Roma, 23 mar – Le “famiglie arcobaleno”, ammesso e non concesso di definirle così, sono quattro gatti, per usare un’espressione gergale. Quattro felini che però pretendono di dettare legge e di auto-proclamarsi emergenza di massa, adeguatamente spintonata dal Pd e, manco a dirlo, dal solito Alessandro Zan.
“Famiglie arcobaleno”? Poche migliaia
I numeri riportati dal Giornale sono abbastanza inequivocabili: nel 2021 hanno ricorso alla cosiddetta “unione civile” 2.148 coppie dello stesso sesso, in un’annata in cui ci sono stati oltre 18mila matrimoni. Un rapporto di cento a uno, una nettissima minoranza. Ma dunque perché tanto rumore, com’è possibile che si riesca a generare un’immagine così imponente? La risposta è ancora una volta economica e riguarda il dramma della maternità surrogata, il cui mercato mondiale, come spiega Mario Adinolfi, “vale a spanne circa cento miliardi di dollari, e si può ritenere che ogni anno trovino famiglia circa 20mila figli della maternità surrogata, con una maggioranza schiacciante a favore dei nuclei eterosessuali; su cento 85 contro 15. Ma in Italia naturalmente le cose cambiano e i rapporti si capovolgono: le coppie, diciamo così, tradizionali, hanno altre strade per cercare i figli, dall’adozione alla fecondazione eterologa, quelle omogenitoriali no”.
Le balle di Zan e il mercato mondiale dei bambini
Dunque, quanto il deputato del Pd Zan parla di “diritti di tante famiglie” distrutti, ciancando di 150mila bambini, dice evidentemente una sciocchezza. Non solo. Parla – volendolo o meno ci interessa molto poco – nella prospettiva dello sviluppo relativo, dopo quello dei “bambini”, proprio della maternità surrogata, che per ora in Italia – nonostante sia illegale – è presente “di importazione” riguarda numeri ancora modesti. Nella Milano arcobalenata di Beppe Sala, ad esempio, sono stati registrati 38 bambini affidati a coppie omosessuali, di cui un terzo provenienti proprio dalla surrogata. Adinolfi stesso ritiene che, guardando al quadro nazionale, si possa parlare “non siano più di duecento l’anno, forse qualcosa in più” per i bambini nati da madre surrogata” e che “quello delle centinaia è il perimetro dell’omogenitorialità”. Insomma numeri bassissimi che pretendono di dettare legge. Questo facendo finta di notare che il fenomeno esista, in pratica (sebbene importato), in un Paese dove è illegale, e se diamo uno sguardo al profilo mondiale c’è da spaventarsi davvero. La maternità surrogata, che – per dirla in termini chiari – altro non è che l’utero in affitto, è già un business potentissimo, soprattutto in Nordamerica dove è diventata quasi una moda. Non è un caso che gli omosessuali desiderosi di “ottenere bambini” si siano rivolti tutti agli Stati Uniti o al Canada: omosessuali vip, ovviamente, una élite che si può permettere spese importanti (anche fino a 200mila dollari) per ottenere brutalmente ciò che vuole.
Alberto Celletti
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[…] la merce è costosa (si arriva anche a 200mila dollari nel prosperoso “mercato mondiale” della pratica), dunque appare il minimo tutelare il […]