Reggio Emilia, 2 nov – Il volto della società multiculturale si è manifestato sotto forma di pestaggio fra ragazze pochi giorni fa a Reggio Emilia: la vittima, una ragazza di 19 all’ultimo anno di liceo, di padre marocchino e madre italiana. La “picchiatrici” un terzetto di marocchine di 16, 18 e 19 anni.
La molla scatenante è stato l’essere “troppo occidentale” della vittima, il fatto di essere nata da madre italiana la rendeva troppo poco marocchina e troppo poco islamica, e quindi “impura”. Una colpa inescusabile, che ha suscitato l’odio del terzetto. E così, dopo ripetute aggressioni verbali, offese et similia, le tre hanno organizzato un vero e proprio agguato alla fermata del pullman di via Matilde di Canossa, riempiendo la ragazza di pugni e calci, fra gli sguardi indifferenti degli astanti.
Immediata la denuncia per le tre ragazze, cui non è stato affatto difficile risalire dato che si sono anche vantate della loro “impresa” sui social network. Ora dovranno rispondere dei reati di lesione personali, minacce e d ingiurie.
L’episodio, oltre ad essere ignobile, conferma un quadro sociale sempre più inquietante e sempre ignorato, che conferma che viviamo in un’Italia che si sforza, spesso oltre il necessario, di mostrarsi pronta all’integrazione a tutti i costi nel nome del feticcio del politically correct, a fronte di una popolazione immigrata sempre più numerosa e sempre più spesso refrattaria a farsi integrare.
Prova ne è che le protagoniste di questa squallida vicenda non sono signore marocchine sessantenni figlie di pregiudizi appartenenti a qualche lustro fa, ma ragazzine che frequentano le nostre scuole, vivono la nostra realtà, e che una parte di italiani vorrebbe fossero parte integrante di questa Nazione. La loro tolleranza si è palesata in un pestaggio a sfondo razzista ai danni di una ragazza a loro dire “colpevole” di essere mezza italiana e quindi “impura”.
Al di là del notare che (ma oramai non stupisce più) le anime belle della sinistra in casi come questo si danno malate, senza far sentire i loro indignati vagiti di protesta per condannare un comportamento intollerante e apertamente razzista, viene da chiedersi cosa queste ragazze possano pensare degli italiani in generale, dato che per loro già solo essere italiani a metà costituisce una “impurità”. Se i figli della Nazione che li ha raccolti dal mare le disgustano tanto, nessuno le obbliga a restare qui.
I corifei dell’integrazione a tutti i costi e senza alcuna distinzione o buon senso in questi giorni non potranno essere molto fieri di sé: dopo l’episodio dei pullman separati nel torinese (vedi qui), ecco un altro esempio di razzismo nell’era del politicamente corretto.
Valentino Tocci