Roma, 27 ago – Matteo Salvini va all’attacco dell’“inciucione” M5S-Pd: è “un ribaltone pronto da tempo, se da una settimana all’altra si passa dalla Lega al Pd. L’accordo votato a Bruxelles sulla commissione imposta da Merkel e Macron aveva l’obiettivo di riportare indietro l’Italia e si spiegano i tanti no del governo degli ultimi mesi”. Così ieri sera il leader della Lega in conferenza stampa al Senato stigmatizza il “governo della poltrona” che sta per nascere. “La dignità e la coerenza valgono più dei ministeri, sono orgoglioso della Lega“, ha poi aggiunto. “A Mattarella ribadiremo che la via più democratica è il voto“.
“Rifarei tutto. Il governo era fermo”
Perché allora la crisi in agosto, annunciata da Sabaudia? Gli chiedono. “Rifarei tutto – ha risposto Salvini – il mio elettorato, gli italiani si aspettano un forte taglio delle tasse, con il governo dei no non era possibile e tirare a campare non è quello che ci chiedevano gli italiani. Era un governo fermo, un Parlamento fermo, magari erano telecomandati da altre città al di fuori dei confini italiani…”. “Ci vuole fegato – è l’attacco di Salvini all’ex alleato M5S – a fare la rivoluzione con Prodi e Renzi“. “Una ipotetica maggioranza Pd, M5S, LeU su che cosa si fonda? Sfido un italiano su 60 milioni a dirmi senza ridere che questa è una maggioranza stabile, che va avanti tre anni, con le idee chiare, come chiesto dal presidente della Repubblica“.
“Se qualcuno sta svendendo il Paese alla Merkel lo spiegherà agli italiani”
“Se qualcuno sta svendendo la sovranità di questo Paese in nome della Merkel lo spiegherà agli italiani”. “Inorridisco – ha aggiunto – all’idea che qualcuno voglia rimontare per le poltrone quello che abbiamo faticosamente smontato in un anno”. “Pare che stia nascendo un governo che ha le poltrone come unico collante, lontano dal Paese reale”, nato da un “gioco di palazzo“. “Abbiamo smascherato un giochino”. “Chi ha paura degli italiani? Che qualcuno stia scegliendo al posto degli italiani nei palazzi è un tradimento della volontà popolare“.
“In caso di voto pronti a manovra economica epocale”
“La Lega, compatta, ha scelto una linea coraggiosa. Siamo pronti in caso di elezioni a una manovra economica epocale. A chi ora distribuisce poltrone e ministeri oggi diciamo che si può scappare dal voto degli italiani per 1, 2, 6 mesi o un anno ma non per sempre: chi ha paura del voto non ha la coscienza politica“, sottolinea il ministro dell’Interno. “Uno può scappare dal voto nazionale ma non dal fatto che la metà delle regioni italiane va a rinnovo nei prossimi mesi. Leggo di alleanze Pd-M5S anche nelle Regioni, se il M5S si scopre costola del Pd e pezzo della sinistra bastava che ce lo dicesse prima e ne avremmo tratto le conseguenze”. “Capiamo adesso – sottolinea il ministro dell’Interno – il perché dei tanti ‘no’ come quelli sull’Autonomia. Rimaniamo increduli che il taglio dei parlamentari sia sparito dall’orizzonte. Se qualcuno preferisce il governo con Bibbiano, Banca Etruria, Mps, noi facciamo volentieri mille passi avanti”, afferma Salvini.
“Non stiamo facendo appelli alle piazze”
“Non stiamo facendo appelli alle piazze, mi occupo di sicurezza, non di insurrezioni che si facevano nel 1848. Ma non starò a guardare se qualcuno pensa di riaprire i porti e far ripartire il business dell’immigrazione clandestina. Continuo a garantire stabilità a questo Paese. La via maestra è il voto”. Così Salvini ha smentito chi tra le fila della Lega invoca la protesta delle piazze, rimarcando il suo ruolo istituzionale al Viminale. “Prima o poi il giudizio del popolo arriva. Se fai accordi contro-natura per salvare la poltrona, alla fine a casa ci vai”. “Non ci accontentiamo di governicchi – ha dichiarato ancora Salvini – sono sempre più convinto che abbiamo smascherato un giochino che qualcuno preparava da tempo. Noi abbiamo idee chiarissime su quello che andiamo a dire al presidente Mattarella”. “Se ho sentito Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni? Ci sentiremo per le regionali. Speriamo che almeno qui gli italiani possano votare…“, ha concluso il leader leghista, ormai pronto a guidare l’opposizione in Parlamento.
Adolfo Spezzaferro