Roma, 12 mag – “Dopo 100 giorni di lockdown gli italiani iniziano ad avere paura“. La serrata generale imposta dal governo Conte ha scatenato una crisi economica tale che i cittadini temono per il loro futuro. E temono anche rivolte, soprattutto al Nord. Lo riferisce l’ultimo rapporto di Euromedia Research, pubblicato sulla Stampa, secondo cui “sette su dieci temono che la crisi economia possa far esplodere le rivolte sociali, soprattutto al Nord, mentre solo 5 su 100 dichiarano di avere ancora fiducia nei politici“.
Crolla la fiducia nei politici (4,6%)
Sul fronte del crollo della fiducia nella classe politica, Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, spiega che “il tema vero è che la fiducia nei politici italiani oggi è al 4,6%, solo un punto percentuale più alta di quel periodo che ha portato Beppe Grillo al famoso V-day, il che ci spinge ad affermare con forza che la politica oggi non deve inseguire il consenso, ma il buon senso“.
Il governo ha contribuito ad alimentare la paura
Come se non bastasse, la comunicazione del governo giallofucsia ci ha messo del suo nel far crescere la paura negli italiani. I timori peraltro sono stati alimentati dalla confusione generata da una serie di contrordini e smentite su cosa fosse consentito fare e cosa fosse vietato durante l’epidemia di coronavirus. Interrogato nel merito dopo 4 giorni di fase 2, solo l’1,3% del campione “ha dichiarato di essere uscito anche durante il lockdown, il che coincide con quanto dichiarato il 15 aprile sullo stesso tema. Dai numeri ci si rende conto che la responsabilità degli italiani ha risposto positivamente quando ha dovuto rispettare le regole, lo stesso rispetto che ora la gente chiede in cambio alle istituzioni“.
Il 56,% teme un aggravamento della crisi economica
La paura è anche quella di non farcela dal punto di vista economico. “Ci sono famiglie che si scoprono in grandi difficoltà economiche. Oggi gli italiani insieme alla paura scoprono la preoccupazione della mancata ripresa“. Il sondaggio precisa che il 56,8% teme l’aggravamento della situazione economica mentre il 40,1% rimane ancora concentrato sul contagio. E sempre per colpa della crisi scatenata dal lockdown, “il 64,6% degli italiani si dichiara consapevole del rischio di importanti tensioni sociali soprattutto nelle aree più produttive del paese. Durante il corso di questi incredibili mesi, molto si è scritto e detto sui numeri riguardanti il Pil, l’occupazione, le crisi aziendali. Forse pur pensandoci o evocandolo, non ci rendiamo davvero conto della devastazione che potrebbe generarsi da questa epidemia che prima ha colpito intere famiglie facendole ammalare e adesso potrebbe colpire intere attività costringendole alla chiusura laddove non l’ha già fatto”, conclude la Ghisleri.
Il problema è che la paura emersa da questo sondaggio non potrà che continuare a crescere, visto che il governo giallofucsia non ha ancora dato un euro a famiglie e imprese. E non fa che rimandare il decreto già “aprile”, poi “maggio”, ora ribattezzato “rilancio”, che dovrebbe contenere le misure economiche che tutti attendono da mesi.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
Oramai è chiaro: tutto l’attuale governo di inetti (usando un eufemismo) deve esser cacciato via, con le buone o con le cattive………è una questione di sopravvivenza!
Che cosa si aspetta?