Roma, 5 set – Roberto Saviano è il peggiore intellettuale italiano di sempre? È sempre difficile emettere sentenze così definitive, ma forse lo scrittore partenopeo costituisce un’eccezione a riguardo. Sorvolando sugli irricevibili paragoni con l’intellighenzia pre-1945 (non diciamo i Marinetti, gli Ungaretti o i Pirandello, ma anche il giornalista medio italiano dell’epoca), l’autore di Gomorra fa una ben magra figura persino a confronto con il culturame di regime della Repubblica, che nelle sue espressioni marxista, azionista, liberale, cattolica, ha comunque prodotto teste pensanti di una certa levatura. Dove non c’era coraggio, c’era intelligenza. Dove non c’era intelligenza, c’era cultura. Dove non c’era cultura, c’era ironia. In Saviano non c’è niente.
“Il govane Holding”, lo ha efficacemente definito Gian Paolo Serino, cogliendone forse l’unico vero talento, quello per l’autopromozione. Roberto Saviano è un dispositivo che si autorigenera. Saviano non dice mai nulla che non ti aspetteresti. Nulla. Potrebbe essere un algoritmo e tu non noteresti la differenza. Ma che senso ha un intellettuale che dice solo cose che già tutti si aspettano da lui? Nessuno. Appunto. Una cosa così non può stare in piedi a lungo, e infatti nessuno avrebbe più sentito parlare da un pezzo di Saviano se Repubblica non avesse deciso di investire su di lui come nuovo papa laico della cultura progressista, dopo che Scalfari ha cominciato a sbarellare. Ma l’operazione sembra accanimento terapeutico, si sta tenendo in vita qualcosa che è già morto. (Il successore designato doveva essere quel Lirio Abbate che, al pari del collega campano, vanta uno sguardo accigliato e presunte minacce dalla mafia, in questo caso capitale, ma manca di pelata testosteronica e non fa avvampare le signore del ceto medio riflessivo, quindi non se ne farà niente).
C’è stato il successo di Gomorra, d’accordo. Successo contestato e su cui più volte sono stati interrogati i giudici, successo costruito a tavolino da una gigantesca operazione commerciale, successo volato sulle ali del martirologio del suo autore, ma comunque successo. Poi anni di nulla, se non qualche faziata televisiva. Poi Zero zero zero, che nessuno cita e nessuno ha letto, anche se qualcuno lo ha comprato per forza di inerzia. Poi, principalmente, segnali di fumo lanciati dalla ridotta di Repubblica e dalla riserva dei social. Certo, l’uomo strappa ancora un po’ di like della generazione Erasmus quando tesse l’elogio del lavapiatti italiano a Londra, ma anche a sinistra si fa sempre più largo una importante e definitiva verità: “Sì, ok, ora però Saviano ha rotto il cazzo”. In molti glielo hanno detto chiaro e tondo quando lo scrittore ha provato a rivendere i successi olimpici di Bolt come una rivincita sullo schiavismo: un tweet demenziale con cui Saviano si è definitivamente eletto a nuovo Folagra, ma senza l’affascinante e complessa sovrastruttura della filosofia marxista. Saviano è il Folagra della morale: non ha filosofia, ha solo complessi di colpa. E anche se la morale gode sempre di grande credito, a sinistra, a tutto c’è un limite.
In occasione del Fertility day, Saviano è riuscito nell’impresa di fare un articolo in cui citare le coppie gay, la liberalizzazione delle droghe e, non lo immaginereste mai, la camorra e le paranze (qualcuno gli spieghi che anche la trovata di sdoganare letterariamente il gergo malavitoso comincia a stancare dopo le prime 500 volte). Poteva essere un articolo su qualsiasi altra cosa, e Saviano avrebbe parlato di coppie gay, liberalizzazione delle droghe, camorra e paranze. Mancano gli immigrati, ma per recuperare già ieri è spuntato un post su “48 migranti sudanesi illegalmente rimpatriati, delle cui sorti non si interessa quasi nessuno”. Ma infatti, ridateceli questi 48 migranti sudanesi. E prendetevi Saviano.
Adriano Scianca
12 comments
per me l’errore è definirlo intellettuale a seguito della pubblicazione di un libro che parla della scoperta dell’acqua calda e scritto mediante il copia & incolla
D’accordissimo con il commento del precedente amico, aggiungo che come persona di cultura è assolutamente sopravalutato, e nel periodo d’oro della RAI e quindi TV pre-sessantottina non avrebbe MAI fatto neanche 10 secondi di comparsa. Nella rai di questi decadenti tempi oltre che in certa carta stampata di regime, questo ed altri sinistri personaggi vengono chiamati a dare un parere su argomenti in genere. Vomitevoli persone e vomitevole sistema.
Mi accodo anche io ai commenti precedenti; giustissimo l’ intento di voler demolire intelligentemente questo spaventapasseri intellettualoide paravento della sinistra; il fatto è che già definirlo “intellettuale” è fargli un complimento, il sedicente sig. saviano è un puro e semplice “fatto” di costume (di un certo costume) e di politica (una certa politica) e niente altro. Di intellettuale, costui non ha proprio nulla.
Riposto qui la mia lettara al vento per Saviano
Roberto Saviano,
se io fossi un ipocrita avrei dovuto iniziare questo scritto con un classico Caro Roberto, ma visto che non lo sono e tu non mi sei caro per niente non lo faccio.
Ho letto il tuo editoriale “Basta muri, sono castelli che scatenano nuovi assedi”
http://www.repubblica.it/esteri/2016/02/15/news/basta_ai_muri_dei_nuovi_assedi-133450414/?ref=HRER2-1
Come sempre sono bellissime parole le tue, toccanti e profonde, d’altronde se sei lì è proprio perché svolgi bene il tuo compito costruito su misura.
Sarebbe stato bello sentirti parlare di muri anche quando tessevi le lodi di Israele invece hai parlato solo di luce di arance di odori e di tolleranza (questa poi….).
Sei in contraddizione totale e se lo ha capito anche un piccolo ingranaggio come me allora stai sicuro che col tempo (se ce ne lasciano abbastanza) sarà sempre più gente a capire chi sei realmente e che ruolo svolgi nel plasmare la mente delle persone. Non sei altro che un pastore con il suo gregge e la storia ti condannerà stanne certo.
Se fossi una persona corretta e trasparente ti sentiresti in dovere di dare una risposta a Vittorio Arrigoni che ti ha lealmente sfidato (https://www.youtube.com/watch?v=NBgI_QWgXaI), ma la sostanza è che per te sarebbe un campo minato e non sapresti come uscirne. Ora lui non c’è più e tu hai chiuso il capitolo ma ricordati che ci saranno sempre degli “Arrigoni” sul tuo cammino e prima o poi inciamperai sulla verità.
Con nessuna stima e senza affetto
ti saluto
Marco
Salve,
bell’articolo.
Comunque sia il fatto che Saviano non abbia più una vita privata va sottolineato e compreso. Non basta dire “martire”.
Come comprendo che il successo planetatio di cui gode (a ragione o a torto) fa rodere diversi fegati ad altri sedicenti scrittori che il successo di un Saviano se lo sognano ancora la notte.
PS io zero zero zero l’ho letto e lo trovo un libro mediocre. che poi non è neanche un libro ma una serie di articoli e cifre sulla droga.
siete una massa di livorosi smidollati. Lavatevi la bocca esseri inutili prima di parlare di Saviano. VERGOGNATEVI è proprio vero che questo paese è oieno di spazzatura
Infatti tu sei un esempio della spazzatura tipica di questo paese.
ma da dove esce questo Marco che vuol fare lavare la bocca a tutti? Ma è scemo?
E’ indubbio che la stragrande maggioranza di quelli che criticano Saviano sono semplicemente pseudo scrittori invidiosi del successo che Saviano ha avuto.
Quindi per non apparire invidiosi del presunto successo di saviano, non bisogna criticarlo.
Grazie del Suo articolo.Quello che Lei scrive lo penso da tempo
Mi sento in un certo senso confortato nel constatare che la mia impressione (pressoché immediata) sia condivisa da altri “utenti”
Io che per 20 anni ho votato a sinistra pensando banalmente fosse appena meno peggio di tutto il resto vedo un’autentico bidone alla ribalta del mercato intellettuali ostico e non mi frega nulla di farmene una ragione