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Salvini punta al pre-incarico: "Si ragiona con i 5 stelle oppure si torna al voto"

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 2 mag – “Vediamo se qualcuno dei 5 Stelle dopo queste settimane torna coi piedi per terra e venga a un tavolo a ragionare sulle cose da fare ma con la squadra che ha vinto, il centrodestra. Coi veti e i bisticci non si va da nessuno parte, l’ho detto a Di Maio ma anche a Berlusconi”. Così Matteo Salvini, che a una festa di partito vicino Bergamo assicura che proverà “a cercare in Parlamento quella forza per fare le cose che ci chiedono gli italiani. Ci proverò fino all’ultimo, ma partendo dal centrodestra che è la prima coalizione e ha vinto in Molise e Friuli”. A chi suggerisce di chiedere un pre-incarico per formare un governo, il leader della Lega risponde: “Perché no?“.
“Non si tratta per il governo con il Pd – dice Salvini – si ragiona con i 5 Stelle o altrimenti c’è il voto”. A chi gli chiedeva se ci sia stato uno scambio di sms con Matteo Renzi, Salvini ha risposto: “Mi scrivo con tutti, con Renzi, con Di Maio…”.
Il capo politico della Lega boccia l’ipotesi di un governo del Presidente (che poi sarebbe un governo tecnico): “È stare tutti insieme per non fare nulla”. Salvini invece rivendica “al centrodestra, che è una squadra”, il diritto di guidare il prossimo esecutivo per fare “quello di cui gli italiani hanno bisogno”.
“La situazione – dice il leader del Carroccio – non è facile perché per quasi due mesi abbiamo avuto qualcuno che diceva di voler dialogare con tutti ma che il premier lo faceva lui e comandava lui. E ha aperto due forni, ha girato 18 panetterie per piazzare il suo pane”. È chiara l’allusione alla strategia (perdente) del leader del M5S, Luigi Di Maio. “Questo qualcuno – ha concluso il segretario della Lega – ha detto ‘o governo con la Lega o governo con il Pd’. Amico mio, non funziona così”.
Il capo politico della Lega quindi conferma di essere disposto a rinunciare alla poltrona da premier, l’importante è che il governo sia a guida centrodestra: “Non dico o Salvini o nessuno, dico che io mi sento pronto per la squadra che abbiamo, il centrodestra. E se mi accorgessi che c’è qualcuno migliore per dare risposte agli italiani, farei anche 18 passi indietro”. Comunque, l’ultima parola spetta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Sono pronto a qualunque cosa ci dica”. A patto, però, che non si parli di governi istituzionali o dei “responsabili”. “Non voglio cadere sugli Scilipoti”.
Anche il neopresidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga è per la riapertura delle trattative con i 5 Stelle. E se non dovesse funzionare, l’unica alternativa è tornare al voto. “Aspettiamo la decisione del presidente Mattarella, siamo fiduciosi, confidando nella sua saggezza – afferma Fedriga a Circo Massimo su Radio Capital – Poi speriamo si passi al ‘forno delle responsabilità'”.
“Ipotizzo un riavvio della trattativa di tutto il centrodestra con il Movimento 5 Stelle senza veti – spiega – Il Pd ha portato avanti politiche opposte alle nostre, non vedo compatibilità. Altrimenti l’unica strada è il voto dopo aver cambiato la legge elettorale”.
Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera, ribadisce: il Carroccio non ha intenzione di seguire Di Maio nella corsa al voto anticipato, ma neanche dare soddisfazione a Silvio Berlusconi che insiste per un incarico al centrodestra perché convinto di trovare i voti che mancano (e che non sono pochi) in Parlamento. A Salvini non piacciono “soluzioni incollate con lo scotch, come trovare di volta in volta 40-50 parlamentari, per permettere di sopravvivere giorno per giorno”, spiega il capogruppo leghista. Giorgetti però non esclude la possibilità di partecipare a un governo anche con il M5S che modifichi la legge elettorale. A patto che si torni a votare “in tempi rapidissimi”. “Patti chiari, amicizia lunga, governo corto”, conclude.
Dello stesso avviso l’ex governatore lombardo Roberto Maroni: “Consiglio ai due giovani leader Salvini e Di Maio di prendere in mano la situazione e fare un accordo per riscrivere subito la legge elettorale con premio di maggioranza e doppio turno”. Secondo l’ex ministro dell’Interno, solo dopo una legge elettorale si potrà tornare alle urne. “La data ‘buona’ è domenica 7 ottobre – aggiunge – con una legge elettorale votata da Lega e M5S”. E quanto al centrodestra lancia una proposta: “Si potrebbe pensare a una Forza Lega con Salvini premier, sarebbe un modo per tenere tutto insieme”.
Ora però la parola sta al capo dello Stato, che a quanto pare non ha alcuna intenzione di far governare la Lega e auspica piuttosto che Pd e 5 Stelle raggiungano un accordo. Il tutto alla faccia degli elettori, che hanno ribadito anche in Friuli di preferire il centrodestra (e al suo interno la Lega) e di non volere più il Pd al governo.
Adolfo Spezzaferro

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