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Cagliari, 16 set – Nella mattina di ieri, nell’ambito di un’indagine antiterrorismo, sono state operate perquisizioni nei confronti di Pierluigi Caria di Nuoro e di altri due cittadini italiani residenti a Cagliari, accusati di essere “foreign fighter” inquadrate nelle milizie separatiste curde della Siria.
La Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari ha disposto il sequestro del passaporto di Pierluigi Caria, in quanto pare che stesse per ripartire per l’Iraq per poi rientrare in Siria.
Pierluigi Caria, 33 anni, era soggetto già noto alle forze dell’ordine anche per la sua pregressa militanza negli ambienti dell’indipendentismo di estrema sinistra e in particolare del partito “Manca pro s’indipendentzia” (“Sinistra per l’indipendenza”). Caria è stato individuato dopo la pubblicazione in rete di una fotografia che ritraeva lui e il “foreign fighter” bretone Olivier Le Clainche, morto lo scorso febbraio, a volto coperto in Siria, con le bandiere sarda e bretone.
Come noto, l’ambiguo movimento di resistenza curdo in Siria, oltre a essere un’entità separatista come tale considerata illecita e combattuta dal legittimo governo di Damasco, è supportato da finanziatori- anche governativi – stranieri. L’azione dei separatisti curdi, pur apparentemente opposta a quella dell’Isis, al pari di quest’ultimo è strumentale alle manovre ordite dai servizi segreti occidentali, israeliani e delle monarchie del golfo, dal 2011 in poi, contro il governo del Presidente Assad. Autorevoli esperti di sicurezza e di “intelligence” hanno spesso rimarcato come il movimento curdo in Siria stia diventando una palestra di lotta armata per l’ambiente anarchico-insurrezionalista e della sinistra antagonista europea, con una presenza significativa anche negli ambienti del cosiddetto “antifascismo militante” italiano e dei centri sociali occupati. Inevitabilmente, tra “utili idioti” curdo-siriani e “utili idioti” della sinistra antagonista europea, entrambi funzionali alle manovre occidentali, qatariote, saudite e israeliane contro la Repubblica Araba di Siria, non poteva non sbocciare una corrispondenza di amorosi sensi.
Come noto, l’ambiguo movimento di resistenza curdo in Siria, oltre a essere un’entità separatista come tale considerata illecita e combattuta dal legittimo governo di Damasco, è supportato da finanziatori- anche governativi – stranieri. L’azione dei separatisti curdi, pur apparentemente opposta a quella dell’Isis, al pari di quest’ultimo è strumentale alle manovre ordite dai servizi segreti occidentali, israeliani e delle monarchie del golfo, dal 2011 in poi, contro il governo del Presidente Assad. Autorevoli esperti di sicurezza e di “intelligence” hanno spesso rimarcato come il movimento curdo in Siria stia diventando una palestra di lotta armata per l’ambiente anarchico-insurrezionalista e della sinistra antagonista europea, con una presenza significativa anche negli ambienti del cosiddetto “antifascismo militante” italiano e dei centri sociali occupati. Inevitabilmente, tra “utili idioti” curdo-siriani e “utili idioti” della sinistra antagonista europea, entrambi funzionali alle manovre occidentali, qatariote, saudite e israeliane contro la Repubblica Araba di Siria, non poteva non sbocciare una corrispondenza di amorosi sensi.
Tali legami destano preoccupazione anche per la sicurezza e l’ordine pubblico nel nostro Paese, in quanto sono ben note ai servizi segreti e agli organi investigativi italiani, oltre che in generale all’opinione pubblica, le propensioni violente ed eversive delle frange estremistiche di sinistra nostrane, che trovano ampia copertura nell’irresponsabile “tolleranza” della magistratura e in forme che arrivano addirittura a un aperto sostegno propagandistico e logistico da parte di esponenti della cultura, del giornalismo e della politica di sinistra, in particolare presso alcune amministrazioni locali che sostengono i centri sociali nelle loro città.
Volendo cogliere il senso profondo di questo fenomeno e l’inspiegabile ritardo con cui gli organi inquirenti si sono attivati nei suoi confronti, è inevitabile giungere alla conclusione che certi ambienti eversivi, debitamente addestrati in scenari bellici come quello curdo-siriano, al momento buono potrebbero tornare utili per manovre di destabilizzazione politica.
E’ sintomatico che il legame tra eversione curdo-siriana e “foreign fighter” italiani emerga proprio in Sardegna, dove le giunte di sinistra a maggioranza PD della Regione e delle due città principali (Cagliari e Sassari) si sono più volte dimostrate pericolosamente vicine alla sinistra antagonista, in un filo rosso che lega politici, sindacati, associazioni (in primis Anpi), la pseudo-intellighenzia di sinistra, i due maggiori quotidiani e gli altri organi d’informazione dell’isola, per arrivare appunto ai centri sociali occupati (“Sa Domu” di Cagliari, etc.) e alle realtà “antagoniste” dell’antifascismo militante come il sedicente “Coordinamento Antifascista Cagliaritano”, che godono di ampie, altolocate e inconfessabili protezioni.
Carlo Altoviti
2 comments
Non mi stupisce, la Turchia da anni cerca di spiegare all’Europa chi sono realmente i curdi e cosa fanno, spero che l’Europa si svegli e non segua più il parere di alcuni giornalisti stupidi e incompetenti che danno qualsiasi colpa ad Erdogan dandogli del dittatore, vi posso assicurare che in Turchia esiste una minoranza curda che non da nessun fastidio e vive normalmente senza essere perseguitata, i curdi perseguitati sono TERRORISTI. NON bisogna confrontare la crisi in Palestina con quella dei curdi in Turchia. Sono due cose diverse.
proprio vero, i turchi sono un popolo per niente fanatico e molto tollerante verso i curdi e qualunque altro nemico (greci, serbi…).
spoiler alert: c’e’ del sarcasmo nel mio commento