Roma, 12 mar – L’adesione dell’Italia alla nuova Via della Seta – che potrebbe formalizzarsi a fine marzo in concomitanza con la visita del presidente cinese Xi Jinping a Roma -, non è solo causa di preoccupazione presso gli Usa e l’Europa: questa prospettiva ha infatti generato uno scontro interno al governo, con il M5S a favore della firma, e il Carroccio che invece non ha mancato di esprimere dissenso e scetticismi.
Spaccatura Lega-M5S
Salvini avverte preoccupato: “Se si tratta di colonizzare l’Italia e le sue imprese da parte di potenze straniere, allora no”. Già domenica sia il vicepremier sia Giancarlo Giorgetti avevano espresso forti dubbi sulla tenuta della difesa degli interessi nazionali, non ultimo quello della sicurezza informatica. Di tutt’altro avviso sono i pentastellati, che evidenziano la discrepanza tra le dichiarazioni di Salvini e il fatto che tra i primi promotori dell’adesione alla Bri ci sia proprio Michele Geraci, sottosegretario al Mise in quota Lega: “Sorprende la spaccatura della Lega sulla via della seta. Questa frattura interna fa male alle nostre imprese e al Made in Italy. Stiamo lavorando perché le imprese ci chiedono uno sforzo per portare l’Italia nel mercato cinese e non subirlo”, afferma il Movimento.
Il parere di Tria
Per il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, “si sta facendo credo una gran confusione su questo accordo, che non è un accordo, è un Memorandum of understanding“, in cui “si ribadiscono i principi di cooperazione economico e commerciali presenti in tutti i documenti europei, nessuna regola commerciale ed economica viene cambiata“. Modificare le regole che governano i commerci “non sarebbe nelle possibilità italiane visto che è una competenza europea, credo che si stia facendo un po’ una tempesta in un bicchier d’acqua“.
Le rassicurazioni di Conte
Anche il premier Conte tenta di abbassare i toni della discussione, ricordando che il Memorandum non è un accordo internazionale e “può rappresentare un’opportunità per l’Italia e per la Ue e l’occasione per introdurre i nostri criteri e standard di sostenibilità finanziaria, economica e ambientale”. Inoltre da Palazzo Chigi si fanno due rassicurazioni: la prima è che l’intesa è di natura “economica e commerciale” e non “ridisegna il quadro dei rapporti politici e la collocazione euro-atlantica del nostro Paese“. La seconda, sembra essere rivolta principalmente alla Lega: “Poniamo massima attenzione alla difesa dei nostri interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, incluse quelle delle telecomunicazioni, e quindi alla sicurezza cibernetica”.
Cristina Gauri
5 comments
La “povera” Cina detiene il debito pubblico degli USA, quindi chiunque faccia accordi scomodi è un potenziale nemico, bisognoso di importare la famosa democrazia americana che ha rado al suolo il medio oriente… Ah già! Ma noi siamo colonia USA da inizio secolo… Che stupida!
A proposito di ingerenze straniere Salvini forse dovrebbe ricordarsi delle basi americane, delle decine di bombe atomiche in esse presenti, dei “pareri” che Trump, Obama e i loro predecessori ci forniscono con regolare puntualità anche se non sono richiesti.
Appena l Italia cerca una via differente nella politica estera, nel commercio /economia viene subito richiamata, questa purtroppo è un amara verità.
….gli usa spiano e condizionano l’ Italia da 75 anni…senza contare l’ occupazione di territorio italico con le sue basi….di questo nessuno se ne preoccupa…( tramite i suoi ” agenti” hanno disrtutto le principali industrie tecnologiche.. es Olivetti, che era in vetta nella produzione
e ideazione computer…)
[…] https://www.ilprimatonazionale.it//economia/via-seta-scontro-lega-m5s-salvini-retromarcia-usa-107873/ […]
Non si può paragonare l’influenza degli americani,alleati e occidentali,ancorché ovvio,facenti pure i loro interessi,con spostamenti che potrebbero sconvolgere non solo l’Italia,ma anche l’Europa e delicati equilibri.I Cinesi sono scaltri e hanno tempo,sono 1400 milioni e ci possono ricattare o comprare,hanno pure una fornita colonia in espansione da noi.