Ragusa, 21 set – Una tempesta giudiziaria si abbatte su Vittoria, 62mila anime in provincia di Ragusa, facendo riemergere con prepotenza l’intreccio fra politica e mafia nella zona sudorientale della Sicilia. A finire in manette, nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Exit Poll”, l’ex sindaco della città Giuseppe Nicosia, esponente del Partito Democratico, insieme al fratello e attuale consigliere comunale Fabio. L’accusa: scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle amministrative per il rinnovo del governo della città del 2016. Insieme ai fratelli Nicosia, agli arresti sono finiti anche Giovambattista Puccio e Ferdinando Lauretta, capibastone locali già condannati in passato per associazione mafiosa. Ce n’è anche per l’attuale giunta: il sindaco Giovanni Moscato – che è riuscito a strappare Vittoria al centrosinistra dopo 70 anni – è indagato.
Secondo gli inquirenti, coordinati dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro – già noto per le inchieste sul traffico di uomini nel mediterraneo e per aver messo sotto i riflettori le Ong che operano tra Libia e Sicilia – i Nicosia avrebbero intrattenuto rapporti diretti con i boss, attivi in vari settori fra i quali quello della raccolta differenziata, arrivando a promettere l’assunzione di 60 lavoratori di una ditta dello smaltimento rifiuti legata alla Stidda, l’articolazione della mafia nella parte meridionale dell’isola. Stabilizzazione poi effettivamente avvenuta grazie all’impegno del nuovo sindaco, il quale si sarebbe mosso proprio su indicazione del precedente primo cittadino.
Un sistema di collusioni a tutto tondo che, stando alla Direzione distrettuale antimafia catanese, la sinistra avrebbe creato negli ultimi anni per compensare la graduale perdita di consensi nel feudo rosso di Vittoria, calo poi tramutatosi in disfatta alle amministrative del 2016. Tanto che gli uomini della Guardia di Finanza – principali protagonisti dell’indagine – hanno messo sotto i riflettori non solo l’ultima tornata, ma anche le precedenti elezioni: dalle regionali e nazionali del 2008 e 2012 fino alle comunali del 2011 e, addirittura, di cinque anni prima.
Nicola Mattei