Roma, 28 ago – Partiamo da un presupposto: né la generosità, né la viltà hanno razza, lingua o religione. Aggiungiamo che, quando si tratta di scavare e salvare vite, vanno bene le braccia di qualunque colore. Diciamo pure che, essendo ormai gli stranieri una parte consistente della società italiana, la probabilità che anche solo per ragioni statistiche ci siano alcuni di loro tra i soccorritori, in caso di grandi calmità naturali, è sempre più alta. Sarà così anche ad Amatrice e dintorni, anche se molti di coloro la cui presenza fra le rovine è documentata fin dalle prime ore dopo la tragedia hanno negato di aver visto anche un solo extracomunitario impegnato nei lavori. Ma il raggio delle zone colpite è ampio, i centri interessati sono molti, magari siamo solo stati sfortunati a sentire i soccorritori sbagliati. Magari questi angeli delle macerie venuti dall’Africa ci sono stati e noi non ce ne siamo accorti.
Se ne sono accorti, invece, i media mainstream, che ai soccorritori allogeni hanno dedicato servizi su servizi. Bene, se ce ne sono stati, onore a loro. La domanda, però, viene spontanea: se la storia dei “profughi” che si danno ai soccorsi è vera, perché quasi tutte le testate hanno sentito l’esigenza di far vedere scene palesemente false? Perché sapete, quando si mandano in onda certe sceneggiate è davvero difficile credere alla buona fede. Ora, le scene del vero soccorso ai terremotati le abbiamo viste tutti: palazzi crollati, macerie, polvere, e sopra uomini che spostano sassi, cercano superstiti, si danno da fare nel cuore dell’emergenza. Le scene che ci hanno gabellato come “profughi soccorrono i terremotati” (per eccesso di zelo, Sky Tg24 ha scritto “aiutano nella ricostruzione”: solidali e fulminei!) sono di tutt’altra foggia: gruppetti di una decina di immigrati disorientati, vestiti alla bell’e meglio con tute catarifrangenti, sotto le quali non hanno potuto esimersi dallo sfoggiare un look gangsta rap, buttati in mezzo al nulla a pulire sterpaglie, peraltro senza la minima cognizione di come usare gli appositi strumenti.
Una messa in scena indegna, per la quale non è neanche colpa loro, ma di qualche solerte operatore, probabilmente alla ricerca di un rinnovo dei fondi statali per “l’accoglienza” alla sua cooperativa. Ovviamente è del tutto naturale che degli extracomunitari, tanto più se presunti “profughi”, non siano stati in prima linea nelle operazioni di soccorso: chiunque sia pratico della questione sa che alle rovine fanno accedere solo gente esperta e accreditata, non certo ragazzi catapultati dall’altra parte del mondo, dallo status giuridico e sanitario opaco, che spesso non capiscono la lingua e non conoscono i luoghi. Ma allora basta messe in scena, per favore. Fate un favore a voi stessi e alla vostra dignità evitando di proporci Snoop Dogg che passa il rastrello per giustificare l’invasione.
PS: qualcuno, leggendo obiezioni come quelle appena mosse, ha scritto che “non bisogna fare politica sulle sciagure”. Appunto…
Adriano Scianca
9 comments
Colto il punto come al solito. Grande Scianca!
Che spettacolo penoso… sarà forse un ordine partito dalla Sboldrinova? ma a quando un colpo di stato serio che rimetta a posto questa italia sodomizzata con la complicità della sinistra compiacente?
Solite buffonate italiote politicamente corrette che ingannano chi vuol farsi ingannare. Oramai sono decisamente ripetitivi e alle loro balle non crede quasi, QUASI, più nessuno.
Già…., niente di nuovo…, solite buffonate vomitevoli della stampa di regime cui ci hanno abituato i delinquenti in malafede indegnamente al governo italiano, per non parlare del deficiente argentino da far correre a calci nel didietro….
Ma è mai possibile che ci si sia adagiati in questo sopore e torpore arrendevole…? Io sono sicuro che molte persone schifate da questa ormai fogna di italia, aspettano solo il segnale giusto…
ha un nome l’artefice…UNO SCIACALLO ROSSO DI NOME Letizia Bellabarba
Con la connivenza (purtroppo) di molti, tantissimi “utili idioti” :
un mio conoscente di Facebook, palesemente orientato al pensiero “politicamente corretto” non ha infatti resistito alla tentazione di dare il suo contributo di risonanza alla cosa, pubblicando la foto sul suo profilo col solito, immancabile commento di stampo perbenista : “nonostante tutto il male che si dice di loro, eccoli in prima linea a dimostrare che il buon cuore esiste comunque” o qualcosa del genere. Sotto, tra i “like” la ancora più immancabile “pappagalla” a recitare il mantra : “siamo tutti uguali e sempre lo saremo”, espressione di una mentalitù perbenista-ugualitarista che peraltro, con la vera solidarietà c’entra come i proverbiali cavoli a merenda.
Patetici, certo. Il problema è che per il momento, sono ancora Legione.
Anche mio figlio di 10 anni si e’ accorto che era una bufala…possibile che la gente creda ancora a queste str…..te???
Di questi “creduloni” ce ne sono, purtroppo, ce ne sono. Potrei persino farle nomi e cognomi.
E sono ancora tanti; troppi.
Se poi credano veramente, o piuttosto VOGLIANO CREDERE (pur di non guardare in faccia la realtà) se ne può discutere. Ma ci sono.
Non ci crede nessuno, per fortuna. dove sto io, dopo l’alluvione, la società multicolore razziava a mani basse la merce accatastata fuori dai negozi: tutte le nazionalità senza distinzione di razza. I giovani impegnati nella defatigante opera di pulizia erano visibilmente italiani: non ne ho mai visti tanti in giro tutti insieme. Questo è l’unico dato ottimistico. Per quanto riguarda i terremoti, invece, è richiesta una specializzazione tale per cui nemmeno i soccorritori ordinari hanno l’idoneità e le domande di volenterosi privi di qualifica vengono respinte. Evidentemente, l’essere un rapper africano è una qualifica indispensabile.