruppo di antropologi nell’Amazzonia brasiliana, allo scopo di documentare le abitudini di una popolazione di indios dediti al cannibalismo. La pellicola è concepita e realizzata come un finto documentario e per questo Deodato è considerato anche uno dei padri del mockumentary, ripreso anni dopo da The Blair Witch Project che a sua volta inaugurò una lunga serie di pellicole di quel genere.

Il culto di Cannibal Holocaust

Per il concentrato di violenza splatter, a tratti raccapricciante — persino per gli standard odierni — la pellicola destò enorme scalpore all’epoca, suscitando accese polemiche e innescando molteplici tentativi di censura. Costò a Deodato una condanna a quattro mesi di carcere con la condizionale per le scene delle uccisioni degli animali, girate tutte con bestie vere. Per questo motivo Cannibal Holocaust diventò oggetto di culto a livello internazionale da parte degli appassionati del genere, arrivando a influenzare registi di epoche successive, primo fra tutti Quentin Tarantino, che cita Deodato tra le sue influenze, ma anche Oliver Stone e Eli Roth.

La trilogia del cannibalismo venne poi chiusa nel 1985 con Inferno in diretta. Il resto della carriera di Deodato si snoda tra la produzione di altre pellicole — mai di successo come i primi lavori —  serie televisive e la direzione di spot pubblicitari per marchi come Piaggio, Fiat, Philips, Carrera e molti altri. Nel 2016 aveva presentato al Lucca Film Festival il suo ultimo film, Ballad in Blood, ispirato all’omicidio di Meredith Kercher.

Cristina Gauri

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