Roma, 10 ago – Ocean Viking, nave battente bandiera norvegese della Ong francese Msf Sos Mediterranée e ha attualmente a bordo 85 migranti dopo un’operazione di salvataggio nel Mediterraneo. I portavoce della Ong hanno più volte chiesto allo Stato italiano di fornire un porto sicuro per lo sbarco, ricevendo in risposta il divieto assoluto di accesso alle acque italiane. La Farnesina a questo punto interviene chiamando in ballo la Norvegia, ufficialmente Stato bandiera della Ocean Viking.
“Norvegia fornisca porto”
“Il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale sollecita le autorità della Norvegia, quale Stato di bandiera, nell’esercizio dei suoi poteri sovrani sulla nave e sulle persone a bordo” si legge nella nota della Farnesina “ad esercitare prontamente ed efficacemente ogni azione necessaria affinchè sia individuato un porto sicuro di sbarco per le persone a bordo”. La comunicazione è indirizzata all’ambasciata norvegese.
“Italia non ha responsabilità”
Si legge ancora nella nota del ministero degli Esteri: “Le autorità italiane non hanno ricevuto alcuna informazione sulle intenzioni del comandante della nave, che ha riferito dell’operazione alle autorità libiche, a soccorso avvenuto e quasi contemporaneamente alla diffusione dell’informazione attraverso i social media. Le autorità italiane e maltesi sono state informate per conoscenza e non risultano comunicazioni alle autorità competenti per il soccorso tunisine o norvegesi. Le autorità italiane non hanno in alcun momento assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso che sono avvenute poche miglia al largo delle coste libiche, ben al di fuori della area Sar di responsabilità italiana“.
“Italia non ha responsabilità”
Con questa comunicazione, il ministero degli Esteri si lava anche le mani da ogni responsabilità, a suo parere non ascrivibili alle autorità italiane: “Non può in alcun modo essere attribuita alle autorità italiane la responsabilità dell’individuazione del porto di sbarco dei naufraghi soccorsi dalla nave Ocean Viking e comunque l’ingresso nelle acque territoriali italiane sarebbe considerato pregiudizievole al buon ordine e alla sicurezza dello Stato, così come previsto dal’articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare“.
Affondo della Farnesina a prassi Ong
Poi i funzionari della Farnesina lanciano uno strale “ufficiale” alla condotta delle Ong che sembrano in realtà, più che voler salvare vite umane, dirigere i propri carichi esclusivamente verso l’Italia: “Il ministero degli Esteri, considerando in particolare le importanti capacità di ricezione della nave e delle attrezzature medico sanitarie a bordo, ricorda come non sia accettabile ogni condotta di Organizzazioni non governative che considerano l’Italia l’unico porto possibile di sbarco e che, a questo scopo, sono pronte a esporre le persone a bordo a condizioni psicologiche di forte pressione in situazioni igienico-sanitarie suscettibili di rapido deterioramento”. Questa comunicazione, visti i recenti sviluppi della situazione Open Arms, sembra suonare da monito anche ai rappresentanti della Ong spagnola.
Ilaria Paoletti
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bravo Moavero