Roma, 19 giu – Si muove compatto contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – e contro la sua campagna per le presidenziali 2020 – il fronte delle piattaforme social e più in generale dei Big Tech. Il tycoon ha incassato questa volta una «doppietta censoria» – che suona tanto come un «antipasto» della guerra mediatica che scoppierà nei prossimi mesi –dal duo Twitter-Facebook, nel giro di poche ore.
Il colosso di Zuckerberg ha rimosso infatti alcuni spot elettorali della campagna per la sua rielezione (Team Trump) perché a detta di Facebook avrebbero mostrato simboli nazisti e di istigazione all’odio. Nei post incriminati il team elettorale del presidente Usa metteva in guardia sulla pericolosità dei gruppi di estrema sinistra come Antifa definendoli «terroristi» e condannando le devastazioni e i saccheggi di cui si sono resi protagonisti dopo la morte di Floyd. Il post era corredato di un grosso triangolo rosso rovesciato, simbolo usato dai nazisti per indicare i prigionieri politici nei lager. Facebook ha commentato la misura censoria spiegando che «non permettiamo simboli che rappresentano organizzazioni e ideologie ispirate all’odio senza che siano contestualizzati o oggetto di condanna». Il comitato elettorale di Trump si è difeso spiegando che il triangolo rosso capovolto è «un simbolo usato dagli Antifa».
Anche Twitter, ormai un habitué nei contenziosi con l’inquilino della Casa Bianca, è nuovamente intervenuto contro il presidente, etichettando un suo post la scritta «Contenuto multimediale manipolato». Nel messaggio il presidente aveva postato una versione «taroccata» di un video, diventato virale sui social, che raffigura un bimbo bianco e uno nero che dapprima si corrono incontro per abbracciarsi, poi si rincorrono. Nel suo video, invece, il bimbo bianco prima insegue quello nero, con impresso il finto logo della Cnn e relativa scritta: «Bambino terrorizzato fugge da bambino razzista», una chiara satira verso la sistematica narrazione anti-bianca portata avanti in questi giorni dai media mainstream e la manipolazione delle informazioni. Ma a Twitter la satira non è piaciuta per nulla, e ha marchiato il video postato dal presidente con la dicitura di cui sopra.
Cristina Gauri
5 comments
Oramai delle persone giuridiche(che siano banche o società monopoliste dei social) sono piu’ potenti del capo eletto dalla maggioranza delle persone fisiche di un paese!??E’ tempo che vengano smembrate e rese pubbliche perchè siamo in piena dittatura da parte di una oligarchia occulta totalitaria
Magari chiudessero ste due fogne.
[…] principalmente i social media. Anche per questo Facebook e Twitter, per evitare che ciò accada, hanno già da tempo dichiarato guerra a «The Donald», con censure continue e quant’altro. Giusto ieri Mark Zuckerberg, il potente boss di Facebook e […]
[…] indagini su una presunta corruzione. Nel pezzo sono pubblicate anche delle e-mail di Hunter. I social da tempo stanno censurando il presidente Usa con il risultato di favorire il rivale […]
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