Roma, 30 ott – Questa mattina, alle 7:41, l’Italia centrale è stata scossa da un violento sisma di magnitudo 6.5 localizzato nei pressi di Norcia. Quest’ultimo sisma rientra perfettamente nello sciame sismico che stiamo osservando dopo l’evento iniziale del 24 agosto scorso ad Amatrice. Quello su cui vorremmo fare chiarezza ora è sulla stima della magnitudo, ovvero l’energia rilasciata da un terremoto, dato che parecchie persone, anche tra i nostri parlamentari, sembrano molto confuse e stanno ricominciando a circolare la solita bufala della magnitudo ribassata per evitare che lo Stato paghi i danni.
Cominciamo subito con la prima precisazione: il valore della magnitudo non viene utilizzato per il risarcimento dei danni prodotti da un sisma, in passato, ma ora non più, venivano utilizzati i valori di intensità calcolata sulla base della scala Mercalli (in realtà la scala Mercalli-Cancani-Sieberg).
La magnitudo (M) non è un valore assoluto. E’ importante capire che si tratta di un parametro fisico calcolato in base ai dati registrati dai sismogrammi, pertanto esiste un margine di incertezza che di solito resta entro il +/- 0,3.
Quasi ogni Stato ha il proprio istituto di geofisica che, sulla base dei dati della propria rete sismica, calcola l’intensità M di un terremoto: questa differisce da istituto ad istituto perché ciascuno lavora con i propri parametri crostali di riferimento (sono dei coefficienti). In Italia pertanto fa fede l’INGV che comunque invia i propri dati in Francia al EMSC che fa una seconda verifica e in caso li usa per adeguare i propri risultati.
Non esiste una sola magnitudo; come già detto in occasione del terremoto di Amatrice ne esistono diverse che prendono in considerazione parametri diversi dell’onda sismica e dello strumento che la registra, pertanto esiste la magnitudo volume (Mb) la magnitudo locale (Ml) la magnitudo momento (Mw), la magnitudo delle onde superficiali (Ms) e così via. Queste possono variare di poco tra di loro ma più si hanno dati dai sismografi più questa variazione è minima.
Per calcolare con un buon margine di incertezza la magnitudo di un sisma occorre incrociare i dati provenienti dalle stazioni di rilevamento della rete sismica nazionale e questo richiede tempo. Però l’INGV, così come gli altri istituti mondiali, rilascia il valore preliminare in modo da poter allertare tempestivamente gli organismi di protezione civile, gli enti locali, i media. Questo valore rilasciato è dotato di un maggiore margine di incertezza rispetto al +/- 0,3 precedentemente citato, quindi non c’è da stupirsi se, soprattutto per i sismi molto intensi, la M venga successivamente ridimensionata nell’ora immediatamente successiva al sisma.
Nessun complotto per non pagare i danni, nessuna macchinazione del Governo per interessi economici, qualcuno avvisi la senatrice del M5S Blundo…
Paolo Mauri