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Pure il rifiuto al monumento per le vittime delle foibe: il Pd è sempre nemico della Patria

by Stelio Fergola
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Pd Patria foibe

Roma, 4 apr – Non c’è niente da fare, Pd e Patria proprio non possono stare nella stessa frase. E non si dica che sia la stessa cosa per tutte le forze politiche: con tutti i limiti e le sacrosante critiche che si possono proferire a una classe dirigente oggi imbarazzante e decisamente lontana da qualsiasi difesa della Patria stessa, certe vette di mancanza di scrupoli, anche di banalissima “educazione civica”, c’è poco da fare, stanno solo a sinistra.

No al monumento di commemorazione delle vittime delle foibe

Niente monumento per ricordare le vittime delle foibe ad Egna, in provincia di Bolzano. Ad opporsi, guarda un po’, il Partito democratico locale. È stato l’assessore Alex Pocher, esponente del Pd, a dire no in Consiglio comunale alla mozione presentata da FdI per individuare un’area adatta al monumento. Si è giustificato così: “Non c’è richiesta dalla società civile”. Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione affari costituzionali della Camera, ha così commentato: “C’è sconcerto per la bocciatura in consiglio comunale di Egna, in provincia di Bolzano, della mozione presentata da FdI per l’individuazione di un luogo ove installare una stele o una memoria alle vittime delle foibe” Le parole di Pocher, , aggiunge Urzi, provocano “una profonda amarezza considerato il voto contrario alla mozione di tutto lo schieramento di sinistra, civico, dei Verdi e della Svp”.

Pd contro la Patria: come sempre

Il Pd non solo non ha interesse a difendere la Patria, ma le va direttamente contro. Spesso con una violenza pedagogica inaudita o con atti sprezzanti e insensibili, come in questo caso. Le foibe sono soltanto l’esempio più estremo di una cultura che, dal suo “fulcro” al Nazareno a tutti i partiti satellite che vi gravitano intorno, rifiuta la stessa idea di comunità nazionale. Poco conta che i morti fossero italiani, devono essere stati per forza tutti fascisti (facendo finta che sia una colpa, chiaramente). E poi la sempre ripetuta balla della “rappresaglia” che, se può avere un fondo di verità nel contesto della guerra (e stiamo facendo una enorme concessione, perché gli illeciti furono reciproci), è completamente inventata per quel che concerne le politiche di confine del fascismo prima dello scoppio del conflitto, e su queste pagine abbiamo già spiegato il perché.

Stelio Fergola

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