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Ponte sullo Stretto, il sì del Senato è una buona notizia che non cancella i soliti ostacoli

by Alberto Celletti
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Ponte Stretto Senato

Roma, 25 mag – Il ponte sullo Stretto di Messina ottiene un sì dal Senato. Come riporta Tgcom24, l’opera pubblica più inseguita degli ultimi sessant’anni ha ottenuto voto favorevole al decreto che così diventa legge.

Ponte sullo Stretto, il sì del Senato

Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina riceve il voto favorevole del Senato, diventando così legge. Per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini l’opera “sarà un orgoglio italiano nel mondo, un risarcimento per calabresi e siciliani che porterà 100mila posti di lavoro vero”.  Una “una decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni” ha poi aggiunto il ministro. Si riparte da ciò che si era pianificato nel 2011, il che “metterà al riparo dai contenziosi miliardari che pendono da anni sulle nostre teste”. E infine, “sarà il ponte di tutti gli italiani”, con tanto di concorso per deciderne il nome. L’inizio dei lavori? La data limite è il 31 luglio 2024, con l’obiettivo di essere operativi nel 2032. Esulta anche Silvio Berlusconi, un vecchio sostenitore del ponte quando, a suo tempo, era presidente del Consiglio: “Abbiamo mantenuto l’impegno preso con i Siciliani, con i Calabresi, con tutto il Sud. Il ponte sullo Stretto da oggi è legge e domani sarà realtà. Si compie un cammino che avevano cominciato i miei governi e che la sinistra aveva colpevolmente interrotto. Avevamo promesso che questa volta lo avremmo realizzato e ora la strada è tracciata. Da oggi l’Italia è più unita, la Sicilia è più vicina all’Europa. Finalmente!”

Bello esultare, ma non c’è ancora nulla

Le esultanze della maggioranza non possono nascondere gli ostacoli che ancora ci sono e ci saranno fino all’ultimo per riuscire a realizzare questa complicatissima opera pubblica, le cui costruzione è ostracizzata da sempre anche e soprattutto a livello ideologico. Senza contare i problemi di finanziamento che, da decenni ormai, rendono complicato qualsiasi investimento. Quanto all’ideologia, i no vengono – come sempre – soprattutto da una sinistra che non vuole saperne, definendo il ponte sullo Stretto una “opera di distrazione di massa”, puntando sulle solite retoriche del “progetto non essenziale” rispetto ad altri che sarebbero sempre presuntivamente superiori. I più rumorosi, guarda caso, sono stati Verdi e Sinistra, i quali hanno provato a sollevare una questione di anticostituzionalità (poi respinta). Ma sarà solo la punta dell’iceberg: ci sarà da combattere contro una cultura intera da sempre ostile alle grandi opere. Una cultura che con l’edificazione del Mose ha Venezia, per fortuna, ha perso. Ma che non ha nessuna intenzione di perdere ancora.

Alberto Celletti

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2 comments

Germano 25 Maggio 2023 - 12:53

Uno spreco di soldi inutile in un’opera inutile che mai sarà finita. Finito sarà Salvini per complicarsi la vita con questo ponte che a nulla serve. La fine della sua “carriera” politica e guai per il resto della sua vita.

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fc 26 Maggio 2023 - 6:33

Non esageriamo… oggi, via terra, si fa prima ad arrivare sulle terre di Codreanu che a Trapani. Almeno i treni devono andare come si deve. (Personalmente sono contro il troppo che vola).

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