Dagli archivi della rivista Éléments, n.12, settembre/novembre 1975, estratto dell’intervista al drammaturgo Jean Anouilh, contro la televisione.
Quale è il vostro giudizio sulla cultura contemporanea e sulla società occidentale?
«La cultura e la società occidentale somigliano a un treno uscito dai binari. Deragliamento completo, disastroso, tragico, angosciante. Non dispero che le direttrici siano un giorno ristabilite, con dei migliori macchinisti e una locomotiva più potente… La società e la cultura sono state corrotte e avvelenate dai ratti, usciti dalle loro fogne e penetrati nelle nostre case attraverso i canali della televisione: il cancro dello spirito. La televisione è diventata lo strumento di corrosione e lavaggio del cervello più sottile e rapido per le nuove generazioni. Diffonde quotidianamente la falsa cultura della menzogna, la falsa verità storica, l’anti-umanità. Lo spettatore è seduto passivamente con la bocca spalancata, come dal dentista, con la sola differenza che dal dentista si va per curare una carie, mentre i famelici personaggi televisivi, metà uomini, metà donne, copie conformi dell’anti-uomo (l’uomo delle caverne), propagano la carie dei cervelli.
Guardate i bambini di oggi. Corrotti da genitori incoscienti e permissivi, e dalla televisione, non hanno più alcuna immaginazione, alcuna poesia, alcuna fantasia. Non sanno più giocare, né sorridere. Non hanno ancora messo tutti i denti e sono già vecchi; quando li avranno tutti, nessuno gli avrà insegnato a mordere: mordere non è più di moda, oggi si lecca.
E quando arriverà l’invasore – ce n’è sempre uno nella storia del mondo -, sarà troppo tardi. Gli uomini di domani, usciti dai bambini di oggi, fatti dalla televisione, gli potranno solamente leccare i piedi!».
A cura di Chiara Del Fiacco
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