La Commissione europea ha preso sul serio la trasformazione digitale e prima al mondo ha proposto per gli Stati membri dell’Unione Europea l’AI Act, cioè un regolamento con linee guida certe per indicare cosa si può e non si può fare con l’intelligenza artificiale (IA).
La normativa spiana la strada in Europa e in Italia agli investimenti in intelligenza artificiale, perché dove ci sono regole certe è più semplice per le imprese e gli investitori pianificare e allocare risorse finanziarie.
L’IA ha generato molti dibattiti e timori, oltre che opportunità per l’investitore. Scopriamo come può esporsi al tema d’investimento un risparmiatore italiano puntando su due asset class familiari a chi detiene un portafoglio finanziario o un conto titoli.
Chi investe in intelligenza artificiale in Italia?
Quando parliamo del tema di investimento dell’intelligenza artificiale ci risulta automatico associare società quotate come Nvidia, IBM, Intel, Microsoft, AMD, Alphabet (proprietaria del motore di ricerca Google). Tuttavia possiamo aspettarci di trovare anche società di investimento che hanno investito massicciamente in progetti legati all’intelligenza artificiale.
In Italia investono in progetti di IA il Gruppo Azimut e Anima Holding, due società quotate su Borsa Italiana di cui è possibile acquistare i rispettivi titoli azionari attraverso una piattaforma di trading regolamentata.
Ma anche i gruppi bancari italiani quotati alla Borsa di Milano investono da tempo in intelligenza artificiale per supportare la digitalizzazione interna e per fornire nuovi servizi e prodotti ai propri clienti. Tra questi citiamo Credem, Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Investire in intelligenza artificiale con gli ETF IA
Uno dei modi più diretti per investire in intelligenza artificiale è mediante l’utilizzo del veicolo di investimento conosciuto come Exchange-Traded Fund (ETF), ovvero un fondo negoziato in Borsa che replica l’andamento di un indice di riferimento composto dai titoli azionari di varie società quotate.
Grazie a un ETF IA, cioè legato all’intelligenza artificiale, è quindi possibile investire indirettamente nelle maggiori società italiane e internazionali che hanno un ruolo nello sviluppo delle tecnologie legate agli algoritmi intelligenti, ma anche ai dispositivi hardware necessari all’elaborazione dei dati e dei complessi calcoli indispensabili per ottenere risposte da una intelligenza artificiale.
Sui mercati finanziari sono disponibili diversi ETF collegati all’Artificial Intelligence (AI) creati da differenti sviluppatori di ETF, per questo risulta importante leggere le caratteristiche di ciascuno per scegliere quello più rispondente alle personali finalità d’investimento.
Vale la pena investire in intelligenza artificiale in Italia?
Al netto degli strumenti finanziari attraverso cui è possibile esporsi al tema d’investimento, non è secondario porsi la domanda se conviene investire in intelligenza artificiale in Italia.
La risposta alla domanda ci viene suggerita dal rapporto “L’Intelligenza Artificiale in Italia” pubblicato dal Centro Studi TIM e da Intesa Sanpaolo Innovation Center. Secondo la ricerca nel 2023 l’IA ha generato 1,9 miliardi di euro, con una previsione stimata fino a 6,6 miliardi di euro entro il 2027.
Nel mondo la stima prevede una crescita del volume di affari a 407 miliardi di euro nel 2027, coinvolgendo in particolare i settori industriali della manifattura, delle telecomunicazioni e IT, del retail.
Da non sottovalutare, infine, l’ingresso della tecnologia nell’agricoltura, nell’assistenza sanitaria e nella Pubblica Amministrazione.
Foto: Pixabay
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