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Reddito di cittadinanza: quanto vale, a chi va (rom compresi), come si perde

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 25 gen – Ora che il reddito di cittadinanza è pronto e va soltanto varato entro i tempi (si parte ad aprile) e le modalità stabilite dal “decretone” del governo gialloverde, vediamo come funziona nella sua versione a quanto pare definitiva.

Il reddito di cittadinanza si potrà richiedere dal 5 marzo alle Poste, ai Caf accreditati e per via telematica. L’inizio dell’erogazione dovrebbe avvenire dal 27 aprile.

I nuclei familiari che beneficeranno di reddito e pensione di cittadinanza sono un milione e 248 mila unità. Nell’ultima relazione tecnica della misura-bandiera del M5S le famiglie erano un milione e 322 mila, quindi beneficeranno del sussidio 74 mila nuclei in meno.

Altra questione che ha scatenato non poche polemiche e attriti in seno alla maggioranza, le famiglie di immigrati (per non parlare dei rom) che riceveranno il reddito. Ebbene, questi nuclei composti da soli stranieri (nomadi compresi) sono 154 mila. Sì, perché sebbene in totale le famiglie di stranieri che figurano con un Isee tale da avere diritto al sussidio siano 241 mila (ma qui si entra in un campo minato, vista la tendenza acclarata all’evasione fiscale), 87 mila di queste non risiedono da almeno dieci anni in Italia, di cui gli ultimi due continuativi, altro criterio per ottenere i soldi.

E’ da segnalare che la stima dei potenziali beneficiari della misura è dell’85%, contro il 90% della versione precedente. Veniamo alle coperture: quest’anno ci saranno a disposizione circa 5,6 miliardi di euro, in calo rispetto ai precedenti 5,9 miliardi.

Sul fronte delle imprese, poi, chi assume un beneficiario di reddito di cittadinanza, potrà usufruire di uno sgravio che va da 5 a 18 mensilità, se la stabilizzazione scatta nel corso dei primi 18 mesi di fruizione del reddito. Se invece si dovesse saltare al secondo ciclo, l’esonero per l’azienza è fisso in cinque mensilità (e se si avvia un’attività autonoma l’incentivo è di sei mensilità).

Per quanto riguarda gli aspetti più tecnici, sale al 20% (rispetto al 10% delle precedenti bozze) la trattenuta che opererà l’Erario sulle somme non spese (e non prelevate) del reddito di cittadinanza, accreditato mensilmente sulla Card rilasciata da Poste Italiane. E’ prevista anche una verifica semestrale, che può portare all’azzeramento del plafond inutilizzato, fatta eccezione per una mensilità di beneficio riconosciuto.

L’ultima versione del testo infine chiarisce meglio il meccanismo delle offerte di lavoro cosiddette congrue. La prima offerta, nel primo anno, dovrà arrivare nel raggio di 100 Km da casa o a 100 minuti di viaggio. Per la seconda offerta di impiego il raggio passa a 250 Km, mentre per la terza si considera tutto il territorio nazionale.
Dopo il primo anno anche per la prima offerta di lavoro si allarga il raggio a 250 km e dopo 18 mesi, al secondo ciclo di reddito, le offerte di lavoro possono arrivare da tutta Italia. Per le famiglie con persone con disabilità le offerte di lavoro saranno entro i 250 km. Se ci si trasferisce oltre i 250 km insieme alla famiglia si avrà diritto a delle mensilità di reddito in più, da tre fino a un massimo di 12.

Ma attenzione, se si rifiuta anche la terza offerta nel primo ciclo non si avrà più diritto al sussidio.

Per quanto riguarda le clausole da rispettare, pena la perdita del diritto al reddito, il governo ha individuato una serie di procedure.
Chi ha diritto deve collaborare con i navigator, ossia i tutor all’interno dei centri per l’impiego, e contribuire per un massimo di otto ore alla settimana ad attività organizzate dal comune di residenza.

Il navigator seguirà costantemente il beneficiario del sussidio nel su lavoro quotidiano di ricerca del lavoro, denunciando chi lavora in nero e impedendo che si perda tempo (le cosiddette norme anti-divano).
Chi infine dovesse presentare documenti falsi (come la dichiarazione Isee) sarà punito con una pena fino a sei anni di carcere.

Ecco quanto prenderanno gli aventi diritto.
Ai nuclei composti da una sola persona vanno 780 euro mensili (500 di reddito con l’aggiunta del contributo di affitto pari ad un importo di 280). Alle famiglie composte da un adulto e un minore spettano 880 euro, mentre ai nuclei formati da due adulti (o un adulto e due minorenni) vanno 980 euro. Una coppia con due figli è destinata a prendere 1.180 euro al mese; con tre figli minori, invece, 1.280 euro.
La soglia massima, che è di 1.300 euro, andrà alle famiglie con quattro adulti o con tre adulti e due minori.

Per quanto riguarda infine la pensione di cittadinanza, l’assegno mensile per i cittadini con più di 67 anni di età e privi di casa di proprietà può arrivare fino a 780 euro (630 per l’integrazione al reddito e 150 come contributo per l’affitto). Due persone pensionate e over 67 avranno un totale di 1.032 euro (di cui 150 destinati all’affitto).

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Vi sentite poveri? Dati Istat alla mano probabilmente lo siete 31 Gennaio 2020 - 3:17

[…] nemmeno la copertura delle spese fondamentali, figuriamoci delle accessorie. Viene in mente il reddito di cittadinanza, che sembra una manna o addirittura un concorrente sleale nei confronti dei salari, ma numeri alla […]

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