Roma, 24 lug – Tra Matteo Salvini ed Emmanuel Macron i rapporti non sono mai stati idilliaci. Frecciate e litigi continui che culminarono lo scorso febbraio con la decisione del governo di Parigi di richiamare l’ambasciatore francese a Roma. Poi il leader della Lega tentò di rasserenare gli animi, senza però troppa convinzione. D’altronde l’aggressività del presidente transalpino, condita da una certa strafottenza, lo rende indigesto anche ai cittadini d’oltralpe. Figurarsi quanto può essere apprezzato dagli italiani.
Ma dopo il secco no dell’Italia all’accordo sugli immigrati proposto ad Helsinki da Francia e Germania, Macron si è particolarmente indispettito, richiamando Salvini al senso di “responsabilità” perché il governo italiano ha disertato il vertice di Parigi. Un modo piuttosto curioso per chiederci di aprire i porti. Oggi così, il ministro dell’Interno, è passato all’attacco: “Ieri a Parigi non ci è andato nessuno: non siamo dame di compagnia di Macron che, con tre o quattro giorni di anticipo convoca i ministri di tutto il resto di Europa a Parigi sul suo documento che prevede che gli sbarchi siano solo in Italia”.
“L’Italia non sarà il tuo campo profughi”
Salvini ha poi rincarato la dose: “Ma chi sei? Non siamo mica dei tuoi dipendenti o dei tuoi camerieri. Siamo andati alla riunione ufficiale ad Helsinki dove c’eravamo tutti noi ministri. Se Macron si alza la mattina e decide che è il nuovo Napoleone e si fa tutto a casa sua in base a quello che vuole lui, se la fa e se la canta da solo”. Nel corso di una diretta Facebook, il vicepremier ha poi tuonato: “Amico mio, preoccupati delle richieste dei francesi. L’Italia non sarà il tuo campo profughi… C’è il porto di Marsiglia, non venire a stressare noi. Se pretendi che noi si firmi un documento dove le navi arrivano in Italia, hai sbagliato a capire perché gli italiani non sono più disponibili ad essere schiavi di nessuno. Non siamo dame di compagnia di nessuno. Lezioni di generosità e di democrazia da Macron non ne prendo”.
Eugenio Palazzini