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Tav, governo spaccato. La Lega spinge per il referendum nazionale

by Ludovica Colli
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Roma, 13 feb – La Tav continua inevitabilmente a tenere banco. Lega e M5S, “soci” nel contratto di governo, sono ai ferri corti sulla Torino-Lione. All’indomani del verdetto dell‘analisi costi-benefici che boccia in modo netto l’opera, il leader leghista Matteo Salvini conferma di essere favorevole all’opera ed è pronto a sfidare i 5 Stelle con un referendum nazionale.

Insomma, il governo resta spaccato e anzi la “sentenza” dei tecnici ha scatenato polemiche a non finire. Ma andiamo per ordine.

Ue: “Stiamo ancora esaminando le cifre”

La Commissione europea, dal canto suo, non commenta le cifre: “Stiamo ancora esaminando il documento che ci è stato inviato dal governo – riferiscono fonti di Bruxelles – ci sono alcuni aspetti del documento che dovranno essere chiariti con le autorità italiane“.

Confindustria: “Grande occasione per dare lavoro”

Gli industriali invece lanciano subito un allarme sulla mancata occasione di costruire posti di lavoro: “Auspichiamo che il governo abbia un’unica e grande priorità: l’occupazione e il lavoro. L’apertura di quei cantieri a regime determina 50.000 posti. Se per il governo questo basta a noi basta come analisi costo/opportunità in una fase delicata dell’economia in cui va messo al centro occupazione e lavoro”, afferma il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.

“E’ una grande occasione per dare lavoro a 50.000 persone. Io l’analisi l’ho già fatta. Ho dato solo un dato e a noi basta”, conclude.

M5S: “E’ solo un enorme spreco”

Come è noto, invece i 5 Stelle sono totalmente contrari: “La Tav è un enorme spreco, Boccia se ne faccia una ragione“, affermano i deputati pentastellati in commissione Bilancio e Finanze della Camera.

“Boccia, nonostante numeri negativi evidenti, fa terrorismo psicologico continuando a parlare di un’occasione persa per creare posti di lavoro. Boccia fa finta di non sapere che si possono creare migliaia di posti di lavoro investendo in manutenzione del territorio e opere viarie utili che colleghino l’Italia all’Italia”.

Salvini: “Mi hanno parlato di dati un po’ strani”

Il vicepremier Salvini ieri ha ribadito di essere a favore della realizzazione dell’infrastruttura, pur non avendo ancora letto l’analisi. “Oggi ho passato quasi tutta la giornata occupandomi di pastori”, ma “stanotte mi leggo la Tav”, ha dichiarato, “chi l’ha letta mi dice che ci sono dati un po’ strani che ci confermano l’idea di andare avanti. Se è contato come un danno il fatto che la gente consuma meno benzina e meno autostrade perché va in treno per me quello è un beneficio”, ha aggiunto. “Leggerò tutte le carte perché ho il rispetto del lavoro di tutti” ma “io resto della mia idea”.

Favorevole quindi a un referendum nazionale sulla Tav, in mancanza di un accordo M5s-Lega?  Questo è il punto. “Sono sempre favorevole ai referendum. Ma ora mi sto occupando di latte, di pastori e di Sardegna”, dice poi il ministro dell’Interno all’uscita dall’assemblea dei parlamentari della Lega alla Camera.

Lega: “Stop all’opera escluso”

Dalla Lega fanno sapere che lo stop all’opera non è un’ipotesi percorribile. “Valuteremo l’analisi costi-benefici. Pensare di non realizzare la Tav onestamente non la vedo un’ipotesi percorribile”, dice il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari.

“L’analisi costi-benefici – aggiunge – è un’analisi tecnica come ce ne sono molte altre, ma non è il Vangelo. A mio avviso prima di mandare tutto a monte bisogna riflettere bene e soprattutto, nel caso in cui non si trovi un accordo, l’ultima parola deve essere data ai cittadini”.

Il commissario di governo parla di “farsa”

E’ su tutte le furie Paolo Foietta, commissario di governo per la Torino-Lione: “È una farsa che corre il rischio di trasformarsi in una truffa, anche perché da una prima lettura mi pare che si ci siano questioni che sono assurde. I costi sono stati gonfiati“.

“Complessivamente è un oggetto facilmente smontabile – aggiunge Foietta – e facilmente sarà smontato. Si presterà non ad essere la verità, ma a creare moltissime polemiche”.

Le critiche dell’opposizione

Il capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Graziano Delrio, definisce l’analisi “uno studio cieco e inaffidabile totalmente guidato e pilotato dalla politica. Dicendo no alle infrastrutture e agli investimenti pubblici il governo blocca il Paese e chiude le porte allo sviluppo e al lavoro contraddicendo tutti i precedenti studi che avevano valutato positivamente un’opera fondamentale per trasferire il trasporto delle merci dalla gomma al ferro con evidenti vantaggi ambientali”.

Anche le cosiddette madamin del Comitato Sì Torino va avanti parlano di “disastro annunciato“. “Dal 10 novembre, quando siamo scese in piazza la prima volta – aggiungono – abbiamo diffuso e sostenuto le ragioni del Sì alla Tav, risultate da 7 analisi costi benefici”.

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi dal canto suo taglia corto: “È stato uno studio costruito apposta per dare ragione a M5S, che non vuole la Tav. È pieno di sciocchezze. Sono pazzi, e chi li vota è piu’ pazzo di loro”.

Per i francesi è un’analisi “di parte”

L’analisi costi-benefici non ha convinto nemmeno il fronte francese. Le Comité pour la transalpine Lyon-Turin sostiene che l‘analisi è “straordinariamente di parte. Minimizzando gli enormi benefici ambientali dell’infrastruttura, il professor Ponti ha iscritto nella colonna dei costi i mancati introiti per lo Stato italiano dovuto a una significativa riduzione delle tasse sul carburante e dei pedaggi autostradali”.

Tajani: “Per l’Ue prioritaria la realizzazione della Tav”

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, al termine di un incontro con Giuseppe Conte, a Strasburgo, spiega di aver riportato al presidente del Consiglio “la posizione del Parlamento” sulla Torino-Lione: “E’ prioritario interesse dell’Europa anche la realizzazione della Tav perché favorisce sviluppo e occupazione e diminuisce l’inquinamento”. “Ritengo che quei soldi vadano investiti bene e non buttati al vento perché 5 capricciosi no Tav hanno detto che non si deve fare”, conclude.

Ludovica Colli

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