Roma, 10 nov – Il sindaco di Milano Giuseppe Sala si scaglia contro il vicepremier Luigi Di Maio a proposito delle chiusure domenicali di negozi e centri commerciali. La proposta del capo politico del M5S “la trovo una follia. E poi perché chi gestisce negozi e ad esempio non i giornalisti? Qual è il senso?”, dice Sala nel corso di un intervento alla Bicocca.
“Se la vogliono fare in provincia di Avellino la facciano, ma a Milano è contro il senso comune. Pensassero alle grandi questioni politiche, non a rompere le palle a noi che abbiamo un modello che funziona e 9 milioni di turisti“, taglia corto il sindaco.
Immediata la replica del vicepremier (originario proprio di Avellino) su Instagram. “Per il sindaco di Milano Sala i diritti delle persone sono una rottura di palle. Nessuno vuole chiudere nulla a Milano né da nessun altra parte, ma chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe le palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se ne frega!“, risponde per le rime Di Maio.
Al che Sala ci va giù pesante nella classica tradizione meneghina: “Quando il ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi ‘fighetto’. Non ho altro da aggiungere”, chiosa su Facebook.
Il botta e risposta tra il primo cittadino milanese e l’alleato di governo ha attirato l’attenzione del ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, il quale ha criticato Sala. “Da milanese mi sembra quanto meno irrispettoso. Da milanese e da ministro sto facendo il possibile e l’impossibile per portare più forze dell’ordine a Milano e recuperare aree di legalità alla tranquillità dei cittadini. Se fossi il sindaco più che di occuparmi del governo, di Avellino, mi occuperei di alcune zone della mia città assolutamente fuori controllo“, commenta il leader della Lega.
Nello scontro a distanza poi interviene anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, al quale non è piaciuto il riferimento ad Avellino. “Non condivido nulla o quasi del programma del M5S ma sono indignato come meridionale per le parole a vanvera e poco dignitose del collega Sala. Si può esprimere la propria opinione in dissenso ma non così. Francamente non così. Spero che Sala chiarisca e chieda scusa alla città di Avellino“, commenta l’ex democristiano.
Sala quindi si è trovato costretto a chiarire che quella relativa alla città di Avellino “era una battuta, anche se dietro ci sta tanta verità. E la verità è che l’Italia è una ma è fatta anche di bisogni diversi, di situazioni diverse”.
Certo è che – al di là della polemica politica – sembra sia andato in scena il più classico dei siparietti farciti di stereotipi, con il Nord che lavora sempre e non si ferma mai da una parte e, dall’altra, il Sud dove bighellonano i fannulloni.
Adolfo Spezzaferro
"Non rompere", "Fighetto Pd". Chiusure domenicali, volano insulti tra Sala e Di Maio
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