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Napolitano gongola sui "cadaveri" di Sarkozy e del Pd

by La Redazione
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Roma, 23 mar – È sopravvissuto al crollo del fascismo, di cui era stato esponente. Ha visto il naufragio dello stalinismo, che aveva sostenuto. Ora Giorgio Napolitano, che oggi a Palazzo Madama ha aperto la prima seduta della XVIII legislatura, festeggia su altri due cadaveri politici: quelli di Nicolas Sarkozy e del Pd. Il francese, nei giorni scorsi, è finito in stato di fermo per presunti finanziamenti illeciti da parte di Gheddafi, ai tempi della campagna elettorale che lo avrebbe portato a diventare presidente, nel 2007. Un’inchiesta, quella dei magistrati transalpini, che getta una luce fosca sui rapporti tra Tripoli e Parigi. Giova ricordare che Sarkozy, nel 2011, fu il principale sponsor dell’attacco alla Libia. Sostenuto, in Italia, proprio da quel Napolitano che, da noi, caldeggiò vivamente il sostegno italiano all’azione militare, nonostante un riottoso Berlusconi, all’epoca, tuttavia, già in condizione di farsi ricattare, a livello nazionale e internazionale. Gheddafi fu così tradito dal politico che aveva finanziato in Francia e da quello con cui aveva stretto un trattato d’amicizia in Italia.
Di queste manovre, Napolitano fu ispiratore, suggeritore e in gran parte artefice. Il risultato di quella brillante pensata lo vediamo oggi sotto i nostri occhi: la Libia è un porto franco per migranti e terroristi, in mano a bande di predoni e milizie armate varie, senza neanche più uno straccio di governo. Chi paga, per quel disastro politico, umanitario, militare, culturale? Certo non Napolitano, oggi acclamato come padre nobile della Repubblica. Cosa che in parte è anche giustificata, vista la caratura di questa Repubblica. Oggi, tuttavia, abbiamo visto Napolitano consumare la sua vendetta anche se Matteo Renzi, con cui i rapporti sono peraltro tesi da tempo. Nel suo discorso, l’ex Capo dello Stato ha fatto velenosamente notare che “il partito che aveva guidato tre esecutivi ha subito una drastica sconfitta ed è stato respinto dagli elettori”, risultato che dimostra “quanto poco avesse convinto l’autoesaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e partiti di maggioranza”. Un chiaro riferimento alla boria renziana e alla sicumera con cui, alla segreteria del Pd, era stato accolto un 40% che oggi appare lontanissimo.
Ovviamente, dopo il 4 marzo, non sono stati pochi i commentatori che hanno rinfacciato a Renzi il suo ruolo da “bullo”, ritenuto determinante ai fini del fallimento elettorale. Non a torto, peraltro. I modi, le circostanze, i toni con cui ha consumato la sua resa dei conti Napolitano appaiono tuttavia particolarmente machiavellici e non privi di rilevanza politica. È il segnale che, ancora oggi, “Re Giorgio” è ben lontano dal considerarsi un placido vecchietto che bada ai nipotini. Starà sempre lì, nel cuore del potere, al centro delle trame. Soprattutto quando ci sono i vuoti di potere, soprattutto quando la sovranità vacilla.
Adriano Scianca

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3 comments

Tony 23 Marzo 2018 - 4:32

….i ”giuda”, purtroppo, non sempre muoiono sulla forca…

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Cesare 23 Marzo 2018 - 10:41

Il gran maestro della massoneria democratica d’italia,Gioele Magaldi(espulso dal Grande Oriente di Italia), ha scritto anni fà un libro dal titolo “Massoneria; società a responsabilità limitata” che Napolitano apparteneva ad una loggia straniera di massoni oligarchici(contrapposti a quelli democratici) a cui appartengono molti globalisti padroni della finanza.Naspolitano non gli hà mai fatto causa per diffamazione!!Insomma avevamo un Presidente della Repubblica che segretamente complottava con entità straniere!!Questo è alto tradimento e il soggetto anzichè in parlamento dovrebbe stare in galera!!
Voglio precisare che io sono contro qualsiasi massoneria,come lo era il Duce grazie anche all’accordo dei patti lateranensi con il Papa anche lui antimassonico.Questo perchè per me in una repubblica sociale fondata sul popolo, non vi è giustificazioni per sette segrete. La piu’ grande politica e 1a donna ministro che abbiamo avuto in Italia e che le combattè venendo esclusa poi dalla politica, è stata la DC Tina Anselmi, che fece la legge sulle associazioni segrete e la cui commissione indagò sulla P2.
Anche il Duce era contro la massoneria dopo che nazionalizzò banca d’italia nel 1935 e fece le banche pubbliche poichè proprio molti usurai globalisti stranieri che volevano riprendersi la creazione del denaro a loro levata in Italia erano di gruppi massonici stranieri di molto peso

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paolo 24 Marzo 2018 - 4:41

“Starà sempre lì, nel cuore del potere, al centro delle trame”
ancora per poco,per fortuna….
si vede chiaramente lo scheletro che spinge per uscire.
è una vera fortuna che la morte non sia corruttibile,eh?

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