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Meta contro il Canada: stop alla condivisione di notizie su Facebook e Instagram

by Michele Iozzino
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Roma, 20 giu – Braccio di ferra tra Meta e il governo canadese. L’azienda di Marc Zuckenberg ha annunciato che oscurerà la pubblicazione di notizie su Facebook e Instagram per gli utenti del Canada, in seguito all’approvazione dell’Online News Act.

Il Canada approva l’Online News Act

Il parlamento canadese ha approvato l’Online News Act, disegno di legge che impone ai colossi del web di pagare per le notizie da fonti giornalistiche condivise o riutilizzate sulle loro piattaforme. L’intento della proposta è quello di limitare lo strapotere di aziende come Google e Meta, accusate di dominare l’industria pubblicitaria a cui gli editori devono una importante parte dei propri ricavi e di eclissare gli attori più piccoli e tradizionali. L’Online News Act andrebbe quindi a creare condizioni di maggiore parità nel mercato delle notizie digitali e garantirebbe una giusta retribuzione per le testate giornalistiche.

La reazione di Meta

La nuova legge entrerà in vigore tra sei mesi, ma Meta ha già fatto sapere la propria decisione di eliminare direttamente i contenuti in questione anziché pagare quanto dovuto. Così Lisa Laventure, responsabile delle comunicazione nel Canada per l’azienda proprietaria di Facebook e Instagram, ha spiegato la scelta: “Abbiamo ripetutamente condiviso che, al fine di rispettare il disegno di legge approvato in Parlamento, i contenuti delle testate giornalistiche, inclusi quelli sia da fonte scritta che da broadcast audio/video, non saranno più disponibili per le persone che accedono alle nostre piattaforme in Canada”. Secondo il ministro del Patrimonio canadese Pablo Rodriguez non si traterebbe altro che di “minacce”. A breve dovrebbe teneresi un incontro tra lo stesso Rodriguez e il management di Google, che ha aperto alla possibilità di seguire la linea tracciata da Meta.

Un caso simile era andato in scena anche nel 2021 in Australia, quando Meta aveva bloccato la condivisione di notizie sulle proprie piattaforme per il Paese oceanico dopo che il governo di Camberra aveva approvato una legge paragonabile all’Online News Act, che obbligava le aziende tecnologiche a pagare gli editori per l’utilizzo delle loro notizie. Il tutto si era poi risolto con un accordo tra Meta e gli editori australiani. Andando più vicino a noi, la vicenda può ricordare anche se in misura ridotta la disputa tra Meta e la Siae avvenuta nel nostro Paese.

Michele Iozzino

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Germano 24 Giugno 2023 - 12:11

Una tassa salata dovrebbe essere imposta ai cretini che utilizzano queste merdose di Facebook, Meta, Instagram e quanta merda offerta dalla lobby sionista per controllare il gregge mondiale

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