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Angelini, mea culpa per il lavoro nero: “Farò pausa”. E i vip che lo sostennero?

by Ilaria Paoletti
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Angelini, vip

Roma, 21 mag – Arrivano dovute e anche un po’ inaspetate le scuse di Roberto Angelini, chitarrista del teatrino radical chic Propaganda live  e protagonista di una bruttissima figura sul lavoro in nero. Se lui chiede scusa, però, lo stesso non fanno i vippucci corsi a esprimergli solidarietà e che magari hanno pure la faccia tosta di esibirsi sul palco del Primo Maggio

Angelini: “Chiedo scusa, mi prendo una pausa”

Chiedo scusa. Ho sbagliato e mi dispiace. Ripongo la chitarra nella custodia e mi prendo una pausa”, scrive sui social il musicista di Propaganda Live,  condotto da Diego Bianchi su La7. Come ricorderete, Angelini scrisse un post strappalacrime in cui chiamava una sua ex dipendente “pazza incattivita” perché responsabile di una multa comminatagli dalla Guardia di Finanza per lavoro in nero. La sanzione ammontava a 15mila euro. Immediatamente, dopo la sua versione data in pasto ai social, su Instagram sono corsi ad esprimere solidarietà nei suoi confronti tutti i vip più “buoni” dello spettacolo italiano.

Elodie, Jovanotti, Marrone: le loro scuse?

A dargli coraggio e quindi a supportare lo sfruttamento del lavoro in nero ci sono stati Elodie, che altrove si scaglia con veemenza contro la Lega “omofoba”, Jovanotti, quello che milioni di anni fa parlava di “cancellare il debito” ai Paesi del Terzo Mondo, Margherita Vicario, una che col suo pezzo Mandela in pratica ha sdoganato il catcalling che va bene se te lo fa un immigrato, Max Gazzè, Ambra Angiolini che invece il Primo Maggio  lo ha condotto (e che ha fatto sparire il commento), Emma Marrone e anche Leo Pari, uno che invece è stato estimatore e collaboratore di Beppe Grillo sin dalla prima ora tanto da scrivere l’inno del Vaffa Day. Attendiamo anche da loro le scuse per aver dato per buona la versione del loro collega. Mentre la realtà è che la ragazza, assunta in nero dal 2019, è stata fermata per dei controlli di polizia: eravamo in zona rossa e consegnava il cibo del ristorante di Angelini. Ecco come è scattata la denuncia, altro che “pazza incattivita”. Se qui c’è qualcuno di incattivito sotto le mentite spoglie di agnelli petalosi è tutto il vippume nostrano. Rispetto a loro, Angelini almeno ha avuto il buon senso di battere in ritirata: loro invece ce li ritroveremo a pontificare su multiculturalismo, diritti ed accoglienza ancora per molto.

Ilaria Paoletti

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