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Una mano dà e l’altra toglie, Tria: “Sì alla flat tax, ma con aumento Iva”

by Filippo Burla
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Roma, 9 lug – Sul taglio delle tasse rischia di essere un gioco a somma zero? Allo stato attuale della discussione su flat tax, cuneo fiscale e Iva, lo scenario che si apre è proprio questo. Con il rischio di azzerare completamente qualsiasi beneficio dovuto all’intervento sulle imposte sui redditi.

Salvini: “Flat tax e riduzione del cuneo fiscale”

Il leader della Lega non ha dubbi: occorre trovare il giusto mix fra introduzione della flat tax e taglio del cuneo fiscale sul lavoro. Coniugando così il cavallo di battaglia del Carroccio con le proposte che giungono dai pentastellati.

Salvini punta soprattutto al ceto medio come primo beneficiario della tassa piatta al 15%. “Non saranno tutte le famiglie – ha spiegato – ma certamente tante”. Obiettivo partire già dal 2020, ha annunciato dal salotto televisivo di Quarta Repubblica. “Ho sentito dire da Di Maio – ha poi aggiunto – che vuole abbattere il cuneo fiscale. Ebbene allora, può essere anche un mix di flat tax e aumento degli stipendi. Questo potrebbe essere il compromesso”.

Tria è d’accordo: “Ma aumentiamo l’Iva”

Sul punto è da registrarsi la convergenza del titolare dell’Economia Giovanni Tria. Il quale, intervenendo ieri all’Eurogruppo, ha però posto precisi paletti. Alcuni dei quali rischiano, come detto, di vanificare gli effetti positivi che potrebbero derivare dall’intervento sulla struttura del nostro sistema fiscale.

“Sono sempre stato convinto – ha detto Tria – che l’imposizione fiscale vada riequilibrata riducendo la fiscalità diretta a favore delle imposte indirette”. Una proposta che “fa parte anche di una vecchia raccomandazione europea e di studi fatti all’Ocse perché in questo modo si facilita la crescita”.

Tradotto: d’accordo con l’introduzione della flat tax per ridurre l’Irpef, ma a patto di aumentare l’Iva. Un vecchio pallino di Tria, dato che le imposizioni indirette (fra cui, appunto, l’Iva), gravano “su tutti i beni che vengono consumati mentre l’imposizione diretta pesa sui salari e quindi entra indirettamente nei costi di produzione”.

Senza deficit impossibile ridurre le tasse

La proposta di Tria si inserisce all’interno del lungo dibattito sul tema del fisco. Un dibattito che, stante la necessità di (volersi) adeguare alle imposizioni europee, esclude a priori la possibilità di finanziarie riduzioni nelle tasse a deficit. Fra le altre ipotesi allo studio, troviamo anche quella di eliminare del tutto il bonus Irpef che, ad oggi, costa circa 10 miliardi l’anno.

Ciò che rileva, in ogni caso, è che senza mettere mano al bilancio si resta in un sistema a vasi comunicanti per cui, laddove una mano dà, l’altra deve necessariamente togliere. Così come era già successo nel 2014 proprio con gli “80 euro di Renzi”. Se infatti per introdurre la flat tax e ridurre il cuneo fiscale si sceglierà di intervenire sull’Iva (che fra l’altro è un’imposta regressiva che colpisce quindi più i redditi bassi di quelli alti) o di togliere il bonus Irpef in busta, allora saremo di nuovo punto e a capo. Con un sistema magari semplificato (obiettivo della flat tax è anche questo) ma con meno di una manciata di euro in più nelle nostre tasche.

Filippo Burla

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Cesare 9 Luglio 2019 - 2:13

Andrebbero subito fatti i minibot che sono soldi creati dallo stato a costo zero mentre oggi tutto il denaro è prodotto privatamente a costo zero ed esentasse da banche private e banche centrali tutte private ed in mano ad oligarchie straniere.Con i minibot che sono una immissione di denaro fresco nell’ economia finirebbe l’austerità e molti imprenditori creditori dello stato eviterebbero di licenziare e di falire.Ma Tria è soggetto del tutto ai poteri forti occulti che si sono impossessati del paese e delle sue ricchezze, banche ex pubbliche e banca d’italia compresa. Non và aumentata l’IVA che deprimerebbe ulteriormente consumi già asfittici, ma bisogna uscire dalla gabbia dell’ euro e cambiare Tria, prima di un collasso definitvo del sistema paese.
Trisa non dice niente di paesi come Olanda, Irlanda e altri che sono paradisi fiscali che ci rubano il denaro dei profitti fatti in Italia offrendo alle società di pagare molto meno?Questa è la vera europa delle truffe ai danni dei popol, sempre costretti a pagare di prima persona mentre alcune società in mano alle oligarchie hanno rendite parassitarie.

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Cesare 9 Luglio 2019 - 2:35

Tria dice che l’aumento dell’ IVA (con aumento povertà della popolazione) è ” Una proposta che “fa parte anche di una vecchia raccomandazione europea e di studi fatti all’Ocse perché in questo modo si facilita la crescita”.SI FACILITA LA CRESCITA!!!Ci prendono dunque per suddfiti complertamente scemi!!
A parte che a molti italiani di eu ed ocse frega molto poco, siamo alle solite; questi cosidetti esperti stranieri le cui ricette su austerità ci hanno portato alla depressione economica ancora si permettono di sparare cretinate convinti che i popoli gli credono.Tria ma ha giurato di fare gli interessi del paese quando è diventato ministro quindi non puo’ sbaglare impunemente sulla pelle nostra altrimenti è alto tradimento. Tale reato andrebbe nel frattempo subito contestato ai soggetti che hanno fatto svendere il paese ad oligarchie occulte, banche ex pubbliche e banca d’italia in primis

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Bracco 17 Luglio 2019 - 2:29

Aumentare l’IVA per mortificare i consumi e sfoltire sempre più il proletariato.
Tutto a vantaggio di grandi gruppi e multinazionali.
Dall’UE ce lo consigliano caldamente questo aumento di IVA tale da rendere l’Italia sempre più appetibile per gli investimenti esteri,come no!

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