Roma, 17 dic – E’ stata ufficializzata ieri la proposta di acquisto di Ansaldo Sts e Ansaldo Breda da parte della cinese Insigma. Derby asiatico, dunque, per accaparrarsi la produzione pesante italiana, fra il colosso ferroviario di Pechino e il gruppo nipponico Hitachi. La borsa di Milano ha reagito con entusiasmo all’ingresso cinese nella trattativa, con il titolo di Finmeccaninca in rialzo del 5.91%, lasciando trapelare senza incertezze l’interesse dei mercati verso l’offerta proveniente da Pechino. Il tutto senza che alcun piano industriale e soprattutto occupazionale sia mai stato reso noto dai diretti interessati o dall’Ad, banditore d’asta, Mauro Moretti.
Si va così confermando quel processo di spoliazione dell’industria pesante nazionale perseguita ormai da più di vent’anni dalle oligarchie italiane e straniere responsabili del clima di austerity e della recessione senza fine. Il progetto di Romano Prodi e dell’Ulivo, nato con l’ingresso italiano nella Ue e nel Wto, di rendere l’Italia piattaforma logistica e di servizi dell’alleanza commerciale-debitoria Usa-Cina, sembra giungere così alla sua piena attuazione. Basti un dato: agli inizi degli anni ’90 l’Italia, settima economia globale, produceva più del 5% del Pil mondiale; oggi ne produce meno del 2%. Ecco i frutti marci della dismissione e della svendita della capacità produttiva del paese, confermata oggi dalle notizie sui gioielli ad alta tecnologia del gruppo Finmeccanica.
Giacomo Petrella