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Salvini al Washington Post: "Piano Marshall per l'Africa e sì all'annessione della Crimea alla Russia"

by Lorenzo Zuppini
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Roma, 20 lug – L’annessione della Crimea è legittima. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è espresso nel corso di un’intervista al Washington Post. Una lunga chiacchierata con il cronista, nella quale ha parlato dei temi caldi che sta affrontando l’Europa, e nella quale ha spiegato il suo sogno di un fronte sovranista europeo. Un tema in cui la questione della Crimea rientra a pieno titolo.
Salvini, che ha annunciato che presto si recherà in Africa, ha anche spiegato che per il continente Nero serve un Piano Marshall, che permetta di migliorare le condizioni di vita nei Paesi d’origine e quindi scoraggi le partenze. Perché solo così, secondo Salvini, si potrà risolvere il problema dell’invasione, ed evitare che l’obiettivo diventi la ridistribuzione degli immigrati tra i vari Paesi europei. Quello che l’Europa sta facendo per l’Africa non è abbastanza secondo Salvini, perché per arginare i flussi migratori ha chiesto aiuto al turco Erdogan. “Se 6 miliardi di euro vanno alla Turchia e solo 500 milioni di euro ai Paesi africani, la nostra battaglia deve diventare quella di aumentare i fondi destinati all’Africa”.
È un Salvini a tutto tondo quello che si racconta al Washington Post, rivelando le sue ambizioni e spiegando le linee guida del governo italiano. Il fronte sovranista è una conseguenza di questa visione sull’immigrazione, e il suo obiettivo è quello di mettere insieme i partiti che si riconoscono in questa visione, i cosiddetti populisti, in vista delle elezioni europee. In questo modo gli interessi nazionali dei vari Paesi potranno venire tutelati anche all’interno del Parlamento europeo.
Di qui, a proposito di interessi nazionali, il passaggio che porta al riferimento alla Crimea. L’intervistatrice gli chiede il motivo per cui Salvini vuole togliere le sanzioni alla Russia e lui afferma che tali sanzioni “non si sono dimostrate utili e, secondo i dati, danneggiano le esportazioni italiane”. Quindi la Crimea. Il vicepremier italiano, incalzato dalla cronista, difende la posizione di Mosca in merito, e spiega che il 90% della popolazione ha votato per ritorno della Crimea nella Federazione Russa perché “ci sono alcune zone storicamente russe, con la cultura e le tradizioni russe, che appartengono legittimamente alla Federazione Russa”.
Ed è proprio in tema di Russia che l’ammirazione di Salvini nei confronti del presidente americano Donald Trump trova qualche intoppo. Salvini afferma di essere d’accordo su quasi tutto con lui, dal riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele alle politiche in tema di immigrazione. Perché sta realizzando quello che ha promesso agli elettori. Ma sulle sanzioni alla Russia proprio non ci siamo.
Anna Pedri

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blackwater 20 Luglio 2018 - 11:00

assolutamente NO.
bene ricordare che il Piano Marshall USA nel dopoguerra NON era affatto a fondo perduto,ma doveva essere restituito con interessi (NB con colonizzazione militare statunitense compresa) ed era destinato a Paesi con un DNA assolutamente avanzato come progresso scientifico,industriale ed economico,danneggiato solo e soltanto da 5 anni di guerra.
prova provata è che la stessa ITALIA di allora (grazie anche al FASCISMO che le aveva dato una pubblica amministrazione di tutto rispetto) dalle macerie della 2GM e oltre 500.000 morti,ci mise appena 15 anni per sviluppare il boom economico degli anni 60…ma questo non a caso,visto che questa è stata la terra di Cesare come di Leonardo da Vinci.
se qualcuno pensasse – con tutto il rispetto umano che si può provare per gli Africani – che un Piano Marshall da quelle parti sortirebbe una efficacia simile a quella dell’europa postbellica,sarà bene ricordare le tonnellate di dollari che sono stati buttati da quelle parti solo negli ultimi 40 anni.
NB la gran parte di Paesi africani di immigrazione falso-profughista (Nigeria in testa,prima economia di tutto il continente mondiale e 20a mondiale) sono sicuramente messi meglio della nostra Italia ridotta in macerie e con le pezze al culo dopo il 1945….quindi è evidente che è la componente umana ad essere dissimile,e non ci sarà nessun piano Marshall al mondo in grado di cambiare questo stato di cose.
forse e dico forse, l’unica cosa in grado di salvare l’Africa (occhio nel frattempo a non perdere la nostra Europa) è un colonialismo europeo su base regionale,con dei progetti pilota;
ad esempio delle aree all’interno di alcuni stati africani con amministrazione e gestione totalmente europea delle risorse,più o meno grandi come una Lombardia (25.000 Km2).
tutto il resto sono nostre risorse bruciate per sempre.

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Marella 20 Luglio 2018 - 6:11

Sono d’accordo con Blackwater…dare soldi o comunque risorse in mano agli Africani non cambierebbe nulla perchè purtroppo non sono in grado di gestirsi…basta pensare al presidente del Congo che ha dato il permesso alle multinazionali del petrolio di effettuare trivellazioni in due parchi area protetta e che sono patrimonio del’UNESCO…chè Del resto le 14 colonie ex africane sono ancora colonie ( la moneta è il CAF stampato in Francia) perchè non hanno sovranità monetaria!!

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