Home » Tutte le Ong finanziate dall’Unione europea (prima parte)

Tutte le Ong finanziate dall’Unione europea (prima parte)

by Francesca Totolo
4 comments

La Corte dei Conti europea ha sostanziato, in una dettagliata relazione depositata nel dicembre 2018, come debbano essere più trasparenti le modalità con le quali vengono elargiti i finanziamenti dall’Unione europea alle Ong (organizzazioni non governative).

La Corte ha altresì affermato che il sistema attualmente utilizzato per classificare le organizzazioni come Ong non è affidabile e che la Commissione Europea non dispone di informazioni sufficientemente dettagliate riguardo alla destinazione dei fondi assegnati.

Abbiamo analizzato le 19 Ong umanitarie maggiormente finanziate dall’Unione europea. Nel complesso, queste organizzazioni non governative hanno beneficiato di oltre 900 milioni di euro di fondi derivanti dai contributi versati dai cittadini europei, operano nei Paesi di origine e transito dei migranti diretti verso l’Italia, e molte di loro hanno violato, senza autorizzazione, la sovranità territoriale in Siria con la scusante degli aiuti umanitari, spesso destinati ai cosiddetti “ribelli moderati”.

Un appunto: proprio a causa della mancanza di trasparenza, l’Europa non ha pubblicato i nominativi delle rimanenti 73mila organizzazioni accreditate negli elenchi del Direttorato Generale. Per questo motivo, non si conosce nemmeno l’esborso totale di fondi pubblici elargito alle Ong.

Germania e… Soros

Il berlinese Max Planck Institut ha beneficiato di 164.485.070 euro elargiti dall’Unione europea, e nel 2017 ha raggiunto un giro d’affari di quasi 3,5 milioni di euro. Gli istituti, con sedi in Europa (anche in Italia, Firenze e Roma), Asia e America Latina, si occupano di ricerche riguardanti scienze naturali, sociali e umane. Il Max Planck Institut e Open Society Foundations di George Soros sono tra i firmatari della Dichiarazione di Berlino del 2004,  redatta «per realizzare la rappresentazione di un mondo globale e accessibile alla conoscenza, perché il futuro web deve essere sostenibile, interattivo e trasparente. Le nostre organizzazioni sono interessate alla promozione di un nuovo open access paradigm (paradigma di accesso aperto) per ottenere il massimo beneficio della scienza e della società». Dalla Dichiarazione, grazie ai fondi della Open Society, è nata la Directory of Open Access, ovvero un «modello di pubblicazione e distribuzione che rende la letteratura per la ricerca accademica liberamente accessibile al pubblico online, senza restrizioni», ma ovviamente approvato dalla filosofia «società aperta» di Soros.

Le Ong scandinave

Il Danish Refugee Council (DRC) assiste rifugiati e immigrati in tutto il mondo, fornendo aiuti di emergenza, combattendo per i loro diritti e per la possibilità di avere un futuro migliore. L’organizzazione opera in aree colpite da conflitti, lungo le rotte dell’immigrazione e nei Paesi in cui gli immigrati si stabiliscono. Autorizzata nel 2012 dal governo di Damasco, il DRC è la più grande Ong operante in Siria. I fondi necessari per la missione sono stati elargiti dal governo danese, da quello svedese, da quello americano tramite “l’esportatore di democrazia” Usaid e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati  (Unhcr), nonché dall’Unione europea (Echo). Questi finanziamenti hanno trasformato l’entrata in territorio siriano del DRC in palese invasione territoriale dei governi suddetti. Il Danish Refugee Council è attivo anche nella maggioranza dei Paesi di origine dei migranti che si sono riversati nei porti italiani in questi ultimi anni: Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Mali, Cameroon, Tunisia, Congo, Sudan, Etiopia e Somalia. In Europa, l’organizzazione opera nell’Ucraina post-golpe (con finanziamenti dei governi americano, tedesco e inglese e della Ue), in Georgia, in Kosovo, in Serbia e Macedonia. Nel 2017, il DRC ha sottoscritto una dichiarazione contro le politiche migratorie dell’Unione europea perché ritenute miopi, insostenibili e lesive dei diritti degli immigrati. Tra i firmatari: Amnesty International, Care International, Médecins du Monde, Save The Children, Oxfam e, ovviamente, Open Society European Policy Institute.

Il Norwegian Refugee Council (NRC) si definisce «organizzazione umanitaria indipendente che aiuta le persone costrette a fuggire» dal proprio Paese di origine, operante in 31 Stati dove gestisce campi, assistenza alimentare, acqua pulita, riparo, assistenza legale e istruzione. Come DRC, anche NRC è attiva nei Paesi da cui partono la maggioranza dei migranti diretti in Europa e Italia, come Eritrea, Etiopia, Mali, Nigeria, Cameroon, Sudan, Somalia Afghanistan, e ovviamente non possono mancare Siria (40 milioni di dollari stanziati nel 2018) e Ucraina. L’organizzazione norvegese è quasi interamente finanziata da fondi governativi e dagli organismi sovranazionali: Norad (Agenzia Norvegese per la Cooperazione allo Sviluppo), Sida (Agenzia Svedese per la Cooperazione allo Sviluppo), Echo dell’Unione europea, Uk Aid (Dipartimento Britannico per lo Sviluppo Internazionale), Unhct, Unicef, Usaid e i governi francese, tedesco, belga e spagnolo. Decisamente una Ong ben poco “non governativa”.

Gli scheletri nell’armadio

La International Rescue Committee (IRC) è un’organizzazione umanitaria internazionale non governativa con sede negli Stati Uniti. Il presidente è il britannico David Miliband, ex segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth del “pacifista” governo Blair. Come le precedenti Ong, IRC opera nei principali Paesi di origine dei migranti (Bangladesh, Pakistan, Mali, Nigeria, Etiopia, Costa d’Avorio, Sudan e Somalia), nei Paesi di transito (Niger e Libia), in quelli di arrivo (Grecia e Italia), e ovviamente in Siria dal 2012. L’organizzazione è copiosamente sostenuta dalle agenzie governative statunitensi, dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite. Tra i principali donatori privati, troviamo la Open Society Foundations di George Soros (più di 500 milioni di dollari nel 2017). Nell’inchiesta del Times pubblicata nel maggio 2018, oltre a Unhcr e Save The Children, compaiono sia l’International Rescue Committee sia il Norwegian Refugee Council, tra le «organizzazioni non governative che hanno sfruttato bambini e donne rifugiati nell’Africa occidentale scambiando cibo per sesso, secondo una rapporto consegnato alle Nazioni Unite 16 anni fa» e mai divulgato dall’Onu.

Oxfam: un pezzo da 90

Oxfam Uk (sede britannica) e Oxfam Novib (sede olandese) fanno parte di Oxfam International, una delle più grandi e influenti tra le Ong internazionali, operante negli aiuti umanitari e nella lotta contro la povertà globale in 90 Paesi. Sul miliardo di euro di fondi raccolti complessivamente da Oxfam nel 2017, ben 782 milioni sono di provenienza istituzionale, ovvero il 73 per cento dei finanziamenti provengono dai governi occidentali in cui è presente con le proprie sedi (americano, inglese, tedesco, francese, svedese, olandese e italiano), dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite. Tra le fondazioni che sostengono Oxfam, troviamo la Open Society Foundations che finanzia direttamente le sedi della Ong in Gran Bretagna e Stati Uniti.

Come le precedenti Ong, Oxfam opera nella maggioranza dei Paesi di origine dei migranti (Nigeria, Ghana, Mali, Sudan, Somalia, Senegal, Etiopia, Afghanistan, Pakistan, Marocco, Tunisia, Egitto).

All’inizio del febbraio 2018, Oxfam è stata travolta da uno scandalo relativo ad abusi sessuali, svelato da un’inchiesta del Times . Lo scandalo ha riguardato principalmente Roland van Hauwermeiren, allora responsabile dell’intervento di emergenza ad Haiti, e altri sei membri dello staff presenti nel post-terremoto del 2010. Un’inchiesta interna di Oxfam verificò che i sette componenti della Ong pagavano, con i soldi dei donatori, diverse minorenni haitiane in cambio di prestazioni sessuali. L’organizzazione, invece di denunciare alle autorità competenti i 7 membri, preferì allontanarli “in via amichevole”, mettendo tutto a tacere.

Roland van Hauwermeiren, responsabile Oxfam dell’intervento di emergenza ad Haiti al tempo dello scandalo di abusi sessuali a danno di minori

Il ruolo della May

Mercy Corps è una Ong internazionale «di operatori umanitari che collaborano con le comunità, le aziende e i governi per trasformare le vite in tutto il mondo», operante in più di 40 Paesi (la maggioranza dei Paesi di origine dei migranti). L’organizzazione era già presente in Siria nel 2008. Dopo lo scoppio della guerra eterodiretta del 2011, ha continuato a percepire finanziamenti dalla Gran Bretagna, uno dei Paesi alleati, che più ha spinto per un intervento armato per sovvertire la presidenza di Bashar al-Assad.

Nell’aprile 2018, in seguito al poi smentito attacco con gas sarin a Duma, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno bombardato un centro di ricerca, un sito di stoccaggio e un posto di comando nella regione di Homs. La premier Theresa May, all’indomani dell’attacco, dichiarò che «non c’erano alternative all’uso della forza» e di aver ordinato «alle forze britanniche di condurre attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell’armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l’uso». La May, inoltre, collegò il bombardamento in territorio siriano al caso di Sergei Skripal, l’ex spia russa avvelenata a Salisbury: «L’uso recente di un agente nervino nelle strade del Regno Unito è parte di uno stesso cammino, e i bombardamenti sulla Siria manderanno anche un chiaro segnale a chiunque creda di poter usare armi chimiche con impunità», riferendosi alla Russia, alleata di Damasco, nella guerra ai terroristi dell’Isis.

Razzi lanciati contro Damasco

Oltre al governo della Gran Bretagna, Mercy Corps è finanziata dai governi francese, tedesco, danese, norvegese, svedese, austriaco, olandese e svizzero, dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea, per un totale di 85 milioni di euro su un totale di fondi raccolti nel 2018 pari a 100 milioni. Difficile parlare di organizzazione “non governativa” con una percentuale così elevata di finanziamenti, appunto, governativi.

Continua…

Francesca Totolo

You may also like

4 comments

Tutte le Ong finanziate dall’Unione europea (prima parte) - AllNews24 14 Febbraio 2019 - 2:21

[…] Tutte le Ong finanziate dall’Unione europea (prima parte) proviene da Il Primato […]

Reply
Gianni 14 Febbraio 2019 - 10:04

Le ONG ricevono e gestiscono in tutto il mondo circa 1100 Miliardi di dollari,una cifra spaventosa,dove Stati,ricconi e industrie promuovono i loro interessi,mascherati di filantropia.Solo questa cifra da l’idea del potere di ricatto che hanno questi Molock verso chi si oppone alla loro “generosità”pellicciosa e arrogante.Decine di migliaia di ex dirigenti e ex politici continuano pagati profumatamente,le loro carriere in quei carrozzoni immacolati?.Meditate gente!

Reply
Tutte le Ong finanziate dall’Unione europea (seconda parte) - AllNews24 18 Febbraio 2019 - 9:11

[…] dopo la pubblicazione della prima parte dell’inchiesta  l’analisi delle organizzazioni non governative umanitarie, maggiormente finanziate […]

Reply
Tutte le Ong finanziate dall’Unione europea (terza parte) - AllNews24 1 Marzo 2019 - 7:26

[…] dopo la pubblicazione della prima parte dell’inchiesta e della seconda parte l’analisi delle organizzazioni non governative umanitarie, maggiormente […]

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati