Roma, 28 gen – Il centrodestra va alla prova di forza: oggi voterà un candidato al Quirinale, con ogni probabilità la presidente del Senato Casellati. Alla quinta votazione per il presidente della Repubblica e dopo aver rischiato di spaccarsi, la coalizione Lega-FdI-FI oggi va alla conta dei voti. Il centrosinistra non ha ancora espresso candidati né fatto sapere come voterà oggi. Ma dopo i 166 voti di ieri per Sergio Mattarella, prende piede anche l’ipotesi del bis (che il centrosinistra potrebbe contrapporre al candidato del centrodestra).
Quirinale, il centrodestra finalmente vota: Casellati in pole position
Alla fine Matteo Salvini si allinea a Giorgia Meloni, che chiedeva la prova di forza e di smetterla di sprecare votazioni. Oggi quindi non sarà la votazione decisiva ma il centrodestra valuterà la compattezza e quanto sia quirinabile il candidato proposto. A tal proposito torna in pista la Casellati, la quale – secondo il Corriere – ieri avrebbe inviato un sms ai grandi elettori con scritto: “Mi dovete votare”. Certo è che anche se sarà la Casellati il candidato di bandiera del centrodestra, è da domani che i partiti inizieranno a fare sul serio. Visto che molto probabilmente oggi la presidente del Senato non sarà eletta capo dello Stato.
Il centrosinistra continua il muro contro muro: oggi potrebbe uscire al momento del voto
Dal canto suo, il centrosinistra oggi potrebbe uscire dall’Aula al momento del voto. Una mossa per ribadire il muro contro muro. Già ieri il Pd ha detto che non voterà la Casellati. Stamane i due schieramenti decideranno inoltre se fare anche la sesta votazione in giornata. In ogni caso, il centrosinistra continua a limitarsi a dire no ai candidati proposti dal centrodestra. Evidentemente, al netto del Pd di Letta che vuole Draghi al Colle, l’obiettivo è puntare sul Mattarella bis o aspettare che lo schieramento opposto si pieghi e converga su un candidato più super partes della seconda carica dello Stato. Tradotto: che va bene al centrosinistra.
Resta in campo l’ipotesi Mattarella bis (o peggio, quella di Draghi)
Intanto pare tramontata l’ipotesi Pier Ferdinando Casini. La Meloni ha detto e ripetuto che il centrista non va bene, perché è stato eletto nel Pd, nel centrosinistra. L’ex alleato di Berlusconi non è ben visto ovviamente neanche da FI. Eppure Casini, da sempre il nome sponsorizzato dal leader di Iv Renzi, avrebbe potuto mettere d’accordo tutti. Ma se il suo nome è bruciato è anche colpa dei no a ripetizione di Letta.
Altro dato da non sottovalutare, la telefonata del premier Mario Draghi a Berlusconi ricoverato. Un tentativo di riavvicinamento dopo il no del Cav all’autocandidatura per il Quirinale da parte dell’ex numero uno della Bce. Se dovesse arrivare il placet di Berlusconi, c’è il fortissimo rischio che Draghi vada al Colle. A quel punto il centrodestra si spaccherebbe definitivamente. Per la grande, doppia gioia del Pd.
Domani il centrodestra farà il nome definitivo?
A conti fatti insomma, il centrodestra domani dovrà presentare un altro nome, che possa attrarre i voti del centrosinistra (non dimentichiamoci di Sabino Cassese). Altrimenti – ci scommettiamo – continueranno ad aumentare i voti per Mattarella. Il quale nelle ultime settimane ha ribadito ad ogni piè sospinto che non intende concedere il bis. Ma se venisse pregato da tutti i partiti, con la promessa che sarebbe votato in massa, non potrebbe rifiutarsi. Intanto, alle 11 si vota. Staremo a vedere.
Adolfo Spezzaferro
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