Roma, 21 mar – Il governo Meloni ottiene risultati imbarazzanti sugli sbarchi, e lo stiamo constatando con enorme tristezza. Comunque, il presidente del Consiglio parla al Senato della questione.
Meloni al Senato sugli sbarchi: “C’è prima diritto di non emigrare”
Il premier Meloni fa un discorso che possiamo definire “il solito”, come riporta l’Ansa: “Lo voglio ribadire: prima di ogni ipotetico diritto a emigrare, ogni essere umano ha il diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore. È esattamente l’aspetto che Europa e Occidente in questi anni hanno colpevolmente trascurato”. Alla vigilia del Consiglio europeo del 23 e del 24 marzo, il capo del governo afferma che “all’indomani della disgrazia di Cutro ho scritto al presidente della Commissione europea, al presidente del Consiglio europeo e al Consiglio Ue. Per ribadire che non possiamo attendere oltre. Non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio, pericolo insito per viaggi organizzati da scafisti senza scrupoli. Le frontiere dell’Italia sono le frontiere dell’Europa”.
Un governo che parla ma non ferma l’invasione
Finora di anti-immigrazionista ci sono solo le parole. E neanche tutte, considerando le uscite delle scorse settimane dei ministri Francesco Lollobrigida e Antonio Tajani sulle “quote di immigrati regolari” da far arrivare legalmente sulla base di una non meglio precisata “richiesta delle imprese”. Nel frattempo, gli sbarchi di clandestini sono a livelli record mai visti negli ultimi dodici anni, ovvero da quando è scoppiata la bolla della guerra in Libia. Il decreto Piantedosi è, fino a questo momento, un fallimento. E la presunta strategia di chiedere conto “all’Europa” sembra orientata più alla spartizione che al freno dei processi di arrivo di centinaia di migliaia di persone. Una spartizione – nella migliore e tutt’altro che scontata delle ipotesi – che la tragedia di Cutro non farà altro che incoraggiare.
2 comments
Lo sketch di Crozza sulla Meloni che, sedendosi sulla poltrona del Presidente del Consiglio, si trasforma e assume la voce di Draghi, è diventato realtà. Insisto, tutti i politici e di tutti i partiti pagati da Soros.
La situazione è piuttosto chiara, il governo si sta dimostrando inadeguato ad affrontare problemi strategici, lo sapevano che l’immigrazione sarebbe stato un porblema complesso di cui avrebbero dovuto preoccuparsi da molto tempo. Sapevano di avere bisogno di una forza e di una determinazione inedita per un governo di centro-destra, sapevano ma non si sono attrezzati per affrontarla. L’esecutivo è troppo scarso qualitativamente, ministri che si affidano a dicharazioni estemporanee rilasciate in interviste per la strada. Scarsa capacità di utilizzare gli strumenti operativi a disposizione, immobilità e scarsa capacità dell’esecutivo e dei parlamentari di intervenire a livello legislativo.
Dimostrano o si nascondono dietro l’inconsapevolezza generale, non hanno capito o dimostrano di non sapere di essere sotto attacco da più fronti, le ONG operanti nel mediterraneo si sono potenziate e hanno moltiplicato gli sforzi operativi appena il governo di centro-destra si è insediato, ogni atto di cronaca legato agli sbarchi è immediatamente strumentalizzato dalla politica e dai suoi bracci operanti nell’informazione. Era ed è tutto prevedibile.
Dicevano di essere pronti, purtroppo non è una sopresa constatare che non lo erano.