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“Tortura e pena di morte per gli stupratori di Rimini”. Il viceministro polacco la tocca piano

by Davide Romano
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Varsavia, 29 ago – Patryk Jaki, viceministro polacco alla Giustizia, non è certo uno che le manda a dire. Commentando lo stupro di una turista polacca venerdì scorso a Rimini ad opera di un branco di nordafricani, ha detto: “Questi bastardi meritano la pena di morte. E non sarebbe male ricorrere alla tortura”. Parole che hanno generato polemiche anche in Polonia, nonostante il paese dell’Est sia noto per un approccio senza dubbio meno buonista rispetto a quanto accade in Italia.

Per nulla intimorito dalle polemiche, Jaki rilancia: “I media polacchi non hanno il coraggio di ammettere che lo stupro di Rimini si sarebbe potuto evitare se la politica sull’immigrazione fosse stata diversa. Lo ripeto ancora una volta: meritano la pena di morte”.  Il viceministro ha poi parlato delle politiche sul fronte accoglienza per la Polonia: “Volete gli immigrati in Polonia? Semmai dopo la mia morte“. Insomma un atteggiamento duro, che da noi sarebbe stato ritenuto offensivo e politicamente scorretto.

Il senatore leghista Calderoli si dice addirittura “invidioso della libertà d’espressione della Polonia”. Intanto i quattro magrebini che hanno stuprato la turista polacca e picchiato e rapinato l’amico che si trovava con lei, sono ancora a piede libero. Oggi la polizia ha continuato a setacciare le colonie abbandonate sul confine tra Miramare e Riccione e l’hotel ‘Le Conchiglie’, pure questo abbandonato. Il procuratore Paolo Giovagnoli assicura di non brancolare nel buio: “C’è una pista, ma potete capire che non possiamo rivelare nulla. Se è quella giusta, rischiamo di farli scappare”.

Davide Romano

 

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3 comments

nemesi 29 Agosto 2017 - 4:47

certo che il comunismo -quello vero,duro brutto e cattivo- ha avuto il palese vantaggio di aver creato una società di persone normali; asserire che questo episodio è frutto di una accoglienza libera ed indiscriminata di chiunque prima e di un controllo-repressione inesistente dopo…è di una ovvietà sconcertante. PS notare che l’esperienza sociale della Polonia dopo il comunismo ricorda un pò quella dell’Italia dopo il Fascismo; se sono bastati appena 15 anni al nostro Paese per risorgere dalle macerie della 2GM producendo un boom economico unico al mondo (quello degli anni ’60) così si può dire per il PIL attuale della Polonia,che cresce alla grande e senza Kunta Kinte al seguito.

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Andrea 29 Agosto 2017 - 7:42

Pienamente daccordo con il viceministro! Mali ESTREMI, ESTREMIi rimedi! Senza messaggi forti siamo finiti. Invece lasciamo che facciano quello che vogliono, addirittura feriscono le forze dell’ordine e restano liberi…. ma come siamo ridotti!!!

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ANTERO 30 Agosto 2017 - 8:57

Condivisibili intendimenti …

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